Fonseca, sì al confronto con giocatori e dirigenti: ma Paulo segue la sua strada
Tra Trigoria e viale Tolstoj aumenta il fronte degli scettici. Il tecnico non rinuncia al dialogo con la squadra ma preferisce tenersi le sue idee
Fonseca va dritto per la sua strada. Per la prima volta da quando allena la Roma la credibilità dell'allenatore portoghese è stata messa in discussione, dentro e fuori le mura. Spifferi insistenti sollevano polvere dai campi di Trigoria e dalle scrivanie di viale Tolstoj. Ma arrivano pure secche smentite. Ieri, tanto per dirne una, il sito calciomercato.it ha scritto che alcuni senatori dello spogliatoio hanno chiesto al tecnico di cambiare sistema di gioco.
Secondo altre teorie anche i dirigenti della Roma hanno avanzato qualche remora rispetto alle convinzioni tattiche dell'allenatore. Ma poi si confrontano le versioni e si arriva a un'altra realtà che, come del resto spesso accade in uno spogliatoio di una squadra di calcio, è molto più sfumata. Del resto che Fonseca abbia coraggio, carisma e personalità da vendere non è più neanche dato da discutere. Lo ha dimostrato anche nel corso di questa stagione, ruotando giocatori, cambiando ruoli, cercando soluzioni ai problemi che mano mano si sono manifestati, molto spesso senza ascoltare nessuno e, a dir la verità, non sempre risolvendoli.
Già alla vigilia del derby d'andata era emerso che il direttore sportivo Petrachi avesse consigliato all'allenatore di tenere un atteggiamento più cauto rispetto a quello mostrato con il Genoa per evitare brutte sorprese con la Lazio, ma poi, come sempre, le scelte le fece Fonseca, magari facendo tesoro dei consigli. Verosimilmente sta andando così anche in questo periodo, quando le sconfitte, e di conseguenza anche le chiacchiere, si sono moltiplicate. È perfettamente plausibile insomma che nel corso dei confronti che avvengono settimanalmente con i calciatori, Fonseca possa aver chiesto ai suoi ragazzi una valutazione riguardo i problemi e le loro eventuali soluzioni. E ci sta che qualcuno possa aver ribadito privatamente quello che, del resto, era già emerso pubblicamente: «non è solo una questione mentale, a volte anche tatticamente abbiamo sbagliato qualcosa e su questi difetti dobbiamo lavorare».
Da qui all'interpretazione malevola che qualcuno ha voluto dare sul fatto che i giocatori della Roma si siano schierati contro il loro allenatore o che i "senatori" abbiano mostrato il loro pollice verso ce ne corre. Da ogni confronto tra persone intelligenti, anche di diverso grado gerarchico, può uscire qualcosa di positivo. Questo è quello che sta accadendo in questi giorni a Trigoria. E magari certe sollecitazioni sono arrivate anche dai dirigenti, consapevoli che nel girone di ritorno per gli allenatori del calcio italiano cominci un altro campionato.
Questo forse Fonseca lo ha scoperto sulla sua pelle. Ma di sicuro non snaturerà il suo pensiero, né la sua filosofia. Quindi domani con il Gent vedremo ancora la "solita" Roma, sperando ovviamente che sul campo, con il contributo dei giocatori e dei dirigenti, e con la sintesi che solo l'allenatore può fare, si saranno trovate le soluzioni ai problemi emersi nelle ultime partite. Oggi Fonseca tornerà a parlare pubblicamente, nella conferenza stampa della vigilia dell'incontro fissata alle ore 13,15. Quale migliore occasione per ribadire la sua autonomia?
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