Campo Testaccio, c'avrai tanta gloria
Il terreno che fu calcato da Ferraris e Bernardini è abbandonato da anni, ma adesso il Comune può deciderne il futuro
Ne ha avuta tanta e tornerà ad averne almeno un po'. Ma oggi a Campo Testaccio la gloria non si respira. Ribrezzo, rabbia, disillusione, stupore sono alcune delle sensazioni che si possono provare al passaggio in via Zabaglia. La gloria c'è, ma rimane nel cuore dei pochi che hanno visto e dei tanti che hanno letto, ascoltato o sognato le gesta della Roma testaccina.
Questo rettangolo di città è abbandonato da più di dieci anni. E i richiami a un passato di gloria sono solo l'ultimo dei motivi per cui dovrebbe tornare a vivere. Prima vengono i bisogni di chi a Testaccio ci abita: quello di poter usufruire dell'unico campo di calcio pubblico del Centro Storico; quello di non dover mandare i propri figli a scuole calcio distanti chilometri; quello di tornare ad avere una squadra locale che giochi con l'anfora sul petto; infine quello di liberare l'asilo nido "I Coccetti", la scuola materna "Biocca", la media "Cattaneo" e la biblioteca "Tortora" da una giungla abitata da topi e occupanti abusivi.
Nuove speranze
Eppure qualcosa si muove. Nel settembre 2015 il Consiglio di Stato ha definitivamente riconsegnato Campo Testaccio al Comune di Roma, dopo che l'area era stata vittima di una lunga contesa giudiziaria tra pubblico e privato. Un mese e mezzo dopo cadeva la giunta Marino e con essa i propositi di rilancio dell'area, mentre il traghettatore Tronca si guardava bene dal mettere le mani nell'intricata vicenda.
Infine, la giunta Cinque Stelle. Lo scorso dicembre presso la biblioteca di Testaccio si è svolta una seduta straordinaria del consiglio del I Municipio, governato dal Partito Democratico, durante la quale è intervenuto anche l'Assessore allo Sport, Daniele Frongia. In quell'occasione, il Consiglio e la presidente Sabrina Alfonsi hanno chiesto ufficialmente al Comune di intraprendere alcune azioni, tra cui la bonifica urgente e la messa a bilancio delle spese per appianare l'enorme buca. Ad oggi, nonostante siano stati svolti alcuni interventi di recupero, l'incuria regna ancora sovrana. Le scorribande di topi e serpenti (sì, anche serpenti) nei vicini istituti scolastici difficilmente cesseranno se non verrà eliminata la fitta vegetazione che si nutre della terra un giorno calcata da Ferraris, Bernardini e compagni.
Frongia, dal canto suo, durante la riunione di dicembre ha fatto chiarezza su quello che doveva essere il percorso da seguire: non poteva intervenire perché Campo Testaccio, sulla carta, era ancora un parcheggio irrealizzato e non un campo sportivo. Per riportare l'area tra le competenze dell'Assessorato allo Sport, l'Assemblea Capitolina avrebbe dovuto prima approvare la sua espunzione dal Programma Urbano Parcheggi. E così è avvenuto, prima con l'approvazione della relativa delibera da parte della giunta Raggi il 22 maggio scorso, poi con il voto favorevole dell'Assemblea Capitolina l'11 luglio.
Adesso l'enorme buca è nelle mani del Dipartimento Sport. I futuri passaggi sono stati delineati a grandi linee dallo stesso assessore: verrà convocato un tavolo di ascolto delle realtà territoriali, che servirà a gettare le basi di un bando pubblico per l'assegnazione del centro sportivo. Per ciò che riguarda i costi, Frongia era stato chiaro: servono circa un milione e trecentomila euro per pareggiare il dislivello e ripristinare il campo da calcio. Soldi dovuti a Roma Capitale dalla ditta appaltatrice, che presumibilmente farà di tutto per ritardarne il pagamento: «Parliamo di un'azione civile che va da uno a tre anni – aveva detto ai presenti – ma ciò non significa che non faremo nulla fino a quel giorno». C'è infatti ancora la speranza che il CRP paghi la somma dovuta o che un privato presenti un progetto che oltre all'attività gestionale preveda anche il ripristino del campo sportivo.
Insomma, il Comune si potrà esporre finanziando alcuni lavori, ma non sappiamo quali e quanti. Molto dipende anche dall'eventuale collaborazione di privati interessati al rilancio dell'area, tra cui, ovviamente, potrebbe risultare l'AS Roma. Non è un segreto infatti che l'amministrazione e il club stiano valutando delle possibilità, tra cui quella di coinvolgere tifosi e cittadini con una campagna di crowdfunding, idea che piacerebbe molto al Comune. Anche l'AS Testaccio, squadra di calcio locale che usufruiva del campo prima dell'abbandono, potrebbe tornare ad essere coinvolta in un progetto di riqualifica. Stando a quanto fanno sapere dal Dipartimento Sport, le proposte sono tante e i cittadini potranno dire la propria. Nonostante i tempi lenti, il percorso è avviato.
Il contenzioso
Come siamo arrivati fin qui? Come è stato possibile che Campo Testaccio, inaugurato in pompa magna da Rutelli nel 2000 dopo mezzo secolo di abbandono, sia tornato ad essere un orto di guerra? Almeno durante la Seconda Guerra Mondiale aveva un'utilità: dava da mangiare a qualcuno e durante i bombardamenti i suoi spogliatoi sotterranei, da cui un tempo uscivano sul campo i giocatori, fungevano da rifugio contro i bombardamenti alleati. Oggi non è nemmeno un orto e non è utile proprio a nessuno, se non a quei pochi che hanno fatto irruzione e vivono all'interno di alcuni prefabbricati.
Partiamo proprio dal 2000. A novembre la Roma è prima in classifica e Rutelli inaugura il nuovo impianto. È spostato di novanta gradi rispetto all'originale ed è costato un miliardo e mezzo: sarà il campo dell'AS Testaccio 1968 e di alcune giovanili della Roma. Col sindaco ci sono Franco Sensi, che all'antico stadio è legato perché suo padre ne fu il progettista, e Naim Krieziu, che nel 1940 ci fece il provino e poi giocò le ultime partite prima dell'abbattimento.
Nel 2006 la giunta Veltroni inserisce Campo Testaccio nel Programma Urbano Parcheggi, che dà il via alla realizzazione di numerosi parcheggi interrati in tutta la città, dei quali molti rimangono incompleti e al centro di polemiche. Il progetto, approvato nel 2009 dalla giunta Alemanno, prevede che la ditta Consorzio Romano Parcheggi realizzi la struttura sotterranea e riqualifichi l'intero centro sportivo nel giro di 18 mesi. Al CRP va per novant'anni il diritto di superficie, all'amministrazione un milione di euro.
Ma le cose vanno male sin da subito. I lavori iniziano solo nel 2012 ma si fermano poco dopo, lasciando un'enorme buca. Roma Capitale e l'azienda concessionaria si rimpallano le responsabilità a vicenda. Per il CRP la burocrazia ha ucciso il progetto, tardando nel fornire i permessi utili per iniziare i lavori. Per il Comune l'azienda non ha iniziato entro i termini stabiliti e non ha trattato i reperti archeologici come prescritto dalla Soprintendenza. La concessione viene ritirata e la ditta fa ricorso al Tar.
Intanto, Campo Testaccio diventa un caso. I ragazzi della Curva Sud entrano con le vanghe e simbolicamente – ma neanche troppo – lo puliscono. Si accendono i riflettori sullo scempio di via Zabaglia. Con loro c'è anche un anziano signore col rastrello in mano: è il più che ottantenne Giorgio Rossi, lo storico massaggiatore della Roma. Anche Totti benedice l'azione, dichiarando al nostro giornale: «Un gesto romanista, per salvare le tradizioni e le passioni che sono state vissute su quel campo. Mi sono commosso a vedere Giorgio sul campo… Lui e i tifosi della Curva Sud hanno dato l'esempio. Poi Giorgio, e lui lo sa, per me è sempre l'unico e inimitabile Giorgio. Un pezzo di Roma, proprio come Campo Testaccio».
Nel giugno 2014 i giudici si pronunciano. Ha ragione il Comune. I costruttori non hanno iniziato i lavori entro i termini previsti, non hanno sgomberato l'area dai resti archeologici e non hanno risposto alle diffide inviate dall'amministrazione. Il CRP fa ricorso al Consiglio di Stato, che il 21 settembre del 2015 dà il suo verdetto definitivo: il Comune di Roma è parte lesa, l'area di via Zabaglia torna nelle sue mani.
E siamo ai giorni nostri. Sembrerà assurdo, ma dal 2009 ad oggi non sì è mai stati così vicini ad una soluzione. Che è ancora lontana, ma si può iniziare a scorgere all'orizzonte. Il fatto che sia in Consiglio Municipale che in Assemblea Capitolina la logica del bene comune sia prevalsa su quelle di partito è già un segnale. Adesso ne aspettiamo altri. Come un percorso trasparente per stendere le linee guida di un eventuale bando. Campo Testaccio, c'avrai tanta gloria. Speriamo per sempre.
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