AS Roma

Roma-Trastevere: Dzeko c'è sempre, primi 24 minuti per Mancini

In attesa di scoprire il suo futuro il bomber bosniaco mantiene la confidenza con il gol. Fonseca osserva sempre la partita in una posizione lontano dalla panchina

PUBBLICATO DA Daniele Lo Monaco
21 Luglio 2019 - 07:25

La postazione di Fonseca è rimasta la stessa (sempre lontana dalla panchina), non sono cambiate di molto le proporzioni numeriche del risultato, neanche troppo gli uomini da mettere in campo (non ci sono ancora Diawara e Veretout, impegnati ad allenarsi a parte, si è visto per 24 minuti Mancini), e il caldo anche stavolta l'ha fatta da padrone, nonostante l'orario d'inizio differito di mezz'ora. In queste prime amichevoli stagionali non ci si emozionerà troppo per le novità, ma già vedere le porte avversarie perforate dopo azioni costruite con attenzione degna di causa è qualcosa. E se non fosse che sappiamo già come andrà a finire (male, perché andrà all'Inter) ci si potrebbe eccitare notando la già buona confidenza di Dzeko con la porta avversaria: sarebbe piaciuto anche a Conte l'impegno del bosniaco di ieri, autore di una doppietta mentre la Roma dopo aver strapazzato la Pro Calcio Tor Sapienza concedeva il bis con il Trastevere, altra formazione romana di serie D, regolandola con 10 gol, stavolta a 1.

La novità è il gol subito, ma a dire il vero già giovedì gli avversari si erano trovati un paio di volte davanti a Olsen, solo che stavolta l'attaccante ospite (Lorusso) è stato semplicemente più preciso sottoporta e al 45' del primo tempo ha beffato il portiere svedese segnando il gol della bandiera, per l'emozione dei suoi compagni. Bisognerebbe forse partire da qui, dal fatto che in due partite contro formazioni decisamente meno attrezzate sia sotto il profilo tecnico sia soprattutto sotto il profilo fisico/atletico, per 3-4 volte a partita gli attaccanti avversari sono stati messi, almeno potenzialmente, in grado di presentarsi in superiorità numerica davanti al portiere della Roma. La scarsa attendibilità del test ovviamente non induce a prendere troppo sul serio certi sbandamenti, ma di sicuro chi aveva qualche dubbio sulla reale tenuta difensiva di una squadra fortemente votata all'attacco se l'è tenuto e dovrà aspettare qualche altra amichevole per capirne di più. Neanche l'allineamento del reparto arretrato è particolarmente curato, ma c'è grande attenzione alle marcature preventive, segno che almeno in questa prima fase di stagione l'allenatore portoghese non sta badando troppo all'organizzazione della fase di non possesso. Ma ci sarà tempo e modo.

Al momento, la nascitura Roma è davvero molto simile a quella di Di Francesco: 4231 con terzini altissimi, pressioni continue, veloci fraseggi per liberare l'esterno opposto, tagli offensivi, sovrapposizioni estreme e, appunto, qualche crepa in difesa. Sovrabbondano talmente i terzini che anche stavolta Fonseca ha dovuto far giocare Florenzi e Santon in altri ruoli: il capitano ha bissato la prestazione di giovedì giostrando da esterno offensivo (a sinistra) nel primo tempo, e nei 19' in cui è rimasto in campo nel secondo addirittura da mediano del 4231, formando una coppia che resterà inedita nei secoli dei secoli proprio con Santon. A destra da terzini hanno giocato nel primo tempo Karsdorp e nel secondo Bouah, a sinistra prima Kolarov (sulle cui "imbruttite", a compagni e arbitri, si potrebbe scrivere un pezzo a parte) e poi Spinazzola. In difesa Capradossi e Fazio, la cui prestazione è stata però macchiata dall'indecisione a fine primo tempo che ha dato campo libero all'11 del Trastevere, e nella ripresa Jesus e per un po' ancora Fazio e poi Mancini, all'esordio assoluto.

Ordinati in mezzo al campo Cristante e Nzonzi nel primo tempo hanno favorito una buona trasmissione del pallone, a vantaggio degli attaccanti che hanno trovato spazi e tempi giusti e tanti gol (6 nel primo tempo, 4 nel secondo). E a giudicare dai richiami di Fonseca, le cose che gli piacciono di più sono i contromovimenti degli esterni alti quando vengono a giocare il pallone e il ritmo della pressione a riconquistare subito il pallone. Prodromi della Roma che verrà.

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