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Pellegrini terzo miglior assistman d'Europa: ecco perché alla Roma serve il suo ritorno

A Bergamo i giallorossi tornano ad appoggiarsi al regista offensivo. È davanti a Messi e De Bruyne per la genialità dei passaggi ma deve tornare al suo antico rendimento

PUBBLICATO DA Daniele Lo Monaco
12 Febbraio 2020 - 16:19

In una recente intervista concessa a Walter Veltroni per la Gazzetta dello Sport, Lorenzo Pellegrini ha stravolto un luogo comune con la lucidità di pensiero che usa in campo per mandare in porta i suoi compagni: «Sento dire che uno scudetto a Roma ne valga dieci. Ma io non ne voglio vincere uno così con la Roma. A me piacerebbe vincerne dieci. Che valgono dieci».

Ovvio che parlare di scudetto oggi da questa parte del Tevere possa suonare vagamente autocanzonatorio, ma l'intervista è stata concessa ai primi di gennaio, ben prima della pericolosa involuzione della Roma, e in qualche modo di Lorenzo stesso. Ma resta una frase bella e vera. E comunque non era certo la risposta alla domanda sul campionato di quest'anno, ma sul suo futuro, sugli anni a venire, sulla carriera che si immagina un ragazzo, perché di un ragazzo si parla, che ha il profilo ideale per diventare il punto di riferimento centrale della Roma per tutti i romanisti.

Basti leggere la classifica che ha pubblicare pochi giorni fa Calcio Datato elaborando dati di Wyscout. C'è da sgranare gli occhi, l'abbiamo ripubblicata, con il loro permesso, qui sotto. Hanno sommato, prendendo a riferimento i cinque principali campionati europei, il numero degli assist e il numero dei secondi assist (in pratica il passaggio prima dell'assist) di tutti i calciatori che abbiano giocato quest'anno per almeno 900 minuti, ed è uscito fuori che al terzo posto, in mezzo ai più celebrati campioni d'Europa, c'è proprio Lorenzo Pellegrini.

Lo precedono sul podio il 19enne talento inglese del Borussia Dortmund Jadon Sancho (con un dato di 1,08 tra assist e secondi assist in media a partita) e il più attempato tedesco del Bayern Monaco Thomas Müller, con un valore medio di 1,01. Poi c'è Lorenzo, con 0,98 (il dato scomposto è 0,31 assist e 0,67 secondo assist). In pratica sono i tre giocatori d'Europa che garantiscono alle proprie squadre una giocata vincente a partita di media.

Più staccati ci sono altri campioni: nell'ordine Mahrez, Suarez, Di Maria, De Bruyne, Verratti e Thorgan Hazard del Borussia. E poi c'è la classifica, più semplice, del numero di assist in assoluto, che non tiene conto dei minuti giocati: lì comanda il marziano belga del City, De Bruyne, con 14, davanti a Sancho con 13. In questa classifica Pellegrini è "solo" ottavo, con i suoi 8 assist, dietro Leo Messi (10) e pure dietro Luis Alberto (9). Eppure come media resta sempre al terzo posto, sopra De Bruyne.

Il fatto è che Lorenzo ha giocato meno degli altri. Di minuti ne ha sommati 1456 mentre De Bruyne per esempio è a 2119, tipo sette partite e mezza in più. E ultimamente ha giocato anche al di sotto del suo standard di rendimento. Tanto che non si capisce bene quale sia la causa e quale l'effetto: se è lui che giocando male in qualche modo fa rendere meno la squadra o se è la squadra che si deprime e trascina anche lui nel gorgo.

Di sicuro le pagelle del Romanista parlano chiaro: se a Firenze era stato - staccato - il migliore in campo (8 il voto), nel 2020 ha sommato ben tre insufficienze, evento assai raro per lui, nelle due partite contro la Juventus (5) e nel disastro di Reggio Emilia, peggiore in campo con 4 anche per via dell'espulsione che l'ha tenuto fuori poi anche col Bologna. Una spiegazione probabilmente c'è: nel finale della trionfale serata con la Fiorentina ha preso un pestone sul piede già operato a ottobre (per la frattura al quinto metatarso) che l'ha spaventato e ne ha ridotto la mobilità nei giorni successivi.

E quando è tornato in campo non è più sembrato esprimersi al meglio, forse anche per via dell'inattività del periodo natalizio. Il fatto nuovo poi è che sabato di pestone sul piede (ma stavolta è il sinistro) ne ha preso un altro, in allenamento, scontrandosi con Juan Jesus. Non dovrebbe essere niente di grave neanche stavolta, solo una contusione che lo ha costretto a terminare in anticipo il lavoro e ad abbassare un po' il ritmo nei giorni successivi. Ma Lorenzo sa che a Bergamo sarà decisiva e farà di tutto per non mancare.

Fonseca sembra aver pensato neanche solo per un momento di poter rinunciare a uno dei suoi gioielli in un momento tanto delicato. Niente stravolgimenti tattici peraltro. Davanti alla difesa ad affiancare Veretout salirà Mancini, con l'inserimento di un altro centrale (Fazio o Cetin) al fianco di Smalling. Lorenzo tornerà sulla trequarti, pronto a rinverdire la classifica degli assist, pronto a tornare decisivo per la sua Roma.

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