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AUDIO - Stramaccioni: "I meriti contro l'Inter sono di Ranieri". E su Ndicka-Bisseck...

Le parole a Radio Romanista: "Nel primo tempo le difficoltà dei nerazzurri erano enormi. Celik è diventato un giocatore chiave per questa Roma"

(GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA La Redazione
29 Aprile 2025 - 11:00

Nel corso della trasmissione "Primo Tempo" su Radio Romanista, il commentatore Dazn Andrea Stramaccioni è intervenuto per parlare della vittoria della Roma in casa dell'Inter e delle intuizioni tattiche di Claudio Ranieri. Ecco le sue parole.

Subito a gamba tesa: ti aspettavi una vittoria per 1-0 così coraggiosa, al netto della difficoltà dell'Inter?

"No, non me l'aspettavo. Vanno dati meriti al mister e al suo staff, lui lavora con persone che lo aiutano tantissimo nelle analisi. In un momento così, ha fatto una cosa mai fatta da lui: dopo il derby gli avevo chiesto della seconda punta e del baricentro più alto, lui aveva risposto di essere frenato dai cambi mancanti in caso di coppia offensiva. Invece ha schierato Dovbyk e Shomurodov insieme. E la grandissima mossa è Soulé da quinto. La mossa del coraggio. Quella è la fascia su cui l'Inter costruisce di più, con Carlos Augusto e Dimarco. Poi, aggiungo la 'mossetta' di Koné centrale: lo avevo visto con la Francia, contro l'Italia aveva giocato lì. Una gara importante per lui. Tanta roba, soprattutto Soulé. E non me l'aspettavo. Nel primo tempo, la Roma ha avuto due occasioni gigantesche dopo il gol, quelle di Shomurodov e Cristante".

Non è forse un caso che le ultime vittorie della Roma siano per 1-0. Parlando di Koné, ricordiamo una tua considerazione sulla sua incisività davanti. Ma a Milano ha fatto benissimo al centro.

"Nel primo tempo c'era difficoltà enorme per l'Inter. La Roma ha schierato quattro giocatori nella prima pressione; dallo stadio si vedeva Koné che scherzando ho definito 'libero di centrocampo'. Cristante è stato 'liberato': con lui avevamo scherzato prima della partita, è tornato a giocare in quella posizione che ricopriva con Mourinho allenatore, un po' più libero di seguire l'azione e di buttarsi in area. Lì dà peso nel gioco aereo ed è meno esposto quando ci sono ritmi alti a centrocampo. Koné copre tantissimi metri e rimedia. Poi c'è un giocatore di cui si parla poco, una delle chiavi tattiche di Ranieri, che è Celik! Un altro capolavoro del mister: è quella classica situazione in cui un terzino da braccetto di destra è spettacolare. Quando l'esterno destro è molto offensivo, con Saelemaekers e Soulé, scivola benissimo a destra con forza e intelligenza. Il merito è tutto di Ranieri, ha lavorato su di lui in quella posizione. In quel pacchetto difensivo, in questo modo, si hanno caratteristiche totali".

Se la Roma avesse ceduto Celik e preso un giocatore anonimo, avremmo detto: 'Ecco la differenza...'. 

"Una persona può non pensarci, ma per la sua nazionale è un giocatore di livello internazionale. Ho visto come parlava con Calhanoglu... Ha fatto gare di livello, non ha solo una dimensione locale".

Vederlo da braccetto fa sperare di non vederlo più esterno nel centrocampo a cinque. Era anche il limite della Roma, in quella posizione. Ranieri ama questo slittamento con Celik terzino destro, per alternare i sistemi di gioco nella partita.

"Sottolineando e aggiungendo che nella prima tornata di cambi, intorno al 68', non rientra Soulé. Vuol dire che Ranieri reputa che la coppia Celik-Soulé non sia un punto debole. A tal punto che l'argentino fa una grande prestazione difensiva. Mi pare sia uscito a 5' dal termine. Oltre alla prestazione palla al piede, portandosi via due o tre giocatori dell'Inter, ha dimostrato di avere la stoffa. Era il più grande dispiacere di De Rossi nel passaggio dal 4-3-3 al 3-5-2. Le ali pure sono penalizzate un po' di più; il sistema, magari, va trasformato in un 3-4-2-1 o il calciatore iniziare un procedimento da quinto. Ma se un'ala forte tecnicamente fa il quinto, è tanta roba... Ha sempre puntato il suo uomo: sinonimo di personalità".

Come Politano con Conte. E su Celik: nell'azione del gol, che Inzaghi ha definito 'rimpallo', il turco si sovrappone. Prima raccoglie palla e quando la dà a Soulé punta dentro, porta via Bisseck, abbassa Barella e Calhanoglu. Così Soulé ha spazio.

"C'era stata un'azione fotocopia poco prima. Questa percezione della pericolosità a destra è stata un tema per la difesa dell'Inter. Ndicka è bravo a iniziare l'azione ma non è un 'corridore palla al piede'; Celik è un terzino e lì arriva con una facilità differente. Rivedendo il gol, questa cosa inganna anche Frattesi, l'unico che può arrivare al tiro di Pellegrini. Il 16 dell'Inter libera quella zona, erroneamente. Una situazione con l'arrivo a rimorchio del centrocampista, con giocatori che nell'uno-contro-uno chiamano il raddoppio del centrocampista. Nasce così un 'rischio voragine'".

Qualche ascoltatore ha criticato le tue parole al commento di Inter-Roma. Non c'è nulla da spiegare, perché da uno come te c'è sempre qualcosa da imparare. E non mi sembra che tu abbia fatto commenti irrispettosi.

"Dico la verità, spero di non averli fatti per nessuno, soprattutto per la Roma. Ci mancherebbe. Sono sempre stato uno che ci mette la faccia: sono lì, pagato per dare giudizi, commenti, sempre col massimo rispetto. Innanzitutto per i protagonisti, perché sono stato lì e so che cosa vuol dire. Va fatto tutto con rispetto. Poi anche nei confronti dei giocatori. Lì, a caldo, va presa una posizione. Se si guarda un replay, non bisogna pensare al colore della maglia. A prescindere dalla fede. Mi fa ridere chi dice che non sono di nessuna squadra. Non nasconderò mai la mia fede, ma quando sto lì, sto lavorando. Per me, quel contatto è un contatto su cui può esserci rigore. Ndicka abbraccia Bisseck, Bisseck non lo ristrattona. Ma è un'opinione mia. Dico tante cose sbagliate ogni giorno! C'è gente che ha dato il parere il martedì, dopo tantissimi replay. A volte, io lo faccio con un solo replay e devo essere il primo a parlare. Devo dunque prendermi anche le responsabilità. Serve rispetto, sempre, e lo dico per tutte: Roma, Lazio, Juventus...".

Spesso succede che arrivi qualche critica, non necessaria nel caso tuo...

"Scherzando con Ndicka, lui ha detto: 'Non arrivo mai su quel pallone. A quel punto ci provo'. Per chi ha giocato, è una cosa normale. E io, scherzando, gli ho risposto: 'Fosse stato un centravanti, si sarebbe buttato due metri prima!'. Secondo me Bisseck, giustamente, ha provato a fare gol. Rispetto tutti. Anche mio figlio mi ha detto: 'Papà, ma era rigore?'. Per me sì. Lo direi anche allo stadio".

L'arbitro ha valutato Bisseck che si lascia andare troppo facilmente e l'entità del contatto. Una valutazione da campo.

"Si tratta di un episodio come tanti altri. Ho semplicemente detto che Ndicka si è preso un rischio. Aggiungo anche che nel post-partita la direzione arbitrale non ci ha dato l'audio del Var, magari per 'proteggere' la situazione. Ci può stare. Loro sono una squadra come le altre. Fabbri ha concesso qualche episodio 'all'inglese', ma può succedere. Sbagliano gli allenatori, i giocatori".

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