Carissimo nemico: anche per il Siviglia di Monchi è un "año cero"
A casa sua il ds resta sempre "Diòs": per la campagna acquisti non ha mai speso così tanto come quest'anno, ma Lopetegui non scalda la piazza
Il record è stato segnato proprio in occasione della recente sfida di ritorno in Europa League con il Cluj, la partita che ha dato la qualificazione al Siviglia agli ottavi di finale e ha messo dunque Monchi e la squadra andalusa sulla strada della Roma: quella sera, giovedì della scorsa settimana, complice anche l'infortunio del portiere titolare, Vaclik, in campo sono scesi dieci giocatori nuovi su undici. In pratica una squadra intera acquistata da Monchi tra il mercato estivo e quello di gennaio. L'unico in campo dei vecchi era Jesus Navas, non a caso anche il più "anziano" dal punto di vista anagrafico, con i suoi 34 anni che però gli consentono ancora oggi intanto di essere il più presente per minutaggio tra i giocatori della rosa in questa stagione con 2758 minuti giocati (il secondo è Diego Carlos con 2615, poi c'era proprio il portiere Vaclik, ora fermo a 2565, ma con la Roma dovrebbe rientrare) e poi anche l'uomo che aveva scalzato il madridista Carvajal nelle gerarchie della nazionale, almeno quando c'era Robert Moreno.
Benvenuti a casa Monchi, che da queste parti è sempre considerato poco meno che «Diòs». Il ds è uno di loro, è l'uomo che in passato ha costruito il miracolo Siviglia facendo un lavoro straordinario: prese infatti una società sull'orlo del fallimento e della retrocessione e la rilanciò sia dal punto di vista finanziario sia dal punto di vista sportivo: fu infatti capace di generare un saldo attivo tra cessioni e acquisti di 87 milioni negli anni in cui gestì la prima squadra (fonte El Confidencial) e arricchì la smunta bacheca del club con cinque Europa League, due Coppe del Re, una Supercoppa di Spagna e una Supercoppa di Europa, oltre a rimanere costantemente tra le prime della Liga alle spalle delle irraggiungibili big. Un miracolo sportivo, in virtù del quale la Roma di Pallotta (su indicazione di Baldini) puntò tutto su di lui, sul mago de los fichajes, il mago dei trasferimenti. Che però, e questa è storia recente, a Roma bucò la prestazione. Ovviamente la storia può essere raccontata da diversi punti di vista. Monchi non ha mai esposto il suo e chissà se un giorno lo farà. Almeno su questo, nessuno gli può disconoscere la patente di signore. Pallotta racconta invece di essere ancora arrabbiato con lui e presto, afferma, racconterà qualche dettaglio. Lo spunto del confronto di coppa («era scritto», ha confidato Ramon a qualche amico) potrebbe sciogliere la lingua a uno o all'altro e così magari si saprà qualcosa in più riguardo le precise responsabilità sulle trattative che hanno in alcuni casi portato indubbi benefici sportivi e finanziari alla società (si pensi su tutti all'acquisto di Zaniolo o Ünder), in altri zavorrato i conti e peggiorato la rosa (paradigmatici gli acquisti di Pastore e Nzonzi, preferiti a Ziyech).
Sta di fatto che «cacciato da Pallotta», come ha raccontato lo stesso Monchi in una delle rarissime digressioni pubbliche concesse sul tema, il ds si è rifugiato nuovamente sullo scoglio di casa e ha operato in profondità per ristrutturare completamente la squadra, a cominciare dall'allenatore, l'ex ct dell'Under 21 e della Nazionale Julen Lopetegui, e passando per una quindicina di acquisti. L'ultimo è stato Suso, arrivato nella sessione invernale insieme con En-Nesyri, un 22enne marocchino che Monchi ha tirato fuori dal cilindro quando tutti si aspettavano l'ingaggio di Paco Alcacer. Così in totale il Siviglia ha speso quest'anno 178 milioni, incassandone 123: 55 milioni di esposizione per costruire una squadra (anche per loro è un "año cero", l'anno zero) che non scalda più di tanto la piazza, ma è comunque terza in classifica dietro Real e Barça (e davanti all'Atletico, avversario di sabato), è stata eliminata dalla Coppa del Re da una squadra di Segunda Division (il Mirandes) ed ha raggiunto gli ottavi nella "sua" competizione, l'Europa League, dove adesso affronterà la Roma. Finora è stata un po' sull'altalena: rende bene fuori casa, assai meno al Sanchez Pizjuan, fatica a segnare ma difende bene, anche per i tre mediani spesso schierati da Lopetegui: ma adesso uno, il più forte, Fernando, si è fatto male e con la Roma non ci sarà. L'ex ct deve inventarsi qualcosa.
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