Juan: "Totti e De Rossi sono il simbolo della Roma. Un piacere giocare con loro"
Il difensore brasiliano è tornato a parlatre della sua esperienza nella capitale: "Potevo rimanere un altro anno, ma sono scelte che si fanno"
Juan continua a parlare della Roma. Il difensore brasiliano, che ha vestito la maglia giallorossa dal 2007 al 2012, ha parlato della sua esperienza nella capitale ai microfoni di Roma TV, nello slideshow dedicatogli. L'ex nuemero 4, acquistato 12 anni fà per circa 6 milioni, si è raccontato al canale televisivo della società.
Su Spalletti.
"Lui è sicuramente il migliore allenatore che ho avuto. Mi è piaciuto tanto, aveva una squadra fortissima e sono contento della scelta che ho fatto".
La foto del primo gol a Reggio Calabria.
"Francesco ha tirato una punizione benissimo, ho fatto gol di tacco. È stata una bella presentazione".
Sulla foto della vittoria al Bernabeu.
"È stata una bellissima partita, su un campo difficile da giocare. Forse nessuno ci credeva, ma noi stavamo benissimo. Ho fatto una bellissima partita e abbiamo vinto".
Sulla partita contro il Catania.
"Questa è stata l'ultima partita della stagione a Catania. È stato brutto perché lo scudetto ci è scappato. Ricordo il pareggio all'Olimpico contro il Livorno".
La foto con i brasiliani di quelle stagioni.
"Ho scelto la Roma perché aveva tanti brasiliani. Con Doni, ho avuto un grande rapporto, anche in nazionale. In Brasile si vive in modo simile a Roma. Per questo penso che molti brasiliani vogliono venire qui".
Francesco Totti.
"È il simbolo della Roma. Sicuramente uno dei più forti con cui abbia giocato. È stato un grande piacere giocare con Francesco e vedere da vicino quello che faceva".
Su Daniele De Rossi.
"Anche lui è un simbolo della Roma mi ha passato tanta passione per questa società. Ho imparato tanto da lui vedendo come si comportava e l'amore che metteva nella Roma. Era il centrocampista più forte al mondo. Loro due sono i simboli della Roma. Difficile avere un giocatori così che fanno queste scelte. Sono contento che di aver giocato con lui".
Aldair.
"È sempre stato il mio idolo. È un giocatore che ha influenza tantissimo anche il mio modo di giocare. È un campione e un fuoriclasse. Di quelli che ho visto è stato il difensore più forte in assoluto. Sono contento di aver lasciato un ricordo buono per i tifosi è difficile essere paragonato a lui".
Sulla vittoria della Coppa America.
"Questo è la Coppa America che abbiamo vinto. È stato Cafu a dirmi di venire qui a Roma, avevo già firmato, ma non avevo ancora mai giocato. Fu importate per farmi conoscere qua in Italia. Sono arrivato con più fiducia".
Lucio.
"Lucio è stato sicuramente il miglior compagno di difesa, fortissimo, abbiamo giocato due anni insieme al Leverkusen e in nazionale. È stato un gran piacere giocare con lui, è un grande amico".
Sulla foto della partita contro l'Arsenal.
"Questa è una partita che mi ricordo bene, non dovevo giocare, stavo male, non avevo giocato nella partita di andata e sono sceso in campo con un po' di dolore. Dopo 10 minuti mi sono fatto male, ma sono rimasto in campo fino al mio gol che ha aiutato la squadra ad andare ai rigori. Peccato aver perso".
Su Mexes.
"Philippe è stato un compagno di difesa fortissimo. Quando sono arrivato era un giocatore importante per la Roma, mi ha aiutato tantissimo. Quando sono arrivato lui era già un giocatore importante della Roma. è stato un gran piacere giocare con lui".
La foto con Burdisso.
"Nicolas è un giocatore diverso da Philippe, con tanta grinta e passione Abbiamo fatto una bella coppia, è un giocatore di molta personalità che nello spogliatoio si fa sentire".
Su Ranieri.
"Quando è arrivato il mister io ero in un periodo un po' confuso, avevo avuto degli infortuni e non stavo in forma. Con lui ho potuto giocare con continuità, è stato importante".
Sulla rivalità con l'Inter.
"Abbiamo fatto molte sfide contro l'Inter sia in Coppa Italia, sia in Supercoppa, che in campionato. Julio Cesar è un amico, un fratello. Siamo cresciuti insieme al Flamengo ed era divertente fare queste partite contro l'Inter. Peccato che non siamo riusciti a vincere lo scudetto".
Sulla partita del derby.
"Questo è stata una partita indimenticabile. Mi ricordo che il primo tempo abbiamo giocato malissimo, dopo il mister ha cambiato Daniele e Francesco, ha fatto una scelta molto coraggiosa, ma alla fine si è rivelata vincente. Mirko ha fatto due gol. Mi ricordo il rigore parato da Julio Sergio, è stata una bella vittoria".
Sulla foto con la Samp.
"Questa è stata la partita più brutta del mio periodo a Roma. La ricordo molto bene, nel primo tempo dovevamo fare 2-3 gol ma in 10 minuti la partita è cambiata. Pazzini fece 3 gol, ma se avessimo vinto questa partita avremmo vinto il campionato. Ero sicuro che dopo la vittoria con l'Inter avremmo potuto vincere il campionato. Si sapeva che questa era l'ultima partita difficile".
Luis Enrique.
"È venuto qua con una nuova mentalità, nuovo modo di giocare. Sicuramente se fosse rimasto un secondo anno avrebbe fatto bene, ma è andato al Barcellona e ha vinto tutto lì. Non era facile venire qua in Italia e modificare tante cose. È stato il mio ultimo allenatore qui a Roma ed ho lasciato perché era il mio ultimo anno di contratto e sapevo che qualunque cosa sarebbe successa nona avrei rinnovato. Ero stanco dopo 10 anni di Europa e volevo tornare in Brasile. Oggi, guardando indietro, forse sarei potuto restare un altro anno. Sono scelte che si fanno".
La penultima foto è del figlio che gioca con la maglia della Roma.
"Gianluca è cresciuto qua, come un romano, ed era appassionato della Roma. Parlava italiano meglio di me. Comandava tutto lui. Ha lasciato qui molti amici"
La sua ultima partita con il Flamengo.
"Questa è stata la mia ultima partita, sono riuscito a giocare 5 minuti. È stato un giorno indimenticabile. Ho salutato i miei tifosi al Maracana, dove ho giocato molte partite e questo mi rimarrà per sempre. Sono orgoglioso di quello che ho fatto".
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