Roma corsara, dal derby a Verona: tutti i nostri 400 colpi in trasferta
Raggiunta la cifra tonda di vittorie in trasferta nella Serie A a girone unico. La prima contro la Lazio l’8 dicembre 1929, la centesima a Lecco, la trecentesima a Udine
Quattrocento di questi giorni, e anche di più: è quello che tutti ci auguriamo dopo la vittoria di Verona. Un successo prezioso in ottica Champions League che rappresenta anche un traguardo importante nella storia della Roma: la quattrocentesima vittoria in trasferta nella Serie A a girone unico. Un percorso lungo novant'anni esatti, perché la prima gioia esterna (e che gioia!) arriva l'8 dicembre 1929 ed è la più dolce che si possa immaginare: nel primo derby della storia, giocato allo Stadio della Rondinella, stabiliamo una volta e per sempre la nostra superiorità in quella che in teoria sarebbe casa loro.
«Sapevamo che a Roma la maggioranza del pubblico volge le sue simpatie ai giallorossi - scrive all'indomani Il Littoriale - Credevamo tuttavia che anche gli azzurri avessero larga messe di simpatie. Ci siamo dovuti ricredere: i nove-decimi dell'immenso pubblico che ha gremito lo Stadio della Rondinella agitavano bandierine giallorosse, incuorando i beniamini! Si può dire obiettivamente che la Lazio ha giocato... in campo avversario». Tutto chiaro, fin da allora. La partita, per la cronaca, la decide Rodolfo Volk con un gol al 73', che stabilisce una volta per tutte (semmai ce ne fosse bisogno) le gerarchie.
Lojacono fa cent(r)o
Per raggiungere la tripla cifra in trasferta bisogna aspettare il 1961: nel mezzo, la cinquantesima vittoria in trasferta arriva nell'anno del primo Scudetto, a Genova. Il Liguria è battuto 3-0, i gol (tutti nel secondo tempo) portano le firme di Coscia, Cappellini e Amadei: è la prima gara del 1942 e i giallorossi di Schaffer, reduci dallo 0-0 casalingo con il Torino, riprendono la loro marcia che li porterà dritti al tricolore. Quota cento viene raggiunta a Lecco, dove un missile su punizione di Lojacono è sufficiente per vincere: è il 4 ottobre 1961; una settimana dopo, all'Olimpico, la Roma conquista la Coppa delle Fiere battendo in finale il Birmingham.
Di nuovo nel Nord-Italia per celebrare il duecentesimo successo, ventinove anni dopo: di mezzo c'è stata la Roma di Liedholm, Di Bartolomei e Falcao, quella capace di dominare in Italia e di arrivare a un passo dal tetto d'Europa. Nel 1989-90 le ambizioni sono state in parte ridimensionate, ma è la squadra di Gigi Radice, quella del Flaminio, quella che «sta a gioca' cor core». A Cremona, il 14 aprile 1990, è il "Tedesco Volante" Rudi Voeller a firmare l'1-0 a 10' dalla fine. Arrivano due punti fondamentali per la qualificazione in Coppa Uefa: un torneo, quello dell'anno seguente, che ci vedrà assoluti protagonisti.
Da Udine a... Udine
Contro il Vicenza, il 26 febbraio 2001, la partita sembra stregata: all'80' la Roma di Capello è ancora inchiodata sull'1-1. Si gioca in campo neutro a Udine, e a tirare fuori il coniglio dal cilindro pensa Vincenzo Montella, con una staffilata dalla distanza che - complice il forte vento - non lascia scampo all'ex Sterchele; subito dopo raddoppia Emerson. Per i giallorossi (quel giorno in blu) è la quinta vittoria di fila, la duecentocinquantesima in A e ha il retrogusto di un trionfo atteso diciotto anni.
Sette anni dopo arriva la trecentesima perla, guarda caso di nuovo al Friuli, stavolta contro l'Udinese: un'altra partita ostica, che la Roma di Spalletti vince in rimonta per 3-1 con i gol di Taddei, Vucinic e Giuly. È il 13 aprile 2008, praticamente diciotto anni esatti dopo quella vittoria firmata Voeller a Cremona. E si resta sempre al di sopra del Po anche per la gioia esterna numero 350: a Bergamo un altro ribaltone per gli uomini di Rudi Garcia, che vanno sotto contro l'Atalanta dopo 2', ma hanno la forza di rimontare già nel primo tempo con Ljajic e Nainggolan. È il 22 novembre 2014, poco più di cinque anni fa. Domenica scorsa il quattrocentesimo colpo, per dirla alla Truffaut: stavolta non c'è stato bisogno di rimontare uno svantaggio, ma di certo la sfida con il Verona non è stata semplice. Con il carattere e lo spirito di gruppo, i ragazzi di Fonseca l'hanno portata a casa: ecco perché c'è da augurarsi che in tempi brevi ci siano altri quattrocento di questi giorni.
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