Mkhitaryan ritrovato: tra gol e assist ora vale per tre
Nella gara contro il Gent di Europa League ha convinto anche nel ruolo di trequartista, suo il passaggio per la rete di Kluivert. Vicino alla porta è spesso decisivo
Chi ha anche solo un accenno di capelli bianchi, Capitan Micki se lo ricorda. È stato un fumetto, ambientato nel far west, che ha avuto un successo notevole tra gli anni cinquanta e sessanta. È stato un eroe per tanti bambini di quell'epoca. Così, esagerando, ieri sera lo è stato per noi che viviamo di Roma, Mkhitaryan. Capitano senza fascia, ma protagonista dei novanta minuti belgi che hanno consentito ai giallorossi di qualificarsi per gli ottavi di finale di Europa League. In attesa del prossimo avversario, godiamoci questo armeno che nella testa e nei piedi ha un calcio importante, certificato da una carriera al di sopra di ogni sospetto, gol e assist, come ieri sera, nel suo dna, ora, finalmente, una buona condizione atletica dopo una stagione che fino a poche settimane fa lo aveva costretto a stare più in infermeria che in campo.
L'armeno, poi, è uno in grado di giocare, bene, in più ruoli. Da trequartista come ha fatto contro il Gent riuscendo a farci dimenticare, soprattutto nel primo tempo, l'infortunio di Lorenzo Pellegrini. In particolare quando ha dato quello splendido pallone che Kluivert è riuscito a trasformare nella rete del pareggio proprio pochi minuti dopo che i belgi (bravo bravo quel David) erano andati in vantaggio pareggiando il risultato che era maturato all'Olimpico. Ma l'armeno può fare, sempre bene, l'esterno offensivo nella linea dei trequartisti alle spalle di Dzeko, ruolo che gli consente di sfruttare la sua tecnica nella corsa, qualità fondamentale per saltare il diretto avversario e materializzare la superiorità numerica. E, volendo, nell'emergenza, è in grado di essere utile anche come mediano davanti alla difesa, magari meno agonista di altri ma con una tecnica che gli consente giocate importanti anche a cinquanta metri dalla porta avversaria. L'armeno, insomma, ne può valere tre, fermo restando che quello che può essere determinante non deve stare troppo lontano dalla porta avversaria perché è lì che può fare male con i gol e con gli assist, conseguenza di due piedi che sanno dare del tu al pallone.
Come gli è riuscito contro il Gent, in particolare in un primo tempo in cui capitan Micki ogni volta che ha avuto il pallone tra i piedi, ha sempre dato la sensazione di poter fare male agli avversari, anche alla faccia di un campo che tutto era meno che ideale per prendere a calci una palla. L'importante era comunque passare ed evitare infortuni, la Roma c'è riuscita.
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