I confini di Gasperini e il merito di Percassi
l Coronavirus ha fatto capire che i confini per il virus non esistono, ma non per tutti è così. L'esempio positivo dei tifosi di Bergamo e di Roma. E quello del presidente nerazzurro...
Di Diego Costa che per scherzo (!!!!) tossisce in zona mista verso i giornalisti e se ne va, più che scrivere che andrebbe radiato non si può (sarebbero lettere sprecate). Di Gasperini un paio di cose in più si possono dire. Innanzitutto che quest'epidemia avrebbe dovuto far capire che i confini non la fermano e che non hanno molto senso di fronte a cose vitali. L'allenatore dell'Atalanta questo non lo capisce quando dice: «pensa che sarebbe successo a Napoli e a Roma», facendo riferimento a quello che sta succedendo in Lombardia con l'epidemia.
Uno potrebbe sostenere che quest'affermazione si nega nel momento stesso in cui si fa, visto quello che sta succedendo nella provincia di Bergamo in particolare, ma farne una questione di campanile, di confine, farebbe schifo. Da una parte e dall'altra. Proprio perché non ci dovrebbero essere una parte e l'altra, ma piuttosto soltanto lo stesso orizzonte, unico confine che accomuna i nostri sogni e la nostra limitatezza. Fosse stato pure vero quello che ha detto Gasperini, non andava comunque detto in questo momento: a che sarebbe servito sottolineare la presunta efficienza di un'organizzazione rispetto a un'altra (ammessa e per niente concessa eh)? Non è una questione di confini.
Tra le cose (più) belle successe in questo periodo ce ne sono un altro paio: le donazioni che hanno fatto i tifosi dell'Atalanta con i soldi del rimborso delle partite all'ospedale Giovanni XXIII e la donazione dei tifosi della Roma con i soldi del rimborso delle partite (in pochi giorni oltre 13.000 euro) per lo Spallanzani. Guarda caso: queste cose belle Gasperini sono state fatte a Bergamo e a Roma. E forse non è un caso quando la differenza la fanno le persone, non gli stereotipi e i pregiudizi, confini sì quelli invalicabili dentro uno sguardo senza orizzonti.
Così com'è bella l'Atalanta in campo - indubbiamente - così come indubbiamente va riconosciuto il merito a chi l'ha pensata, costruita e portata avanti, cioè al presidente Percassi. Sicuramente un modello imprenditoriale sotto tanti punti di vista (guarda pure il rifacimento dello stadio), che ha tanti, tantissimi meriti, ma soprattutto uno: quello di aver detto di no a Gasperini quando quest'estate stava passando alla Roma. Certo, pensa che organizzazione sarebbe stata, però... Grazie presidente
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