L'Eur diventa l'America: il gruppo Friedkin si prende la Roma
Continuano le verifiche tra le parti Presente anche Watts, presidente del gruppo Friedkin Incontro conoscitivo anche per il ds Petrachi
Una settimana cruciale per il futuro della Roma. Da qualche giorno, da quando sono sbarcati nella Capitale gli advisor del gruppo Friedkin che stanno esaminando le ultime carte relative alla due diligence delle 12 società che orbitano intorno alla Roma, è un via vai nella sede dell'Eur della società giallorossa.
E così sarà ancora per oggi e domani, con tutta probabilità, perché per tutta la settimana è stato requisito il piano superiore della sede di viale Tolstoj a questo fine. E per tutta la settimana la delegazione inviata nella Città Eterna dall'imprenditore texano soggiornerà a piazza della Repubblica, al centro di Roma. Si lavora, quindi, a chiudere nei tempi previsti (metà o fine mese) la fase più delicata dell'operazione che porterà la società giallorossa non a cambiare bandiera, perché Dan Friedkin è cittadino statunitense come James Pallotta, ma a cambiare stato americano e città di 1.867 miglia, "giusto" 29 ore in macchina con il percorso più veloce, da Boston a Houston.
Quello che non cambierà, almeno per la prima fase di insediamento dei nuovi azionisti di maggioranza, che potrà essere più o meno lunga nei tempi, sarà il management attuale. A partire dal Ceo Guido Fienga, che per altro aveva un rapporto preesistente con la famiglia Friedkin, figura cruciale della Roma attuale e che oggi più che mai la rappresenta anche nella trattativa in corso, con una permanenza di quasi sei anni e mezzo in società, e adesso detiene la carica più importante del club.
Ovviamente presente Fienga a viale Tolstoj così come gli altri dirigenti Manolo Zubiria e Francesco Calvo. Legata soprattutto ai risultati la situazione di Gianluca Petrachi e dell'area tecnica. Il direttore sportivo giallorosso nella giornata di ieri si è recato all'Eur insieme al fedele collaboratore Antonio Cavallo e ha avuto un incontro conoscitivo con gli emissari di Dan Friedkin che hanno movimentato la giornata nella sede cittadina della Roma.
Presente anche il presidente del Gruppo Friedkin in persona, Marc Watts. L'uomo più vicino a Dan nel gruppo, che ricopre quella carica dal 2011, l'anno in cui la società giallorossa è diventata a stelle e strisce. «Parleremo più avanti», ha detto l'alto dirigente del gruppo all'uscita dalla sede della Roma e prima di rientrare in hotel ai cronisti presenti per tutta la giornata in attesa di carpire una dichiarazione da qualcuno. Da registrare anche la presenza di ed Eric Williamson, vicepresidente del Friedkin Business e Development Group, e presidente anche della Friedkin Aviation.
Bocche cucite, ovviamente, da entrambe le parti. E così sarà molto probabilmente nei prossimi giorni. Una policy, potremmo dire, piuttosto coerente quella dei Friedkin, che hanno fatto intendere come non si esporranno fino a che i giochi non saranno definiti. Non che chi fa il mestiere di raccontare i fatti smetterà di cercarli, magari immaginando anche che camuffati come un certo De Rossi in tribuna all'Olimpico ci siano già stati, più che nascosti da giorni in una stanza di albergo, ma «avremo notizie a breve», come ha confidato Francesco Calvo,Chief Revenue Officer della Roma, in serata alla festa Utr all'Hotel Pineta Palace. I futuri proprietari della Roma sono aggiornati passo dopo passo su quanto avviene da questa parte del mondo, ma nel rispetto della proprietà di Pallotta e delle procedure burocratiche non sarebbe molto elegante apparire.
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