Francesca Costa: "Restiamo coi piedi per terra e godiamoci tutto quello che viene"
La madre di Nicolò Zaniolo, ha parlato di suo figlio e dei messaggi di discriminazione rivolti verso di lei: "Nel 2019 è ancora difficile essere donna"
Francesca Costa, madre del giocatore della Roma Nicolò Zaniolo, è stata intervistata ai microfoni di Retesport. Queste le sue parole:
Vogliamo celebrare Nicolò: a 20 anni una doppietta in Nazionale. Non è una cosa da tutti, come l'hai vissuta?
"Ero a La Spezia dai miei genitori. Il nonno è il primo tifoso, lo portava spesso lui agli allenamenti, e non perde neanche una.sua partita. L'abbiamo vista tutta, tutti insieme".
Come si chiama il nonno?
"Ha un nome un po' particolare, molto romano: Centurio".
Nicolò è l'unico nipote maschio?
"No, ne ha anche un altro, ma a calcio ci gioca solo lui".
Eravate contenti, ve lo aspettavate?
"Sì, certo. Non ce lo aspettavamo, eravamo tranquilli e non pensavamo che subito facesse gol e che poi addirittura ne facesse un altro. Io piangevo, mio marito esultava insieme a mio padre. Sinceramente non ci abituiamo mai".
Nicolò sta diventando grande sia in campo che fuori, come si vede dalle sue dichiarazioni, non dimostra 20 anni...
"Si, è vero, è molto maturato. È pacato e tranquillo. Ogni tanto prende qualche gallo, è vero, però fuori dal campo è tranquillo, non esce mai e fa una vita regolare. Quasi non sembra un ventenne".
Dove può arrivare secondo te? Lui ha delle aspettative?
"Lui ha i suoi sogni e se li custodisce gelosamente. Li esterna solo quando si realizzano. Sinceramente, non so per quale motivo, forse per scaramanzia o altro. Non saprei, non dice niente. Io spero per lui il massimo, il Pallone D'oro, il massimo della vita per un calciatore. In ogni caso, siamo tutti coi piedi per terra, e solo così ci possiamo godere di più tutto quello che viene".
Ha baciato lo stemma, che significa baciare tutta la città. Si è saldato il rapporto con la società, con i tifosi?
"Non penso avesse problemi né con i tifosi né con la Roma. Questo è stato sicuramente un suo modo per ringraziare i tifosi. Loro lo apprezzano anche quando cammina per strada con dimostrazioni d'affetto e così li ha voluti ringraziare. Per lui è una cosa semplice da fare, ma ha una valenza profonda che tutti sappiamo".
Ha un legame con la famiglia molto forte, anche con la sorella è molto stretto, sembra un ragazzo d'altri tempi, nonostante magari uno veda i social, i tatuaggi...
"I tatuaggi sono tutti ispirati a noi, ne ha uno con scritto "Family", per noi che siamo la sua famiglia. Sono tutti ispirati ai suoi affetti, noi, i suoi amici".
È molto legato anche con la Roma, con Fonseca e coi compagni, specialmente i più grandi che sembra l'abbiano preso sotto la loro ala.
"Spero che continui così e che la sua semplicità e umiltà possa essere vista anche dai suoi compagni".
deve ancora prendere la patente, ti sei stancata di accompagnarlo?
"Glielo dico da quando ha 18 anni, ma ancora niente. Vorrei solo che fosse indipendente, ma non ha tanta voglia di studiare. Forse è un po proibitiva per questo. Comunque, io voglio solo la sua serenità. Se sta bene così che lo accompagno io per me non c'è problema. Quando lui è contento e tranquillo io lo sono con lui".
Hai preso una posizione forte quando hai parlato degli insulti sessisti che sono equiparabili quelli razzisti. È importante mettere attenzione su queste situazioni che si vivono ogni domenica.
"Io non l'ho vissuta direttamente allo stadio, a parte nel derby. Di solito gli insulti mi arrivano su Instagram attraverso i messaggi privati. Penso che oramai non sia più una questione di sfottò. Credo si voglia solo ferire la persona se le mandi per posta privata. Così diventa relativo alla persona e non più al calcio. La cosa che mi stupisce, poi, è che ci sono tanti ragazzini che mi scrivono tante cose brutte. Penso sempre che sarebbe come se mia figlia che ha solo 15 anni, vada ad insultare un uomo sui social. Che faranno i ragazzi da grandi se hanno come esempio queste persone che cantano allo stadio queste cose? Mi dicono, poi, che voglio sfruttare mio figlio famoso per mettermi in mostra Non è così. Non è bello mostrarsi attraverso le cose brutte che ci dicono. Non è giustificato dal fatto che in passato altre siano state zitte. Semplicemente, non è giusto. Credo che ancora non sia facile, nel 2019, essere donna".
Con i social, poi, si può arrivare più facilmente alla persona
"Esatto, prima era più difficile mentre ora è più facile. Alla fine, però, ho deciso che tutto deve rimanere fine a sé stesso. Non ho voluto più leggere niente né di positivo né di negativo. Purtroppo però, le devo leggere quando mi arrivano in privato sul mio account".
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