AS Roma

De Rossi: "Avrei fatto dieci ore di macchina per vedere la Roma"

Il capitano romanista si racconta: "Non sono molto legato ai social e a tutte queste iniziative"

PUBBLICATO DA La Redazione
02 Gennaio 2018 - 09:49

«Ho una passione per il calcio e per la Roma: se non avessi fatto il calciatore, avrei fatto dieci ore di macchina per andare a vedere la Roma in trasferta». Una dichiarazione d'amore - l'ennesima - firmata Daniele De Rossi, che in un'intervista rilasciata al canale YouTube di Ginnika ha parlato di tutto un po': moda, sport, hobby e, inevitabilmente, dell'amore per i colori giallorossi. Una passione che, secondo il capitano romanista,non è poi così diversa da chi passa ore in fila davanti ad un negozio per acquistare un paio di scarpe: «Abito in centro e vedo ragazzini in file di centinaia di metri per gli articoli sportivi. Se penso ai miei figli vorrei che seguissero con dedizione ciò che li appassiona, pur restando nei limiti dell'equilibrio. Chi fa tre ore di fila in negozio, può pensare che chi va in trasferta è uno scemo».

Daniele non ha mai nascosto la sua grande passione per gli Stati Uniti: «In breve tempo ci sono andato più volte, lì mi sento a casa anche se non ci abito. Di recente sono stato anche in Giappone e ora che c'è la sosta a gennaio ci tornerò: mi ha veramente colpito, è un viaggio che consiglierei a chiunque». Quando gli fanno notare che il calcio, come l'NBA in America, sta diventando sempre più uno spettacolo, il numero 16 non si nasconde: «Faccio veramente fatica a entrare in quest'ottica. Capisco che sono io ad essere legato ad un'altra generazione. Mi dedico, quando sono obbligato, a fare determinate cose, ma non sono molto legato ai social e a tutte queste iniziative». Lo appassionano, e tanto, le serie tv, meno il calcio da spettatore: «Solo le partite che ci possono interessare perché giocano squadre vicine a noi in classifica: quelle le guardo per gufare!». Una riflessione finale anche sulle responsabilità date dalla visibilità: «Dobbiamo dare l'esempio perché ci sono sempre tanti ragazzini che ci aspettano e li influenziamo».

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