Il nuovo Zaniolo: il rapporto con Fonseca l'ha rigenerato, ora è pronto a rinnovare
C'è feeling con l'allenatore portoghese. Gli piace anche il ruolo di esterno. Lontani i patimenti dei tempi di Ranieri. Avanti con la Roma, a meno che il Tottenham...
Reset. È il tasto che prima o poi a tutti sarà capitato di schiacciare, o semplicemente di averne avuto voglia. Sul computer è facile: spingi e tutto si azzera. Torni dov'eri, via le macchie, gli errori, le incertezze: ricominci e non sbagli più, ora che sai come si fa. Il calcio è quel gioco dove ogni 30 giugno passi dentro a una porta magica che ti fa tornare dal via. E se nella stagione precedente sei stato in Paradiso e poi all'inferno, il passaggio nella porta magica ha un effetto davvero rigenerante. Ecco perché oggi Nicolò Zaniolo sembra un ragazzo tutto nuovo. Con un'altra storia da raccontare, partendo però dall'inizio.
Che per lui non è proprio l'inizio inizio, cioè non è quando lui ha cominciato a giocare, magari con qualche occhio addosso in più perché era figlio di Igor, quel ragazzone con le spalle larghe e il piede caldo, capace di segnare quasi 150 gol in tutte le categorie del calcio, dalla serie A all'Eccellenza. Di Zaniolo, nel senso di Nicolò, nel calcio vero s'è cominciato a parlare quando la Roma ha insistito per tirarlo dentro a una trattativa sanguinosa conclusa comunque controvoglia. Perché dare Nainggolan all'Inter è stato un rischio che né i 24 milioni cash incassati né i cartellini di Santon e Zaniolo lì per lì potevano disinnescare. E invece quando Nick ha annichilito quasi da solo il Porto all'andata degli ottavi di Champions League, spalancando alla Roma le porte di un altro sogno europeo, i confini della portata dell'affare compiuto dalla Roma si sono definitivamente dilatati, fino all'infinito. D'improvviso, i 40 milioni scritti nel pizzino di Paratici ritrovato da Il Tempo sembravano buoni per l'aperitivo da pagare al tavolo della trattativa.
Che Zaniolo fosse un predestinato si è cominciato a capire il 3 settembre, quando quello scriteriato di Mancini lo convocò per la Nazionale prima ancora di vederlo esordire in serie A. E ancor di più il 19 dello stesso mese, quando quell'altro eretico di Di Francesco decise di farlo esordire dal primo minuto in una partita discretamente importante. Allo stadio Bernabeu. Per la Champions League. Col Real Madrid. La Roma perse, lui non sfigurò. Da quel giorno di lui non si è mai smesso di parlare. Fino alla sera di Roma-Porto, 12 febbraio 2019, è stato un crescendo rossiniano. Poi però la Roma ha perso qualche altra partita e Di Francesco la panchina, a Trigoria è arrivato Ranieri e con Nicolò il feeling non è sbocciato, la stagione è finita e qualche dubbio s'è addensato sulla testa, e il pessimo Europeo Under 21 ha fatto il resto: l'Italia eliminata e lui squalificato e con una punizione pendente del ct Di Biagio per un ritardo a un allenamento. L'inferno, appunto. Ma il 30 giugno era lì.
La vacanza, il passaggio sotto la porta magica e l'approccio al mondo nuovo di Fonseca hanno portato, quasi inaspettatamente, Zaniolo a sentirsi oggi nuovamente pronto ad affrontare il mondo. Per tre motivi fondamentali: 1) dopo qualche indecisione legata soprattutto all'interpretazione degli umori del ragazzo, la Roma ha deciso di toglierlo dal mercato e gliel'ha comunicato; 2) lui ha apprezzato molto l'approccio di Fonseca sia sotto il profilo personale sia sotto l'aspetto tecnico tattico: la nuova Roma gli piace e "sente" che potrà togliersi molte soddisfazioni partecipando alla costruzione di questa nuova avventura sin dalle fondamenta (ed è per questo che si è ridotto i giorni di vacanza e si è messo a disposizione dell'allenatore qualche giorno prima del previsto); 3) ha capito che giocare da trequartista o esterno a destra con questo nuovo sistema di gioco non cambia molto ed è pronto ad adattarsi alla posizione in cui Fonseca gli chiederà di giocare. Anche giocando più largo, infatti, avrà la possibilità di accentrarsi a palleggiare con trequartista e centravanti e questo era quello che voleva.
Resta un solo dubbio. Perché il Tottenham, che alla Roma aveva chiesto informazioni nei giorni della trattativa per Alderweireld, sta per cedere Eriksen. E c'è sempre la possibilità che un giorno si ripresenti a Trigoria con un assegno di 60/70 milioni per portarsi via il ragazzo. E quel giorno sarà durissima resistere all'offerta. Lui intanto si allena ed è tornato a sorridere. Ieri ha postato una bella foto su Instagram con la scritta "Fame". Comunque andrà, sarà un successo per tutti.
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