A Foligno sulle strade di Spinazzola: "Un ragazzo normale con grandi valori"
Dalla centralissima piazza della Repubblica ai campi della Virtus. E i suoi concittadini se lo coccolano: "La Juve si pentirà di averlo fatto partire"
La felicità è tale solo se condivisa. Avrà pensato questo Leonardo Spinazzola mentre attraversava i circa 150 chilometri che separano Roma dalla sua Foligno, perché la prima cosa che ha fatto dopo aver firmato il contratto che lo legherà ai giallorossi per i prossimi quattro anni è stata andare a condividere questa gioia con i suoi affetti di sempre. Questo restituisce forse la cifra del profilo umano di Spinazzola, quello stesso profilo che deve aver affascinato il ds Gianluca Petrachi che nella sua prima conferenza stampa lo ha usato ad esempio quando ha voluto indicare il tipo uomini che vuole nella sua squadra. Il legame tra Leonardo e Foligno è sottile ma profondissimo perché se da un alto ha salutato casa a soli 14 anni per inseguire la sua carriera, dall'altro il suo cuore non ha mai lasciato la città umbra. La moglie Miriam è cresciuta proprio a Foligno e i due stanno insieme praticamente da sempre, mentre i suoi genitori lo hanno seguito in giro sui campi di provincia ogni volta che potevano, fino alla consacrazione in prima squadra con la Juventus e con la Nazionale.
I primi calci
La sua storia di calciatore è iniziata sul campo della Virtus Foligno. Il terreno su cui si disputano gli allenamenti è attaccato al palazzo in cui Leonardo è cresciuto. Talmente vicino che spesso raggiungeva la struttura da solo mentre la madre lo seguivo con lo sguardo vigile. Qui è arrivato all'età di 5 anni facendo tutta la trafila fino alla chiamata del Siena diventando un eroe per la società biancorossa. La segreteria è un po' in disordine perché il club si sta riorganizzando, come ci spiega il presidente Alberto Trabalza, ma la gigantografia di una pagina di giornale con la foto di Spinazzola è perfettamente al suo posto. "Dalla Virtus alla Nazionale", è il titolo dell'articolo. «È il nostro orgoglio - dice il primo dirigente – ma è anche uno di casa e quando può passa a trovarci. Leonardo è stato sempre un giocatore sopra la media. Gli allenatori lo spostavano a giocare con i ragazzi più grandi ma il suo talento spiccava comunque e infatti lo hanno subito notato».
Sono arrivati i primi provini con le squadre di Serie A (Parma e Perugia) fino alla chiamata del Siena. Così le sue doti lo hanno portato lontano da casa e non è stata una separazione indolore: «Aveva nostalgia, stava pensando di mollare tutto e tornare – continua il presidente - Ha avuto qualche problemino fisico e a quell'età le difficoltà non sono semplici da gestire, ma i genitori lo hanno sempre spinto a continuare. Soprattutto la madre e lo zio, Roberto, che ha fatto anche lui il calciatore in categorie minori . Visti i risultati direi che hanno fatto bene».
Gente di Foligno
Leonardo è cresciuto in fretta girando l'Italia dando calci a un pallone: dopo Siena è andato a Torino con la Juventus, poi i prestiti con Empoli, Lanciano, di nuovo Siena, Bergamo con l'Atalanta, Vicenza, Perugia, di nuovo Bergamo e infine ancora Torino prima dell'ultimo trasferimento alla Roma. In tutto questo girovagare Foligno ha rappresentato per lui sempre un porto sicuro, un modo normale di vivere la vita. Molto distante dal circo mondano del calcio. La gente della sua città protegge questa normalità con il silenzio e anche chi lo rompe lo fa con discrezione: «Leonardo è andato via presto ma è rimasto legato alla città, quasi tutta la sua famiglia abita qui - ci dice Nicola, che gestisce un bar nella centralissima Piazza della Repubblica - Quando può ritorna ma non è uno che si fa notare, è un ragazzo molto regolare. Uno con la testa giusta, come si dice in questi casi. Anche merito dei genitori che gli hanno trasmesso certi valori. Il trasferimento a Roma lo aiuterà sicuramente a stare più vicino ai suoi affetti. Io sono juventino e i bianconeri si pentiranno di averlo lasciato partire, per me è fortissimo».
Anche chi non lo conosce di persona - come Maurizio, un uomo di mezza età che cerca riparo dal sole su una panchina - ne tesse le lodi: «Non parlo dell'uomo perché non ho contatti con lui ma conosco la famiglia e so che tipo di persone sono. Il calciatore poi non si discute, è un ragazzo di grande talento. Mi sarebbe piaciuto vederlo all'Inter, la mia squadra del cuore. Qui a Foligno non ci sono molti romanisti ma con Spinazzola in giallorosso sono sicuro che aumenteranno». Un buon auspicio per Leonardo che domani inizia il suo primo ritiro con la Roma. La prossima volta che tornerà a Foligno, magari per condividere un successo in giallorosso, avrà qualche amico in più.
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