Da Luis Enrique a Fonseca: gli arrivi dei nuovi allenatori tra tifosi e aeroporti
Folle per Lucho e Spalletti. Il centro sportivo Fulvio Bernardini si riempie per Zeman. Ranieri passa da casa prima di firmare il contratto con la Roma
Accoglienze calorose e altre all'insegna dello scetticismo, folle di tifosi all'aeroporto o a Trigoria e primi contatti con la Capitale: l'avventura dei nuovi allenatori della Roma americana - da Luis Enrique a Fonseca - inizia quasi sempre da Fiumicino, ma non tutti sono accolti con lo stesso entusiasmo. Lucho sbarca nel tardo pomeriggio del 12 luglio 2011, primo tecnico designato dalla proprietà americana: i romanisti al suo arrivo non mancano, l'asturiano riserva loro un «Forza Roma!» e qualche pollice all'insù. A prenderlo c'è Tonino Tempestilli, mentre due giorni più tardi, per la conferenza stampa di presentazione a Trigoria, Luis siede alla sinistra di Thomas Di Benedetto in un tendone che straripa di giornalisti.
C'è invece Franco Baldini al fianco di Zdenek Zeman il 5 giugno 2012, per il primo (secondo) contatto tra il boemo e i cronisti: a Trigoria centinaia di tifosi salutano con grande entusiasmo il suo ritorno, gli spalti del campo "Di Bartolomei" sono praticamente pieni e intonano cori nei confronti del tecnico, reduce dalla promozione in Serie A col Pescara. Le cose però non vanno come ci si aspetta, a febbraio Zeman viene esonerato e la dirigenza si rivolge a chi dentro Trigoria c'è già: Aurelio Andreazzoli, che si mette subito al lavoro, senza arrivi in pompa magna; mentre tiene la sua prima conferenza, fuori dai cancelli un centinaio di tifosi manifestano contro la cacciata del predecessore.
Si riparte da Rudi Garcia nell'estate 2013: il francese vola a New York con Massara per firmare il contratto l'11 giugno, quindi sbarca a Roma il 17 (giorno evocativo per i romanisti). Avrà il suo bel da fare per conquistare una piazza delusa dai risultati della stagione precedente. «Chi contesta è tifoso della Lazio», dice dal ritiro di Riscone: un'affermazione che a molti non va giù, tanto che Rudi si ritrova subito a discutere con alcuni tifosi il 13 luglio. L'avventura dell'ex Lille dura due anni e mezzo, viene esonerato nel gennaio 2016. Al suo posto un altro ritorno (il secondo dopo Zeman): Luciano Spalletti, che prima vola a Boston per incontrare Pallotta, quindi sbarca in un aeroporto "Da Vinci" che straborda di tifosi. Sciarpa giallorossa al collo e zuccotto nero in testa, saluta sorridente e a fatica si fa largo tra la ressa di giornalisti e romanisti.
È per certi versi un ritorno anche quello di Eusebio Di Francesco, che a Trigoria aveva trascorso quattro stagioni, seppur da calciatore: la firma sul contratto avviene proprio al "Bernardini" il 13 giugno, il giorno seguente la presentazione alla stampa. Ed è un ritorno (a casa) anche quello di Claudio Ranieri: sbarco a Ciampino l'8 marzo, veloci tappe a Villa Stuart prima e nella sua residenza privata ai Parioli, quindi il trasferimento a Trigoria. Quella che da oggi è la nuova casa di Paulo Fonseca.
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