Parma-Roma, l'applauso sentito al di là della sconfitta
Curva Sud al Tardini: dai rioni e dai quartieri ecco l’invasione dei tifosi giallorossi. Apprezzato l’impegno nonostante il ko finale della squadra di Fonseca
È finita con l'onore delle armi concesso dai 4000 che hanno invaso Parma per quest'ultima sfida del miniciclo di sette: quando i giallorossi a fine partita si sono avvicinati al settore per applaudire idealmente uno per uno tutti quelli che erano arrivati fino a qui, la curva ha risposto con un altro applauso sentito e spontaneo, intonando l'ultimo "Forza Roma alè" della serata, se possibile più convinto ancora. Ci sono andati tutti sotto la curva, compreso capitan Florenzi che non gioca più, ma non fa mai mancare il suo sostegno da tifoso, dalla panchina. E poi tutti gli altri, quelli che hanno giocato: in prima fila Dzeko, Santon, Smalling, Mancini e Florenzi, appena dietro Ünder, Diawara, Zaniolo e Kolarov, e poi più dietro Veretout, Kluivert e Pau Lopez e Pastore in giubbotto.
Quando la Roma chiama, del resto, Roma risponde, così già parecchio tempo prima del fischio d'inizio le legioni romaniste si sono ritrovate dietro la porta dove si sono scaldati i portieri romanisti e dove nel secondo tempo attaccherà vanamente la squadra giallorossa. Erano 4000, e si sono fatti sentire e vedere, ad occupare non solo lo spicchio dietro la porta, ma anche quasi tutto il formaggino tra curva e l'equivalente della Tribuna Tevere. Presenti con la voce e con le pezze, stese sotto e sopra, cornice giallorossa di cuori giallorossi. Citiamo un po' alla rinfusa: Gruppo Ricky, Alessio, Appio Latino, Senza Tregua, Giovinezza, AntiLazio, Insurrezione Giallorossa, Frangia Ostile, XXI Aprile, Casal Bertone, Venezia Crew, Nel nome di Roma, Roma, Fedayn, Brigata De Falchi, R.V., Boys, Royalist, Magliana, Arditi, Torrevecchia, Como, Padova, Airc, Piemonte, Lupi Internazionali, Roma Club Verona.
Hanno tifato senza sosta, convinti di centrare la vittoria prima, con la speranza di rimediare almeno il pareggio dopo, fiduciosi nel futuro alla fine, come testimonia l'applauso finale. Hanno invocato il gol alla punizione di Kolarov e ci sono andati vicinissimi, dal loro privilegiato punto di vista. Il palo sembrava l'antipasto per qualcosa che sarebbe comunque arrivato ma che alla fine non c'è stato. Per il tripudio dei tifosi di casa, con cui c'era stata qualche scaramuccia prima della partita, con voci di uno stendardo rubato da un gruppo a un altro (nel linguaggio ultras è un affronto certificato), ma poi le cose allo stadio e nel deflusso hanno funzionato bene, nel percorso fino all'autostrada della carovana rientrante e per la stazione di chi ha scelto il treno. Senza voce. Ma con immutato entusiasmo.
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