Dzeko, Lukaku, Smalling e gli altri: Inter-Roma sa di Manchester
L'inglese è stato compagno dell'attaccante belga insieme a Mkhitaryan e Sanchez ai tempi dello United, mentre Edin e Kolarov hanno fatto grande il City
San Siro, provincia di Manchester: domani sera a Milano, quando Roma e Inter scenderanno in campo per darsi battaglia, per qualcuno sarà una sorta di derby. Al netto delle condizioni di Edin Dzeko, che tengono in apprensione Paulo Fonseca, Aleksandar Kolarov si troverà di fronte Romelu Lukaku: il serbo, che in Inghilterra ha vestito soltanto la maglia del City, ha affrontato più volte il centravanti belga durante le peregrinazioni che hanno portato quest'ultimo a vestire le maglia di Chelsea e West Bromwich Albion. A Manchester, invece, i due non si sono mai affrontati, perché l'interista si è accasato ai Red Devils proprio quando il terzino sinistro firmava per la Roma.
Fortemente voluto da Mourinho, il ventiseienne belga trovava in rosa Chris Smalling e Henrikh Mkhitaryan, freschi vincitori dell'Europa League in finale contro l'Ajax: il 24 maggio 2017 i gol di Pogba e dell'armeno ora in prestito alla Roma regalavano il trofeo allo United.
Perciò il debutto di Lukaku in maglia rossa avveniva l'8 agosto nella Supercoppa Uefa contro il Real Madrid, detentore della Champions: esordio con gol per il possente attaccante, che però non riusciva a evitare la sconfitta con i Blancos. Se Smalling ha giocato 72 gare totali assieme all'interista, per Mkhitaryan sono state molte di meno: 21 per la precisione, tra l'agosto 2017 e il gennaio 2018. E qui entra in gioco Alexis Sanchez.
Staffetta Micki-Sanchez
Il mercato invernale del 2018 infatti fa sì che i destini del cileno e dell'armeno si incrocino: per arrivare al sudamericano, all'epoca in forza all'Arsenal, Mou non bada a spese. In totale cinquanta milioni di sterline e il cartellino di Mkhitaryan ai Gunners, firmando un contratto che gli permette di guadagnare 14 milioni all'anno, 27 milioni lordi. È il sudamericano il partner individuato dall'allenatore portoghese per fare coppia con Lukaku, ma in bacheca - a differenza del passato - entrano "zeru tituli".
Con Micki 1.274' in totale per il nerazzurro, 5.501' con Smalling. Tra l'inglese e il numero nove è feeling immediato, tanto che Lukaku - scoperta la dieta vegana del compagno - gli ha chiesto consiglio più volte su ricette e piatti specifici. Domani, però, al di là della stretta di mano di rito prima della gara, i due si ritroveranno da avversari e non ci sarà tempo per rivangare il passato.
Quel trionfo in extremis
Il 23 maggio 2012 è la data che l'altra metà di Manchester, quella light blue, non dimenticherà mai: sotto 2-1 in casa con il QPR al 90', il City di Mancini ribalta il risultato e conquista un titolo atteso quarantaquattro anni. Il 2-2 lo firma Dzeko, protagonista assoluto pur subentrando dalla panchina al 68'. Il 3-2 è di Aguero.
Lo United di Smalling è beffato in extremis, Kolarov rimane in panchina ma al triplice fischio fa festa con Edin. Il bosniaco, in dubbio per la gara di domani a causa dell'attacco influenzale, spera di riuscire a incrociare la strada di Lukaku; stesso obiettivo per Mkhitaryan, rientrato con un gol a Verona dopo due mesi di stop; Smalling ci sarà sicuramente, così come Kolarov; forfait obbligato invece per Sanchez. È Inter-Roma, ma ha un sapore di Manchester.
© RIPRODUZIONE RISERVATA