Tra luci, ombre e incognite: Pellegrini a caccia di un finale diverso
Una stagione complicata, tra panchine e numeri in calo: il Capitano giallorosso ha ancora cinque partite per riscattarsi e provare a portare la Roma in Europa

(GETTY IMAGES)
Fa sempre un po’ più buio prima dell’alba. Cadere e poi rialzarsi, combattere con acciacchi fisici e responsabilità dovute a quella fascia legata intorno al braccio. Far esultare i romanisti per più di 50 volte, da centrocampista. Far piangere di gioia una città intera alzando una coppa al cielo e farlo da miglior calciatore del torneo. È il dualismo continuo che ha caratterizzato fin qui la storia tra Pellegrini e la Roma. Ma se i numeri hanno praticamente sempre certificato l’apporto e il valore specifico di Lorenzo in campo, nonostante le difficoltà, questa resta la stagione più complicata con la maglia giallorossa. L’esonero di De Rossi, i fischi di parte dell'Olimpico, numeri non altisonanti e, per la prima volta da quando è il primo rappresentante della Roma in campo, Pellegrini è sembrato non essere al centro del progetto. Dall’arrivo di Ranieri, sono 12 le panchine maturate; 5 le volte in cui è subentrato e 3 le occasioni in cui è stato sostituito nell’intervallo.
Nonostante le belle parole spese dal tecnico giallorosso, è evidentemente mancato qualcosa. Anche e soprattutto dal punto di vista realizzativo: in 32 apparizioni stagionali sono arrivati “solo” 3 gol e 2 assist. “Solo”, perché Pellegrini aveva abituato i tifosi a ben altri numeri: 10 gol e 4 assist la scorsa stagione; 8 reti e 9 assist nel 22-23; 14 e 7 nel 21-22; 11 e 9 nel 20-21; 3 e 11 nel 19-20. E proprio in virtù delle difficoltà trovate in stagione, specchio della situazione è il precedente che risale a ormai 10 anni fa. Infatti, l’ultima volta che Pellegrini è risultato così poco protagonista e attivo sotto porta, vestiva la maglia del Sassuolo, agli albori della sua carriera: nel primo anno di prestito, nella stagione 2015-16 (3 gol in 20 presenze).
Anche se il domani del Capitano giallorosso non sembra essere completamente delineato, restano ancora cinque partite per provare a regalare un piazzamento europeo che sembrava utopia dopo una prima parte di stagione disastrosa. Cinque partite in cui provare a lasciare il segno, quattro scontri diretti che decideranno con ogni probabilità la sorte dei giallorossi. Cinque partite per cercare, in ogni caso, di lasciare alle spalle quel buio che sembra essere sempre un po’ di più, prima dell’alba.
E se tra tutti i futuri possibili, il destino dovesse scegliere quello di dividere la Roma e Pellegrini, l’augurio per entrambe le parti è di concludere nel miglior modo un’avventura intensa, altalenante, ma sempre romanista. Iniziata nel vivaio, passata per l’esordio con i colori più amati e un prestito per farsi le ossa. Poi la fascia da Capitano, portata in alto nelle mille notti europee e nel punto più alto del cielo a Tirana; col cuore infranto e le lacrime agli occhi, ma sempre con orgoglio come a Budapest.
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