Il coronavirus ferma tutto per 30 giorni? Possibile decreto per giocare a porte chiuse
Stop ipotizzato dal Comitato tecnico scientifico voluto dal premier Giuseppe Conte. Rinviata Juventus-Milan di Coppa Italia, verso la stessa decisione per Napoli-Inter
Che la situazione legata al contenimento del coronavirus sia in continua evoluzione si capisce dall'orario di invio del comunicato ufficiale numero 200, quello in cui viene ufficializzato che, «preso atto dell'ordinanza del Prefetto di Torino del 3 marzo 2020», la semifinale di ritorno di Coppa Italia Juventus-Milan di stasera è rinviata a data da destinarsi. Comunicazione inviata via mail alle 22.45, ora in cui solitamente i dipendenti della Lega hanno di meglio da fare. Ma il prefetto non ha orari d'ufficio, ha deciso alle 21.30, e la Lega si è dovuta adeguare.
Poco prima era scoppiata la bomba, al cui confronto un rinvio già ampiamente nell'aria è il botto di un sacchetto di carta schiacciato: tra le proposte del Comitato tecnico scientifico voluto dal premier Giuseppe Conte c'è quella di «evitare per 30 giorni manifestazioni, anche quelle sportive, che comportino l'affollamento di persone e il non rispetto della distanza di sicurezza di almeno un metro». Queste raccomandazioni potrebbero essere inserite in un decreto-legge che dovrebbe essere varato già oggi, per provare ad arginare il contagio con misure più stringenti di quelle prese fino a questo momento. Che non hanno impedito, ieri, di far giocare la serie B.
Intanto i dati resi noti dalla Protezione Civile, vecchi ormai di quasi 24 ore, parlano di 2.502 contagi, 79 morti e 160 guariti, con la Val d'Aosta unica regione non coinvolta. E un neonato di poche settimane ricoverato a Bergamo: finora il virus sembrava non attecchire sui bambini. Qualora il divieto di manifestazioni sportive per 30 giorni finisse nel decreto tornerebbero, inevitabili, le gare a porte chiuse, unico modo per concludere la stagione.
In Europa
Il problema non riguarda solo l'Italia e i suoi campionati: secondo Marca il ministro della sanità spagnolo Salvador Illa avrebbe chiesto di giocare a porte chiuse Valencia-Atalanta di Champions League, il 10 marzo, e Getafe-Inter di Europa League, il 19. L'Uefa ha fatto sapere di non voler giocare partite a porte chiuse, riservandosi però di cambiare orientamento in seguito, in caso di necessità. Il Getafe si è già detto contrario alle porte chiuse. Che però ora vengono valutate anche in Inghilterra, dove i contagi, a mezzogiorno di ieri, erano 39.
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