Verso Roma-Milan: Romagnoli il più utilizzato, poi c'è Suso
L'ex giallorosso è il giocatore con più minuti in rossonero, dietro di lui lo spagnolo. Un centro per Leao, ma minutaggio in crescita, Rebic e André Silva non incidono
Poche certezze per il Milan, tra acquisti strapagati e giovani di talento che non riescono a completare la trasformazione in talenti affermati. E tra le poche certezze c'è Alessio Romagnoli, un ex che a Roma non viene rimpianto per la fede laziale (venuta fuori poche ore dopo la cessione): analizzando il rendimento, però, il discorso dovrebbe cambiare, visto che il ragazzo di Anzio, a 24 anni, ha già raccolto 172 presenze in serie A (il suo coetaneo Bryan Cristante, unico classe 1995 della rosa attuale, uno che fino a pochi giorni fa aveva la nomea di quello che non s'infortunava mai, è fermo a 114). Il numero 13 del Milan (in onore di Nesta, dopo che la dirigenza rossonera gli aveva fatto sapere che il numero 46, scelto per il tifoso nerazzurro Valentino Rossi, non era il massimo) è anche l'unico milanista che non ha saltato neppure un minuto in questo campionato, 720 su 720.
Poco dietro di lui (708': 7 partite intere, e una sostituzione ricevuta, dal connazionale Castillejo con la Fiorentina) c'è lo spagnolo Suso, che però non ha ancora trovato il primo gol (e infatti è contestato dai tifosi rossoneri, che hanno anche lanciato l'hastag #SusoOut). Poi Gigio Donnarumma, che ha saltato una sola partita, col Genoa, lasciando spazio a Reina: il 37enne spagnolo (il più vecchio della rosa, davanti al 33enne Biglia) ha commesso un errore clamoroso lasciando finire in rete l'innocua punizione di Schone, poi si è riscattato al 93', neutralizzando un rigore proprio all'ex regista dell'Ajax. Una parata che ha salvato l'1-2, non la panchina di Giampaolo, tra i pochi allenatori al mondo esonerati dopo una vittoria in trasferta.
Con il cambio di panchina, non è cambiato molto nell'undici titolare: Conti è partito nuovamente titolare a destra, per la seconda volta in campionato, ma solo perché Calabria era stato espulso nella partita prima (proprio come quando l'ex Atalanta aveva fatto l'esordio stagionale, con l'Inter). La mossa più importante di Pioli è stata l'esclusione di Piatek, che aveva fatto solamente due gol su rigore nella gestione Giampaolo. Era partito dalla panchina anche alla seconda giornata, quando in rosa c'era anche il costoso "regalo" di Jorge Mendes, André Silva, 24 presenze e la miseria di 2 gol nel 2017-18, la 25esima quest'anno, i 61' iniziali di Milan-Brescia, decisa da Calhanoglu (2 gol quest'anno). E Piatek ha reagito bene all'esclusione, trovando il primo centro su azione, una volta subentrato a Paquetà, anche se non è bastato per fare bottino pieno col Lecce a San Siro (!), visto il 2-2 a tempo scaduto di Calderoni. Al posto di André Silva il Milan si è fatto dare Rebic, che in A aveva già giocato con Fiorentina e Verona, raccogliendo la miseria di 18 presenze e 2 gol, a cui quest'anno ha aggiunto 4 spezzoni, piuttosto anonimi. Un solo gol per Leao, ma minutaggio in crescita, dopo i 16' della prime 3 giornate: il ragazzo si farà.
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