Roma-Real Madrid: serve il coraggio chiesto da Fonseca
La squadra giallorossa si presenta alla prima all’Olimpico contro i Blancos. "Il nostro gioco ruota intorno a Dzeko: oggi dal 1’. Icardi? Grande, ma parlo di chi è qui"
Coraggio. Anche comunicativo. È quello di Paulo Fonseca, che non vede l'ora di presentarsi alla vigilia della prima amichevole nel "nel nostro fantastico stadio Olimpico davanti ai nostri grandi tifosi" (come ha scritto ieri su Twitter, aggiungendo "Daje Roma!"), ha parlato del momento della Roma e dei movimenti di mercato e ha anticipato il match di stasera contro il Real Madrid, valido per la Mabel Green Cup.
"Questa partita contro il Real è un buon test per capire realmente quali sono le nostre capacità - ha detto il tecnico portoghese a Sky Sport - visto che siamo all'inizio di un grande processo di trasformazione, soprattutto per quanto riguarda il modulo di gioco. Per me la cosa più importante contro il Real Madrid sarà vedere se la squadra avrà il coraggio di attaccare e di difendere allo stesso tempo. Questa per me è la cosa più importante, conta anche più del risultato, dobbiamo verificare il comportamento che vogliamo tenga la squadra, un'identità che vogliamo si esprima in partita. Contro uno dei migliori club del mondo, una squadra di grande qualità, è importante che la Roma faccia vedere sul campo quello che abbiamo provato in allenamento e abbia il coraggio di affrontare il Real".
Fonseca non si è detto preoccupato per quelle che sono le carenze attuali sul piano difensivo: "A me interessa soprattutto mettere a punto una proposta di calcio offensivo. Troveremo l'equilibrio, ci stiamo lavorando". Anche perché l'allenatore di Nampula (Mozambico) sa benissimo che il direttore sportivo Petrachi è al lavoro giorno e notte per completare l'organico che, al momento, manca ancora di una pedina fondamentale: "Aspetto dal mercato un difensore centrale". Una sola? Sentendo Fonseca, sì. Il centravanti può attendere, anzi. Perché il futuro di Edin Dzeko, al centro delle trattative per un passaggio all'Inter che sembrava scontato a fine campionato, è sempre più certo, da un lato, e un più incerto dall'altro. Fonseca non può dirlo ma la pensa come Il Romanista: o così o così. O Dzeko o Icardi. O Higuain. Non se ne esce da questo gioco delle tre carte di numeri 9. Che è un gioco che garantisce tutti, soprattutto i tifosi della Roma che hanno anche accettato l'idea di un cambiamento, ma che vogliono che l'asticella resti alta, come da intenzioni, quanto meno quelle pubbliche, della società. La Roma non può permettersi un'altra stagione da sesto posto (e ci teniamo larghi).
Così anche Paulo Fonseca si tiene per il momento stretto il diamante di Sarajevo, corresponsabile, è vero, della mediocre stagione scorsa, ma calciatore di assoluto valore e divenuto centrale per il suo scacchiere in pochi giorni nel ritiro di Trigoria: "Domani giocherà dall'inizio, il nostro gioco ruota intorno a lui. In questo momento non prendiamo in considerazione una sua uscita, conto su di lui in vista della prima di campionato". E se proprio non dovesse essere lui, che sia uno come lui. Con quello stesso spessore. Che possa infiammare la piazza, magari anche. "Icardi? Lo considero un grande giocatore, ma come ho sempre detto, parlo esclusivamente di giocatori che sono adesso qui con noi. Ora posso contare su altri, resto fedele a questo principio per cui di norma non parlo dei giocatori non presenti, ma lui come altri è un calciatore di assoluto valore". Assoluto valore. Un bel punto di partenza.
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