Friedkin non ha ancora parlato ma ha già detto tutto
Di fatto l’hanno messa già all’angolo, obbligato a vincere e a non vendere. Non dia retta agli adulatori di mestiere. Provi a capire l’emozione che suscita la parola Roma
Ricapitolando. La Roma vincerà lo scudetto. Poi la Champions League. Per il mondiale per club è solo questione di tempo. Zaniolo e Pellegrini non li venderà. È intenzionato a fare della Roma il club più grande al mondo. Meglio fermarsi qui. Anche perché tutto questo, poi, lo avrebbe detto senza essere ancora il proprietario della Roma e senza, soprattutto, aver mai parlato ufficialmente. Perché con tutto il rispetto del lavoro di chiunque, se ci si basa sulle (presunte) confidenze al suo entourage, allora può valere tutto, anche che si presenterà da queste parti accompagnato da qualche improvvisato alieno.
Benvenuto nel variegato mondo della comunicazione romana e romanista, mister Dan Friedkin. Forse mister Pallotta qualcosa a proposito le aveva già detto, ma certo il tappeto con cui i maggiordomi di tutti, basta che rispondano al telefono, la stanno aspettando, tutto è meno che rosso. Meglio diffidare, mister Friedkin, è una trappola. Gli stessi che ora la ringraziano, saranno i primi, in caso di (presunte) promesse non mantenute, a metterla sul banco degli imputati, novelli Bruto con l'aggravante di essere pure invertebrati. Perché, come speriamo non dovrà mai scoprire, quello che le stanno stendendo è il tappeto che usano i fachiri.
Di fatto l'hanno messa già all'angolo, obbligato a vincere e a non vendere i gioielli di famiglia, altrimenti chieda cosa può succedere, in questa città, a mister Pallotta. Per certi versi ci sembra un film già visto. Con la sola differenza che l'attuale proprietà ci aveva messo del suo, roba del tipo da principessa la faremo diventare regina, in cinque anni vinceremo e via discorrendo. Lei, invece, non solo non è ancora il proprietario della Roma, ma non ha ancora detto una sola parola sull'avventura che si sta preparando ad affrontare.
Magari tutto questo le servirà per misurare le parole nel momento in cui si presenterà nella città eterna per spiegarci perché ha voluto la Roma e quali saranno gli obiettivi da inseguire nei prossimi anni. Faccia tesoro di quello che è stato detto nei confronti dell'attuale proprietà, di tutti i bastoni tra le ruote che sono stati messi nella vicenda stadio, dell'antipatia verso gli americani cavalcata da chi, travestendosi da tifoso della Roma, l'ha diffusa in questa città purtroppo popolata pure da troppi nani e ballerine.
Non ripeta gli errori di comunicazione fatti in questi ultimi anni, errori che sono stati alla base di un feeling mai nato perché era arrivato lo straniero, dimenticando che lo straniero aveva comprato la Roma sull'orlo del fallimento da una banca perché lì era finita, al contrario di quello che viene oggi ancora raccontato da qualcuno.
Più che promettere, cerchi di capire Roma e i romanisti. Insegua l'empatia che Pallotta non ha mai trovato con la gente giallorossa. Non dia retta agli adulatori di mestiere. Provi a capire l'emozione che suscita la parola Roma. Se ci riuscirà, sarà in grado di mantenere le (presunte) promesse. Trascinato da Roma e dai romanisti.
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