Lo Stadio della Roma ancora non c'è, ma già va a bilancio
Per Neep Holding Roma l'impianto che verrà ha già un valore di 380mila euro. Ritardi sulla Variante al PRG: il Comune non chiarisce sui tempi
Neep Roma Holding ha depositato in questo giorni il proprio bilancio presso il Registro delle imprese. Un bilancio da cui emergono alcuni particolari interessanti, anche se per lo più noti agli addetti ai lavori. Il primo che salta agli occhi è che per la controllante della Roma lo stadio, che pure ancora appare bloccato tra i mille cavilli della burocrazia, ha già un valore, non alto, ma significativo, al punto da essere incluso in un bilancio ufficiale. Questo valore, che corrisponde a 380 mila euro, è frutto degli 80 mila euro versati a As Roma spv llc per l'acquisizione delle quote in Stadio Tdv (la società costituita per la costruzione dell'impianto) e di circa 300 mila euro di rinuncia al rimborso di un finanziamento soci.
Niente di che. Si tratta per lo più di manovre fiscali tra controllate (As Roma spv llc è controllante di Neep) per garantire la regolarità dei bilanci. Manovre che però sono funzionali alla fase che tutti ci auguriamo possa iniziare quanto prima, quella della vera e propria costruzione. Dal bilancio di Neep emerge poi come siano stati corrisposti 35 milioni di euro di finanziamenti, in qualche modo legati allo stadio, 17,78 milioni versati in favore dell'As Roma, 17,2 milioni erogati a Stadio Tdv. Finanziamenti utili a «risolvere il contratto di finanziamento infragruppo sottoscritto tra la società e Stadio Tdv in data 16 maggio 2016 nonché a estinguere le garanzie a esso connesse». In sostanza ci si appresta a estinguere in questo modo il finanziamento di 30 milioni che Goldman Sachs aveva concesso alla Stadio Tdv, con a garanzia proprio la As Roma (che a sua volta si sarebbe potuta rifare su Neep). Tutti segni questi della volontà dell'azionista di garantire «supporto patrimoniale e finanziario costante», come certificato dal collegio sindacale di Neep nella relazione allegata al bilancio.
Una buona notizia sul fronte societario in un momento in cui invece non sembra tirare una bella aria. E certo non ci riferiamo all'interrogazione presentata in Campidoglio da Stefano Fassina (capogruppo di Sinistra Italiana) e da Cristina Grancio (la pasionaria del Movimento 5 stelle, prima espulsa e poi riammessa nel gruppo per le sue posizioni contrarie allo stadio). Un'interrogazione che lascia il tempo che trova, sia per la scarsa efficacia dello strumento utilizzato, sia per la poca accuratezza con cui è stata redatta. I problemi continuano ad arrivare dagli uffici tecnici dell'Assessorato all'Urbanistica di Roma Capitale. Dopo più di due mesi dalla chiusura della Conferenza dei Servizi e più di 15 giorni dalla chiusura del Verbale di Determina, non risulta ancora chiara la strada su cui il Comune intenda procedere per avviare la seconda fase dell'iter amministrativo. Da chiarire infatti i tempi per l'adozione della Variante Urbanistica (procedura regolare di almeno 60 giorni o iter accelerato della metà) e le modalità di approdo in Consiglio. Dubbi che ormai ci porteremo fino almeno al 4 marzo.
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