Diawara torna in campo: ginocchio ok. A Trigoria si sperimenta lo smart working
Il guineano ha giocato un'ora con la Primavera: il primo test è stato positivo. La Roma ha deciso di lasciare a casa i dipendenti per fronteggiare l'emergenza sanitaria
Quarantacinque giorni dopo, Amadou Diawara. Tre Fontane, porte chiuse, ai pochi addetti ai lavori presenti misurata pure la febbre prima di accedere all'impianto, il centrocampista di nuovo in campo per vedere l'effetto che fa, poco importa che sia una partita del campionato Primavera, Alberto De Rossi in panchina, compagni che soltanto da pochi mesi possono prendere la patente, avversario l'Inter dei baby. Sessantuno minuti di provino per avere una prima, decisiva, risposta, se la scelta della terapia conservativa decisa dopo l'infortunio al menisco del 22 gennaio scorso a 15' dal fischio finale della sfida torinese di coppa Italia contro la Juventus, sia stata quella giusta per ridimensionare i tempi di recupero (tre mesi) necessari nel caso si fosse deciso di tornare in sala operatoria.
Bene, pare che la risposta sia stata positiva. E non parliamo della prestazione che in questo caso (la partita contro l'Inter si è conclusa con un corposo 3-3) era di secondaria importanza rispetto alla reazione del ginocchio del giocatore. Diawara nell'ora che è rimasto in campo (15' in più di quello che era stato programmato) non si è negato niente, contrasti compresi, dimostrando ovviamente una condizione fisica non ancora al top. Ma quello che interessava sul serio, era conoscere la risposta del ginocchio una volta uscito dal campo. E la risposta, per quello che ci risulta, è che il ginocchio è ok, nessun gonfiore, anche se il ragazzo, dopo un mese di assenza dai campi di gioco, ha accusato una certa stanchezza, figlia legittima della mancanza di quel ritmo partita a cui sempre giustamente si appellano i giocatori che rientrano dopo un infortunio prolungato.
Insomma dopo questa sessantina di minuti giocati con la Primavera, si può ipotizzare, senza tirare in ballo l'ottimismo, che Diawara possa far parte della lista dei convocati per la sfida d'andata degli ottavi di finale di Europa League che i giallorossi giocheranno giovedì prossimo sul campo del Siviglia di Monchi. Da qui, però, a immaginare il guineano nella formazione titolare ce ne corre, anche ricordando che in Spagna Fonseca non potrà avere a disposizione Veretout che dovrà scontare un turno di squalifica. Ma il guineano di sicuro non ha i novanta minuti nelle gambe, sarebbe perlomeno azzardato mandarlo in campo dal fischio d'inizio perché, perlomeno, vorrebbe dire avere un cambio obbligato.
Chi, allora, al fianco di Cristante? C'è il forte rischio, se non addirittura la certezza, che neppure Lorenzo Pellegrini potrà essere a disposizione del tecnico portoghese. Anche ieri ha svolto un lavoro differenziato e a cinque giorni dalla partita contro il Siviglia, è un segnale che non induce all'ottimismo. L'edema non si è ancora riassorbito del tutto, oggi la squadra avrà un giorno di riposo, lunedì il giocatore sarà nuovamente controllato, ma c'è il concreto rischio, considerando le abitudini di Fonseca, che non possa neppure far parte della lista dei convocati per la Spagna. Quindi, chi? Due sono le opzioni rimaste al tecnico portoghese: confermare in mezzo al campo il giovane Villar che nella sua prima da titolare a Cagliari ha dato risposte confortanti in particolare dal punto di vista della personalità o tornare ad avanzare Mancini nel ruolo di mediano, dove l'ex atalantino ha quasi sempre dato risposte positive. In questo caso, in mezzo alla difesa al fianco di Smalling toccherebbe a Fazio che andrebbe in campo da ex contro quel Siviglia, trampolino di lancio nel calcio europeo.
Smart working
In questo delicatissimo periodo, anche a Trigoria hanno preso tutte le misure possibili per ridurre al minimo i rischi di contagio da coronavirus. Da qualche giorno, infatti, Trigoria e via Tolstoj sono molto meno affollate di quello che sono solitamente. La società ha deciso di far lavorare a casa, come stanno facendo tutte le aziende che lo possono fare, una buona parte dei suoi dipendenti. In particolare quelli del settore comunicazione, in radio e tv vanno soltanto quelli che si devono mettere davanti a un microfono. Ma anche una buona parte dei dipendenti che lavorano sui social e al marketing stanno lavorando da casa davanti a un computer. Si andrà avanti così fino a quando questa maledetta emergenza si concluderà. E l'augurio è che si faccia in fretta per tornare ad avere la libertà, anche di lavorare.
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