Veretout: "Vogliamo la Champions. I nostri tifosi mi stupiscono sempre"
Il centrocampista in un'intervista del 9 gennaio: "Lusingato di indossare questa maglia. Sento la fiducia di Fonseca e voglio arrivare in nazionale maggiore"
Il 9 gennaio Jordan Veretout ha rilasciato una lunga intervista a Le quotidien du foot, analizzando il suo arrivo e i primi periodi a Roma, l'ambientamento nella squadra di Fonseca e le sue ambizioni personali, col club e per la nazionale francese. Ecco le dichiarazioni del centrocampista.
Come hai vissuto il trasferimento a Roma?
"Con orgoglio e ambizione perché conferma i progressi dalla mia partenza da Nantes. Sono entrato in un grande club, con una storia prestigiosa, una grande squadra che gioca in Europa League. Essere in grado di avere accesso a una competizione europea faceva parte dei miei obiettivi, quindi c'erano solo vantaggi nel giocare in un club del genere. Sono ovviamente molto lusingato di indossare questa maglia famosa che è stata indossata anche da grandi giocatori e star internazionali".
L'estate scorsa hai avuto molte offerte, potevi andare altrove?
"Sì, ma non appena mi ha chiamato Paulo Fonseca al telefono, non ho esitato perché ha fatto un discorso interessante per convincermi (Erano interessate anche Napoli e Lione, ndr). Ho sentito che il tecnico portoghese voleva che venissi, che mi aveva visto giocare spesso e che con lui sarei potuto migliorare. E questo si è confermato. Nonostante io sia stato rallentato da un infortunio alla caviglia, sento la sua fiducia".
Quali ambizioni hai con la Roma?
"Sono in un club abituato a giocare in Europa, quindi aspira necessariamente ad arrivare in Champions League. Due anni fa erano in semifinale dopo aver ribaltato il Barça, quindi arrivare in fondo all'Europa League è un vero obiettivo, ma non fine a se stesso. La squadra è buona, il mercato l'ha ulteriormente rafforzata e il fatto che Dzeko sia rimasto è un segnale forte. Ci sono giocatori giovani e di talento come Kluivert, Zaniolo, Cengiz [...]".
Obiettivi personali?
"Ho già conosciuto l'Europa con il Saint-Etienne, voglio davvero tornare per rivivere quelle emozioni. A 28 anni è il momento, anche se il campionato rimane la massima priorità qui".
E la nazionale francese?
"Inevitabilmente è un mio obiettivo. Dopo essere stato convocato più volte (3) e aver vinto la Coppa del Mondo U20 (nel 2013 con la generazione Pogba, ndr) spero un giorno di tornare con la nazionale maggiore. È anche per questo che sono venuto a Roma, un grande club europeo che possa darmi tutti i mezzi per raggiungerlo".
In quale ruolo sei utilizzato da Fonseca?
"Proprio di fronte alla difesa (in uno schema 4-2-3-1, con Pellegrini, Cristante o Diawara, ndr), per garantire il recupero difensivo quando la palla viene persa e la prima impostazione quando la recuperiamo. Ho giocato così alla Fiorentina e mi sento a mio agio lì. Mi piace molto toccare la palla, quindi è una posizione centrale adatta a me. Ho fatto un passo indietro rispetto ai miei anni in Ligue 1, ma alla fine è praticamente in linea con le mie qualità e il mio desiderio di partecipare al gioco il più spesso possibile. Quando ho l'opportunità di andare avanti posso farlo, l'allenatore non mi trattiene. Al contrario, gli piacciono le squadre che giocano, i giocatori che si spingono oltre".
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Hai già giocato in tre dei cinque principali campionati europei, qual è la tua analisi per ciascuno?
"Tatticamente e anche fisicamente, la Serie A è la più difficile e allo stesso tempo molto interessante perché, quando riesci a crescere, come lo è stato per me per due stagioni, è la migliore. Se sei abbastanza fortunato da giocarci, migliori rapidamente. Rispetto alla Premier League (aveva giocato all'Aston Villa, ndr), in Ligue 1 (Nantes e Saint-Etienne, ndr), è il più completo perché trovi squadre di altissimo livello e con stili di gioco molto diversi".
Com'è l'atmosfera allo stadio Olimpico?
"Ogni volta che giochiamo in casa sono sempre colpito da questo stadio, dalla passione di tutti i nostri tifosi. Rispetto a quello a cui ero abituato, è un passo avanti, di altissimo livello".
La vita è bella a Roma come a Firenze?
"Sono due città meravigliose, sinceramente, giocando ogni tre giorni non ho tempo di visitarla. L'importante è che alla mia famiglia piaccia ed è felice lì (ha una relazione con Sabrina e ha due figli: Kaylie e Aalyah, ndr). E siccome la mia partner è innamorata dell'Italia, l'importante è che io rimanga in questo paese (ride ndr)".
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