La rosa della Roma si sdoppia: Fonseca ha ora due calciatori per ruolo
Panchina lunga. Il tecnico portoghese grazie al mercato può contare su più alternative in ogni posizione del campo senza snaturare il suo gioco
Più che due squadre, dopo la fine dell'ultima sessione di mercato Paulo Fonseca avrà a disposizione due alternative per ruolo. Quello che può sembrare un sofisma, diventa invece un'esigenza per evitare il turnover estremo - che anche le recenti esperienze sconsigliano - e allo stesso tempo contare su una coppia di giocatori affidabili per ogni posizione sul campo. Condizione che appare indispensabile per eludere gli stop fisici e disciplinari in una stagione lunga e dispendiosa (e si spera ricca di impegni anche nelle due coppe fino a maggio), senza snaturare il progetto tecnico.
Il ruolo meno soggetto ad avvicendamenti è per antonomasia quello del portiere. Fonseca ha chiesto e ottenuto che a difendere i pali romanisti ci fosse Pau Lopez, talentuoso con le mani e dotato di buona tecnica coi piedi per fungere da primissimo regista della squadra. Mirante ha però dimostrato sul finire della scorsa stagione di essere un secondo più che affidabile. E alle loro spalle c'è anche il giovane brasiliano Fuzato.
In difesa l'assortimento dei due centrali dovrebbe essere formato da uno capace di impostare il gioco e da un altro più veloce, anche se con piedi meno nobili: seguendo questo schema, dovrebbero essere alternativi da un lato Fazio e Mancini, dall'altro il neo-acquisto Smalling e Jesus. Sulle fasce i giochi sono fatti, con la coppia di destra formata da Florenzi e Zappacosta e quella sulla corsia mancina che può contare sull'esperienza e sulla tecnica sopraffina di Kolarov, così come sulla corsa travolgente di Spinazzola. Ai quattro esterni bassi va aggiunto anche Santon, che nel corso della sua carriera ha giostrato su entrambi i versanti. L' ex interista può tornare utile nelle rotazioni soprattutto qualora Florenzi dovesse essere schierato alto (prima del ko di Zappacosta era quella la posizione designata per lui nel derby). La duttilità tattica del Capitano lo rende funzionale a destra e a sinistra, anche in fase offensiva, dove può fornire una soluzione ulteriore all'ampio parco trequartisti su cui può contare l'allenatore portoghese.
Dalla cintola in su
In mezzo al campo i quattro giocatori che possono avvicendarsi nella cerniera fra la linea arretrata e quella dei trequartisti costituiscono un mix di gioventù, forza fisica e capacità dinamiche. Se Diawara sembra essere il classico volano dal quale far partire l'azione, Pellegrini unisce alle doti tecniche anche l'innata capacità di inserimento fra le linee. Tanto che in caso di necessità può occupare anche il ruolo di trequartista centrale. Più incursore invece Cristante, che dovrebbe dividersi le presenze con Veretout: entrambi capaci di fare legna, con maggiore propensione al gioco aereo l'ex atalantino; capace di essere validissima opzione sui calci da fermo il francese. Ma se a Firenze ha giostrato nella maggior parte delle occasioni da mezzala, in giallorosso avrà compiti differenti. Il gioco di Fonseca è senza dubbio votato all'attacco, eppure nella ricerca dei necessari equilibri sarà fondamentale il lavoro di ripiegamento dei due centrocampisti, qualunque sia la scelta del tecnico.
Davanti a loro, la batteria titolare sulla trequarti dovrebbe essere formata - da destra verso sinistra - da Ünder, Zaniolo e Mkhitaryan, sempre ammesso che nel calcio moderno abbia senso parlare di titolari e riserve. Ma nel giochino delle coppie il più simile al turco per conformazione fisica, capacità di scatto sulla breve distanza, progressione e tecnica individuale, appare Kluivert (oltre alla soluzione Florenzi). Il numero 22 potrebbe invece avere il suo alter ego in Pastore, longilineo come lui e in grado di giocare fra le linee, magari anche nelle parti finali di gara. L'armeno può invece trovare un valido sostituto in Perotti, quando il Monito rientrerà dall'infortunio: entrambi capaci di saltare l'uomo e creare superiorità numerica. Ha finalmente un'alternativa all'altezza anche Dzeko: alle sue spalle c'è Kalinic, che come lui incarna le qualità del centravanti di manovra tanto caro a Fonseca già nelle sue passate esperienze. Adesso sta al tecnico assemblare nel miglior modo tanta abbondanza
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