Totti: "Da dirigente ero ingombrante. Tornare alla Roma? Mai dire mai"
L'ex dirigente giallorosso a Dazn: "C'erano alcune partite in cui sarei voluto scendere in campo, avrei fatto ancora la differenza. Mai pentito di aver rifiutato il Real"
Francesco Totti ha rilasciato un'intervista a Dazn all'interno del programma "Linea Diletta" con la giornalista Diletta Leotta. Ecco le sue dichiarazioni:
La caratteristica principale della Totti Soccer School?
"L'unione e la compattezza di tutta la gente che vuole far crescere i giovani in modo armonioso e giocoso. Prima venivo di meno, adesso ho più tempo".
La prima lezione quando entri dentro un campo da calcio?
"La prima cosa è la tecnica e la coordinazione, poi la voglia di divertirsi".
Se un giorno Cristian facesse un cucchiaio cosa gli diresti?
"Prima deve riuscirci, perché non è facile. Eseguirlo è diverso".
Non torneresti mai alla Roma
"No, mai dire mai".
Ma alla fine perché il dirigente non te lo hanno fatto fare?
"Perché ero ingombrante (ride, ndr)".
Le esultanze le preparavi prima o erano spontanee?
"Alcune le preparavo prima, altre erano spontanee. La mia fortuna è stato l'istinto e la spontaneità. Tutti erano chiusi prima della partita, io ridevo e scherzavo. Era il mio modo di preparare la partita".
Hai vissuto a cavallo tra due epoche: prima non c'erano i cellulari e adesso negli spogliatoi sono tutti con gli smartphone.
"Il cambiamento per me è stato negativo. Prima c'era più spontaneità, più dialogo o divertimento. Si andava nelle altre camere, c'era più contatto. Oggi ti chiudi in camera da solo, e per me è la depressione. Per come sono abituato io avrei faticato".
Zaniolo può fare la carriera di Totti nella Roma?
"Un po' tutti sperano che Nicolò possa fare grandi cose. I mezzi li ha, poi sta a lui dare continuità al lavoro che sta facendo".
Non parli più come un calciatore, parli da dirigente.
"Diciamo che ho conosciuto entrambi i mondi. Da calciatore ero più me stesso, mentre da dirigente devi essere più pacato. Devi stare attento a quello che dici, le parole sono fondamentali".
C'è mai stata una partita in cui saresti voluto entrare in campo?
"Certe volte mi sarei strappato i vestiti. Da fuori è tutto più facile. Ma so che sono due cose totalmente diverse. In tante partite avrei avuto voglia di giocare, perché penso che avrei potuto dire ancora la mia".
Hai un amore incondizionato per questo sport.
"È sempre stata la mia passione. Quando lo fai con voglia, determinazione e spensieratezza fai le cose con grande tranquillità. Pensando così ti riescono tante cose che non pensavi di poter fare. Poi c'è sempre una fine, una cosa un po' inaspettata ma giusta. I primi due anni non riuscivo a metabolizzarla perché non è stata una scelta mia".
Nella tua biografia dici "Come faccio a essere degno di tutto l'amore che mi ha dato il calcio", l'hai trovata una risposta?
"No, perché è difficile da trovare. La gente ti identifica per quello che fai in campo, ma soprattutto per il fatto di essere rimasto sempre me stesso. Sono stato abbastanza ripagato".
Cosa vuoi fare da grande?
"Vorrei far crescere tanti giovani. Non dico di fargli fare il percorso che ho fatto io, perché oggi girano più soldi e si pensa più a guadagnare che al proprio club".
Ti sei mai pentito della tua scelta?
"No, mai. C'e stato un momento in cui stavo per staccarmi dalla Roma. Quando mi ha chiamato il Real Madrid ho avuto un po' di dubbi. Infatti ad oggi tanti giocatori di quel Real mi dicono "Tu sei matto", perché ho rifiutato un grande club. Ho fatto una scelta d'amore che non rinnego. Per me è stata una doppia vittoria. Rimanere 25 anni con la maglia della tua squadra del cuore per me è la vittoria più grande".
Oggi se fossi un procuratore e avessi un Francesco Totti a 25 anni con una richiesta del genere, cosa faresti ?
"Se giocasse alla Roma... no sicuramente non giocherebbe nella Roma perché a 25 anni già se lo sarebbero comprato...farà fatica a rimanere così a lungo nella Roma".
Vorresti fare il procuratore?
"No, mi piacerebbe fare lo scouting e scoprire i giovani".
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