Bologna-Roma: da Krieziu a Batistuta, quando l'Emilia era terra di conquista
Trasferta storicamente ostica: la prima vittoria arriva nel 1941-42, mentre nel 2001 segue un altro successo prezioso, alla prima di ritorno, per avvicinarsi al tricolore
Tra la via Emilia e il tricolore: parafrasando il celebre album di Guccini, Bologna è terra di conquista per la Roma, che in casa dei rossoblù ha ottenuto in più di una circostanza punti preziosissimi. Trasferta ostica, quella dello Stadio del Littoriale prima e del Dall'Ara oggi: lo dimostra il fatto che il primo successo romanista a Bologna risale al 1941, nell'annus mirabilis che ci guiderà al primo Scudetto della nostra storia. Dopo il roboante 5-1 al Napoli nella gara d'esordio, alla seconda giornata gli uomini di Schaffer fanno visita ai rossoblù, campioni d'Italia in carica: il 2 novembre i gol arrivano tutti nel secondo tempo; apre Donati, pareggia Andreoli, quindi a 8' dalla fine è Naim Krieziu a regalarci la vittoria.
Il quotidiano Il Littoriale, all'indomani, scrive: «Dopo 13 anni di vani tentativi, grazie alla partita maiuscola dell'intera squadra, i giallorossi espugnano il campo del Bologna».Negli anni seguenti arrivano numerose sconfitte, complici anche gli ottimi risultati del Bologna tra gli Anni 50 e 60. Nell'anno del secondo Scudetto giallorosso, loro sono in Serie B (e chiuderanno con la retrocessione in C). È l'11 febbraio 2002 che la Roma centra una vittoria preziosa in terra bolognese: tre punti che, sommati a quelli ottenuti una settimana prima a Parma, fanno del giro di boa uno snodo determinante per il delirio finale. Quel giorno l'atmosfera al Dall'Ara è surreale: si piange la morte del giovane difensore rossoblù Niccolò Galli, venuto a mancare due giorni prima per un incidente in motorino mentre tornava a casa dopo l'allenamento. Guidolin e Capello, sulle rispettive panchine, non trattengono le lacrime.
Prima della gara, inoltre, ci sono state delle cariche della polizia nei confronti delle due tifoserie: il romanista Riccardo Spoletini, 31 anni, cade dalle scale e finisce in coma. Si gioca in un clima plumbeo, reso ancor più rigido dal freddo. La Roma senza Totti, Aldair e Assunçao, non brilla: Batistuta sblocca la partita su rigore, quindi raddoppia Emerson (alla prima da titolare); i padroni di casa restano in dieci dopo 22' per il rosso a Binotto (fallo di reazione proprio sul centrocampista brasiliano). Eppure nella ripresa c'è da soffrire, perché Brioschi accorcia le distanze al 51'. Ma gli oltre diecimila romanisti al seguito fanno sentire Tommasi e compagni a casa, li sostengono quando vedono la squadra vacillare, e alla fine arrivano i tre punti vitali. Fanno festa anche i circa trentamila che hanno assistito alla partita dai maxischermi dello Stadio Olimpico: un'usanza molto in voga in quegli anni, che quel giorno per la prima volta si rivela felice. Ma quello era un anno magico: avevamo un appuntamento con la Storia.
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