I segnali di Ale: come capitan Florenzi sta cementando il gruppo
Insieme a Pellegrini ha “pressato” Dzeko per farlo restare a Roma: al bosniaco ha anche offerto anche la fascia da capitano. E dà il benvenuto ai nuovi
Ora tocca a lui: salutato Daniele De Rossi, il veterano e il capitano designato è Alessandro Florenzi. Che non sarà né Ddr né Totti, ma si è immediatamente calato nella parte, assumendo di buon grado i galloni che portano onori, ma anche oneri. Il numero 24 lo sa bene e risponde con i fatti a chi lo accusa di avere scarso carisma e di non possedere il physique du rôle per indossare la fascia di capitano. Eppure negli ultimi anni l'ha indossata spesso, quando i suoi predecessori erano assenti.
Marcatura a uomo
Ora che gli spetta di diritto (o quantomeno per anzianità in rosa), Alessandro l'ha offerta a Dzeko: a rivelarlo lo stesso bosniaco, commentando il rinnovo contrattuale ai microfoni di Roma Tv. «Ma io gli ho risposto che è lui il nostro capitano», ha precisato l'attaccante. Sul quale Florenzi, in combutta con Lorenzo Pellegrini, ha applicato un pressing costante. Obiettivo? Convincerlo a rimanere a Roma. Una marcatura a uomo che evidentemente ha prodotto il risultato sperato, fatta di "cori" sui social network («Olé olé olé, Dzeko, Dzeko», commentavano a spron battuto i due romani ad ogni post del numero 9) e di segnali più diretti, provenienti dal campo: l'abbraccio dopo il gol al Real Madrid e quello, immediatamente successivo, al momento della premiazione. Alla faccia di tutti quelli che sostenevano che tra i due non corresse affatto buon sangue.
Non solo: andata in porto la marcatura a uomo su Edin, Florenzi si è prodigato anche nell'accogliere i nuovi acquisti. Messaggi di benvenuto che hanno fatto molto piacere ai diretti interessati, arrivati poco dopo l'ufficialità del loro passaggio in giallorosso. Jordan Veretout lo ha confermato in conferenza stampa il giorno della sua presentazione: «Non ho ancora parlato con lui direttamente - diceva il francese il 25 luglio scorso - ma mi ha inviato un messaggio molto gentile, che mi ha fatto piacere ricevere». Più o meno sulla stessa lunghezza d'onda Zappacosta, che con Ale condivide non solo il procuratore (Alessandro Lucci), ma anche il ruolo di terzino destro: l'ex Chelsea ha confermato che, secondo Florenzi, chiunque migliora la squadra è il benvenuto. Nessuna "gelosia", né il timore di essere insidiato in quella che ormai è la sua zona di campo, anzi: la ferma volontà di mettere il bene della Roma davanti a tutto il resto.
Ritorno... al passato
Se nello spogliatoio le cose sono cambiate, lo stesso può succedere in campo: perché con l'arrivo di Spinazzola (in grado di giocare su entrambe le fasce) e Zappacosta le fasce sono ben coperte. Ecco dunque che Alessandro può tornare al passato, vale a dire nel tridente offensivo: un ruolo che ha già ricoperto, con ottimi risultati, ai tempi di Rudi Garcia. Le doti tecniche non gli mancano e il suo spostamento trenta metri più avanti può rivelarsi un'arma in più. Al netto dei discorsi tattici, comunque, Ale punta alla prima da capitano designato, domenica contro il Genoa. Una squadra che evoca bei ricordi nella mente del numero 24: contro i rossoblù ha segnato due dei gol più belli della sua carriera. Flo riparte dal passato per proiettarsi nel futuro, con la fascia al braccio e tanta voglia di riscattare una stagione al di sotto delle aspettative.
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