L'Olimpico: dall'omaggio a 'Il primo Re' allo striscione per Antonio De Falchi
Contro il Milan si è vinto in dodici davanti a Totti, per la prima volta allo stadio dopo la separazione dal club del 17 giugno scorso
L'Olimpico torna a cantare "Grazie Roma". Non accadeva dalla partita di Europa League con il Basaksehir del 19 settembre scorso. L'Olimpico però non ha mai smesso di incitare la squadra e l'ha portata alla vittoria. A gettare davvero il cuore oltre l'ostacolo. Un ostacolo chiamato sfortuna, soprattutto, o emergenza. E ci voleva una Roma di cuore, compattata attorno ai suoi leader, Edin Dzeko in primis, che segna il suo primo gol con la maschera e chiama più volte lo stadio a sostenere ancora di più la squadra nel finale. Nicolò Zaniolo in secundis, che realizza il gol partita e bacia la maglia giallorossa. Fino ad arrivare all'ultimo dei gregari, quel Mert Cetin che esordisce in Serie A subentrando con il piglio giusto, al 77', e si presenta con dribbling, scivolate e concretezza da veterano, che entusiasmano l'Olimpico.
S'è vinta così, con la spinta di una Sud che ha cantato incessantemente e aiutato la Roma a soffrire per portare a casa tre punti che valgono più di una boccata d'ossigeno. Il colpo d'occhio nel pre-partita di Roma-Milan allo Stadio Olimpico, nel primo pomeriggio di ora solare della stagione è (quasi) da grandi occasioni, o per meglio dire da partitissime 2.0, quelle a cui ormai ci si è abituati, dove quasi 44.333 paganti (con un incasso di quasi 1,8 milioni di euro) è un buon successo. E ci mancherebbe che non tirasse così tanto una "classica" come Roma-Milan. Lo spettacolo di luci iniziale alla lettura delle formazioni ha lasciato subito la scena alle coreografie. Sì, al plurale. Perché mentre la Curva Sud srotola il suo omaggio a "Il primo Re" di Matteo Rovere, girato in protolatino e con protagonista Alessandro Borghi, che narra il mito della fondazione di Roma nel 753 a.C. e di cui la frase esposta dalla Curva Sud è stato il claim di lancio (l'enorme telo è stato srotolato durante l'inno della Roma: "Tremate, questa è Roma"), in Tribuna Tevere si alzano gli speciali cartoncini giallorossi prodotti con vernice anti-smog della campagna "Tifo pulito", promossa da Hyundai, partner del club, per la lotta all'inquinamento, a coprire tutta la capienza. E con il ricordo ancora vivo di Luisa Petrucci, la storica tifosa romanista con l'ombrellino, scomparsa nell'ottobre 2005: "Luisa sempre con noi" lo striscione in Tevere. E, immancabile per ogni Roma-Milan, quello di Antonio De Falchi, il tifoso giallorosso ucciso a Milano nell'89 ("Antonio De Falchi sempre con noi" si alza in Sud nella parte alta). La Sud, poi, non ha risparmiato don Fabio Capello, reo di esser scivolato in una gaffe sul percorso di Zaniolo, in settimana e al momento della sostituzione del numero 22 ha intonato un coro contro l'allenatore del terzo scudetto.
Il ritorno di Totti da tifoso
Non era ancora mai andato all'Olimpico a vedere la Roma da quel 17 giugno in cui il suo destino si era separato dal club della sua vita. Francesco Totti ieri è tornato all'Olimpico (inquadrato un paio di volte dalle tv, ma mai sul maxischermo dell'Olimpico), in compagnia di Giovanni Malagò, presidente del Coni, e del figlio Cristian, che fatalità ha voluto che proprio ieri mattina indossasse la fascia da capitano della Roma Under 15 a Trigoria nella gara contro il Crotone, ultimo in classifica. È rimasto fino all'ultimo, Totti, fino a quando il risultato non era in ghiacciaia, fino a qualche istante prima del fischio finale, quando si è dileguato in mezzo alla solita folla di persone e telefonini che hanno fatto capannello intorno al Dieci. Che è tornato allo stadio in una giornata importante per la Roma di Fonseca, quella che ha riportato tre punti in cassa.
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