Arezzo-Roma 1-3: i giallorossi vincono ancora, ma la difesa è da sistemare
La squadra di Fonseca batte i toscani, ma dietro continua a soffrire. Su rigore vantaggio di Perotti e pareggio toscano, Dzeko riporta avanti i suoi, chiude Kluivert
Ha passato le ultime settimane a chiedere un difensore centrale titolare Paulo Fonseca, l'amichevole di ieri ad Arezzo gli darà motivo in più di sgolarsi sul tema: la Roma vince (3-1), produce occasioni, si diverte, ha definitivamente ritrovato Dzeko, di nuovo a segno, e può contare su uno Zaniolo come non si vedeva da mesi, ma continua a soffrire troppo quando viene attaccata. E se riescono a bucare la difesa giallorossa degli attaccanti di serie C - neppure particolarmente famosi: il numero 30 Walid Cheddira, 21enne italo-marocchino da Loreto, ci è arrivato solo questa estate, fino a due mesi fa stava in D - c'è da preoccuparsi in vista dell'inizio della serie A, contro un Genoa peraltro in discreta forma. Per il decimo e ultimo test estivo Fonseca conferma dieci undicesimi della formazione che ha portato ai rigori (e poi vinto) l'amichevole di domenica sera col Real Madrid: l'unico cambio è Diawara al posto di Lorenzo Pellegrini, fresco di paternità ferragostana. Ritmi non particolarmente alti in avvio: il primo tiro è un destro di Florenzi, parato da Pissardo, molto più in difficoltà al 12', quando un difensore gli passa la palla con Zaniolo nei paraggi: il numero 22 va in pressione, e rischia seriamente di beffarlo, ottenendo però solo un angolo. Dall'altra parte la squadra che Di Donato - in assenza dell'infortunato Aniello Cutolo, 36enne fantasista e capitano, un sultano delle serie inferiori, con 285 partite e 55 gol in B e un assurdo zero alla voce presenze in A - ha schierato con un molto offensivo 4-2-4 si rende pericolosa soprattutto con il numero 30 Cheddira: prima viene a contatto con Fazio, rimediando il giallo per simulazione invece del rigore (che sembrava esserci), poi manca di poco il bersaglio di testa, su cross da trequarti di Sereni. Anche Dzeko di testa manca il bersaglio, poi segna a gioco fermo: capiterà anche anche a Perotti, riprendendo un pallone calciato sul palo da Ünder. Il turco è in forma: un minuto prima aveva servito di tacco Florenzi, tiro alto da buona posizione. Poi è Zaniolo a inquadrare il bersaglio, il tocco di mano di un difensore in traiettoria sembra netto, l'arbitro opta per l'involontarietà.
I gol
Scelta diversa al terzo della ripresa, quando Zaniolo viene a contatto con Baldan: l'arbitro indica il dischetto tra le proteste dei difensori di casa, il 19enne Daga, subentrato dopo l'intervallo al 21enne Pissardo, non può opporsi a un rigorista del calibro di Perotti, che lo spiazza e trasforma. Però cinque minuti dopo Cheddira punta Mancini, appena entrato al posto di Juan Jesus, che gli crolla addosso in area: rigore, affidato a Belloni, che spiazza Pau Lopez. Aveva giocato nell'Inter Primavera, qualche anno fa, con pure uno spezzone in prima squadra, proprio contro la Roma: sostituì Ranocchia in una semifinale di Coppa Italia, Stramaccioni contro Andreazzoli. Dopo il pareggio c'è tempo per un nuovo gol a gioco fermo, di Zaniolo, e per uno divorato da Dzeko, su cross basso di Kolarov, centrando Daga da due metri: un minutino e il bosniaco si vendica, infilandolo all'angolino basso, con un sinistro di prima intenzione. Potrebbe fare anche doppietta, sempre su assistenza di Kolarov (che nel primo tempo se la doveva vedere con il capitano Alessio Luciani, uno che studiava le sue mosse quando giocava nella Lazio Primavera), stavolta Daga ci mette una pezza. Fazio si inventa un assurdo passaggio in orizzontale, di quelli che ti spiegano alla scuola calcio di evitare come la peste, il neo entrato Caso intercetta, prende la mira, calcia da fuori e fa tremare la traversa. Ma, nonostante le amnesie difensive giallorosse, la differenza resta abissale, e i tanti cambi non possono che acuirla: Schick fa una cosa che da lui non ci si aspetta, ovvero va a recuperare un pallone sulla sinistra, servizio al centro per Antonucci, il tiro non è irresistibile, ma il terzo portiere Casini, classe 2002, applauditissimo all'ingresso dai concittadini, non lo trattiene, e Kluivert lo spinge in rete a porta vuota. Primo centro nel precampionato per l'olandesino: in una Roma che non ha sostituito El Shaarawy, quest'anno ci sarà bisogno di lui.
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