Stadio della Roma, altra accelerata
Possibile dimezzamento dei tempi per la Variante al Piano regolatore. Eurnova non va a Londra da Pallotta, ma a Milano per incontrare potenziali investitori
Accelerata sul nuovo stadio della Roma. La giornata di ieri ha fatto registrare importanti passi avanti verso la costruzione del nuovo impianto giallorosso. Come previsto infatti l'Assessorato all'Urbanistica di Roma Capitale è stato palcoscenico di alcuni importanti incontri volti alla predisposizione dei due documenti intorno cui gireranno le sorti di Tor di Valle, la Variante Urbanistica e la Convenzione. Partiamo dal secondo documento, quello che regolerà i rapporti tra pubblico e privato e che andrà, una volta sottoscritto dalle parti, approvato dalla Giunta e dall'Assemblea. Su questo gli incontri tra gli uomini dell'Assessore Luca Montuori e quelli di Eurnova sono frequenti e vanno avanti già da alcuni giorni. Un ulteriore confronto ci sarà probabilmente mercoledì prossimo. Ma le date sono in questo caso puramente indicative, essendo gli uomini di Parnasi impegnati in una miriade di incontri, istituzionali ma soprattutto con potenziali investitori (questa settimana il costruttore romano sarà per esempio a Milano, smentendo in questo modo chi lo voleva a Londra con la dirigenza giallorossa). La Convenzione non rappresenta un problema e la volontà comune è quella di riuscire a produrre il documento in tempi rapidissimi.
La novità invece arriva dalla Variante al Piano Regolatore Generale, dispositivo inserito nel verbale di determina della Conferenza dei Servizi. Proprio questo aspetto sta facendo emergere in queste ore la volontà di riconoscere al passaggio quelle specifiche di urgenza che sostanzialmente dimezzerebbero i tempi di approvazione. Come infatti previsto nella "Relazione di accompagnamento agli emendamenti" del decreto legge 24 aprile 2017 numero 50, la Legge sugli Stadi per capirci meglio, «il verbale conclusivo è volto a ottenere contemporaneamente, a fini acceleratori, il duplice risultato della compatibilità urbanistico-edilizia e ambientale». Ed ancora che «per ragioni acceleratorie, si stabilisce che la variante al piano urbanistico, disposta dal verbale, costituisca dichiarazione della pubblica utilità, indifferibilità e urgenza dell'opera». Ed infine che «il verbale conclusivo costituisce la sola adozione della necessaria variante, la cui definitiva approvazione è rimessa al consiglio comunale nella prima seduta utile».
Secondo quanto scritto in queste poche righe dall'ufficio legislativo della Presidenza del Consiglio dei Ministri verrebbe riconosciuto, grazie appunto alla Legge sugli Stadi, all'intero procedimento burocratico in essere quel regime di eccezionalità ed urgenza che permetterebbe l'adozione della Variante in 30 giorni invece dei canonici 60. Un dimezzamento dei tempi che garantirebbe al progetto di evitare alcuni passaggi scomodi proprio a cavallo delle prossime elezioni e che quindi costituirebbe un risparmio più che considerevole di tempo. Dai proponenti filtra come questa non sia una semplice interpretazione della legge, ma l'unica interpretazione possibile. Dal Comune invece sembrerebbero essere più cauti. Certo quelle parole, indifferibilità e urgenza, non sembrano lasciare spazio a molti dubbi, e per questo, anche negli uffici del Campidoglio, comincia a farsi largo questa possibilità. Un dimezzamento dei tempi che farà storcere il naso a qualcuno, ma che invece sempre più appare come unica strada possibile.
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