Tornerà la Roma
Essere tifosi ai tempi del Coronavirus con il coraggio del pensiero. Quando il calcio passa in secondo piano ma restano a galla gli obbrobri dei soliti “squali”
Scrivo per "Il Romanista" da un po' di tempo. Lo faccio perché il suo direttore, Tonino Cagnucci, è un pazzo scatenato. Non mi vengono altri termini per uno che, senza manco sapere chi fossi, mi scrisse una volta in privato sulla pagina, che mi diverto a scrivere sui social, per dirmi che un giorno avremmo fatto qualcosa insieme.
Così, senza conoscerci.
Riconoscendoci solamente attraverso il nostro modo di parlare della ROMA perché tanto, idea personale, la maniera in cui vivi una passione racconta quello che sei anche nelle altre cose della tua vita. E così, dopo quel primo messaggio, ce ne siamo scambiati tanti altri insieme a qualche, lunga, telefonata in cui, se mai qualcuno c'avesse intercettato, avrebbe pensato che l'argomento trattato non era quello legato alle sorti di una squadra di calcio ma all'amore per una bella donna: premura e rispetto, paranoie e certezze, disperazione ed entusiasmo.
Lo stesso con cui, in una serata piena di luce dell'estate romana, mi anticipò al telefono il ritorno in edicola del quotidiano "Il Romanista". Non vi nascondo che anche solamente a sentirmelo dire, perché cosciente della inesorabile crisi dell'editoria, mi venne qualche sano dubbio a cui trovai risposta sul primo numero del giornale che, lui stesso, definiva «a vocazione suicida».
Ve l'ho detto: un pazzo scatenato.
Tanto da ricordarsi, in quella circostanza, quel suo "un giorno faremo una cosa insieme" che m'aveva scritto il primo giorno che c'eravamo conosciuti. E la cosa insieme eccola, i miei articoli per questo giornale. Che poi è il giornale dei romanisti.
Sapete perché vi ho fatto questa lunga premessa? Perché questi, purtroppo lo sapete bene, sono i giorni del Coronavirus… Quelli in cui siamo assaliti da così tante preoccupazioni differenti che, certe volte, ho pudore anche solo nel nominarla la ROMA figurarsi, allora, nello scrivere di lei con il consueto trasporto.
Che se prima con l'idea di questa squadra c'andavo spesso a dormire, e mi ci risvegliavo pure, da un paio di settimane la testa, naturalmente, pensa ad altro. Ora dopo ora, notizia dopo notizia. In un susseguirsi di informazioni che ognuno di noi ricerca continuamente nella speranza di trovare una certezza scoprendo invece, ogni volta, di essere ancora più vulnerabile.
E così, ieri, per la prima volta da quando collaboro con questo giornale, ho cercato al telefono Tonino Cagnucci prima di scrivere il pezzo anziché dopo (già, piena autonomia. Sempre). Per dirgli che probabilmente, questa settimana, avrei scelto di saltare il giro. Perché con quale faccia avrei mai potuto scrivere su un giornale che parla e vive di ROMA che, in questo momento, non riesco a starle dietro abbastanza? Con quale coraggio scrivere su un quotidiano che vive principalmente di calcio che, per la prima volta nella mia vita, mi auguro che il campionato venga fermato?
M'ha risposto che dovevo scrivere quello che pensavo, come sempre.
E allora eccomi… a raccontare la tristezza infinita per un pallone a mollo in un mare di squali che, in queste due settimane, hanno continuato a girargli intorno con l'atteggiamento di chi aspetta che siano sempre gli altri a fare il primo passo pur di salvare la faccia. Squali che sentono l'odore del sangue e che, adesso, iniziano a mostrare i denti pur di difendere quelli che loro credono diritti e che invece, per le persone dotate di buonsenso, sono solamente gli obbrobri di chi nemmeno davanti una pandemia riesce a fare un passo indietro pur di farne due in avanti.
Sì, dovevate sospendere il campionato!
Facciamola finita di mostrare la parte peggiore di uno sport così bello da far innamorare milioni di tifosi che però, adesso, hanno altro a cui pensare. Poi sì, certo: la ROMA ci mancherà, come l'aria. E come, in questo momento, la serenità perduta per mano di un nemico che all'inizio abbiamo, tutti quanti, sottovalutato e che adesso, maledizione, ci toglie il sonno.
Ma passerà!
E quel giorno la sensazione di riabbracciare la ROMA sarà ancora più bella. Come l'idea, oggi, di scrivere per un giornale il cui direttore, pur d'essere sincero, va contro i suoi interessi. Ve l'avevo detto che è un pazzo scatenato, no?!?
© RIPRODUZIONE RISERVATA