Pressing, varianti e soluzioni vincenti. Ecco la Roma coraggiosa di Ranieri
Il focus tattico sulle mosse vincenti mostrate dal tecnico giallorosso nella sfida vinta contro l'Inter a San Siro

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Pressing! Quando, dove, come e perché. È uno degli argomenti più dibattuti nei corsi di vario livello per allenatori, ma anche all’interno degli staff di tutte le società calcistiche. Il tema del recupero palla alto, unito al non far ripartire l’azione della squadra avversaria è ovviamente un tema importante, spesso decisivo per determinare le sorti di una partita. Ne parliamo qui anche perché domenica scorsa a San Siro, la Roma ha proposto un pressing abbastanza particolare, diciamo così non proprio codificato ma semmai adattato alle caratteristiche dei giocatori in campo, sia quelli in maglia giallorossa, sia nerazzurri. D’altronde si sa, Ranieri è maestro di pragmatismo e adattabilità. E stavolta, come spesso gli capita, ci ha visto giusto. Pressing ultra offensivo? Uomo su uomo? Alto? Medio? C’è l’imbarazzo della scelta. Ma se sbagli tempi e modi rischi di compromettere tutto. Spesso la bravura di un tecnico sta nel capire in pochi minuti dov’è eventualmente l’errore e correre ai ripari con un piano B. Contro l’Inter Ranieri ha proposto un pressing medio-alto con sei giocatori in prima battuta sulle linee di passaggio avversarie e in seconda a uomo. Impegnati soprattutto Dovbyk, Shomurodov, Cristante, Pellegrini, Soulé e Angeliño, con i due esterni alti o bassi a seconda dei movimenti degli avversari.
Ma le mosse vincenti di Ranieri sono state in particolare due. La prima, Shomurodov in un doppio ruolo: seconda punta in fase di possesso in appoggio all’ucraino, marcatore praticamente a uomo sui Calhanoglu in fase di non possesso. L’altra mossa, anch’essa vincente, è stata quella di schierare Koné stavolta davanti alla difesa, senza un uomo da marcare ma con tutto lo spazio da schermare individuando giustamente nel francese una delle sue doti migliori: la lettura e l’intercetto delle trame della squadra avversaria. In questo modo la Roma è riuscita non solo ad inaridire le fonti di gioco nerazzurre, ma anche a ripartire da un settore di campo molto più avanzato rispetto alla sua area di rigore, in modo da non dover risalire necessariamente tutto il campo per arrivare dalle parti di Sommer. Nella riuscita del piano ha contribuito anche una linea difensiva più coraggiosa e quindi più alta per almeno un’ora di gioco, favorita anche dal fatto che nell’Inter mancava Thuram, l’attaccante più veloce e pericoloso in campo aperto. Non sappiamo se Ranieri riproporrà immediatamente questo tipo di assetto con Shomurodov nel doppio ruolo e Konè come una sorta di radar davanti alla difesa. Sicuramente però, il piano ha funzionato e il pressing portato in questa maniera, combinato con le due punte e una difesa più alta, ha mostrato una Roma più coraggiosa e in grado di proporre più di una soluzione in zona gol. Che poi i giallorossi di gol se ne siano mangiati un po’ troppi è un altro discorso.
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