Figc, Tommasi: "C'è bisogno di cambiamento. Lotito? Credo che la risposta a Italia-Svezia debba essere un'altra..."
"Serve una rivoluzione culturale. Il nome di Demetrio Albertini sarebbe concreto ma purtroppo non è ricercato da altri"
Il presidente dell'AIC, candidato alla presidenza della Figc, Damiano Tommasi ha parlato ai microfoni di Sky Sport dopo l'assemblea straordinaria elettiva della Lega nazionale dilettanti, che ha indicato Cosimo Sibilia come candidato alle prossime elezioni federali. Queste le sue parole:
Sibilia ha fatto intendere che sarebbe disposto ad affidare la componente tecnica a voi. In questo caso farebbe un passo indietro?
La candidatura non è per la ricerca di un ruolo, ma per cercare di dare un'altra impronta a questa federazione. Il progetto tecnico deve essere centrale, non un settore dedicato a qualcuno. Il tema sportivo deve essere il tema principale della discussione. Se così non fosse diventa difficile uscire da questo momento. C'è bisogno di cambiamento, di una risposta nuova. Di poter pensare che nei prossimi 10 anni si possano fare cose diverse.
Ha parlato di "federazione attraente da mettere in piedi". Possibile con tutti questi personalismi?
Sicuramente non è impossibile. E' il mio obiettivo. Cercare di creare le condizioni per cui lavorare per la federazione sia l'ambizione di tutti. Per fare questo servono persone, idee e dare l'impressione che si sta pensando al futuro e non al prossimo orizzonte.
Crede nella candidatura di Lotito?
Non è impossibile, visto che dice di avere le firme necessarie. Abbiamo parlato. Non so se scriverà nel programma eventuale queste idee o meno. Credo che la risposta a Italia-Svezia debba essere un'altra.
Quanto sposterebbe la candidatura di Lotito?
Evidenzierebbe il perché non siamo andati al Mondiale... Questo sarebbe il messaggio all'esterno. Ci auguriamo che il 29 venga eletto il presidente e faccio ciò che serve.
Lei il primo a candidarsi. Si aspettava questo scenario?
Quando l'ho fatto, l'ho fatto perché ho pensato alla risposto da dare al momento. La nostra categoria ha sempre pensato al suo compito. Abbiamo ritenuto di candidare il sottoscritto perché sarebbe un modo per tornare a parlare di calcio anche nel consiglio federale. La via unitaria era difficile e non volevo che la mia candidatura fosse contro. La mia c'è perché c'è una via da portare avanti. Siamo disponibili a trovare un nome che inizi a parlare di calcio.
Serve un'impresa o è più facile essere eletti?
L'impresa è culturale eventualmente. Sento dire da troppe parti "sindacalista".. Ognuno di noi sa che ruolo riveste. Se mi candido è perché mi piace portare questo termine in federazione. Un presidente che abbia un percorso sportivo prima che dirigenziale sia una rivoluzione culturale. Quello che serve in questo momento.
Albertini è un nome che metterebbe d'accordo tutti?
Il nome di Demetrio è concreto ma purtroppo non è ricercato da altri. Questo è il problema. Cerchiamo una persona che possa portare avanti la progettualità che abbiamo messo nei nostri programmi. Mi sembra di aver capito che gli unici a cercare qualcuno eravamo noi...
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