AS Roma

La Roma viaggia sola

I disordini nel prepartita di Lazio-Roma costano caro: dopo Milano vietate trasferte a Bergamo e Torino. Nel frattempo sale a 6 il numero degli arrestati. A rischio chiusura anche la Sud

(GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Simone Valdarchi
16 Aprile 2025 - 06:00

La colpa di alcuni, che ricade su tutti. Purtroppo era nell’aria, ma da ieri è ufficiale: la Roma non potrà più contare sui suoi tifosi in trasferta da qui alla fine del campionato. Al divieto già formalizzato qualche giorno fa per Inter-Roma, si sono aggiunti quelli per le gare contro Atalanta e Torino. Il provvedimento, arrivato dal Viminale, quando l’Onms aveva rimandato la decisione al Casms con la sua solita determinazione settimanale, porterà la squadra di Ranieri a chiudere la stagione con 8 trasferte vietate ai suoi tifosi. Praticamente una ogni due, visto che le gare fuori casa in tutta la Serie A, senza contare il derby, sono 18.

A proposito di derby, le ultime decisioni sono dipese proprio da quanto accaduto nel prepartita di Lazio-Roma, di domenica scorsa. Qualche ora prima del fischio d’inizio di Sozza, circa 500 romanisti (stando alle stime fatte dalla Questura di Roma) si sono mossi verso la zona di Ponte Milvio, cercando il contatto con la tifoseria laziale. Sul lungotevere, però, il dispiegamento delle forze dell’ordine ha evitato gli scontri più duri, con 1.000 tifosi della Lazio che a quel punto si sono fronteggiati con la polizia. Il bollettino parla di 24 agenti feriti, senza però fortunatamente nessuno in gravi condizioni, oltre a danni agli esercizi commerciali della zona, a veicoli delle forze dell’ordine e di alcuni privati. Una violenza da condannare, senza se e senza ma, che poco ha a che fare con il sentimento di ogni tifoso verso la propria squadra.

La Digos è ancora al lavoro per cercare di individuare i responsabili, con il numero degli arresti che nel frattempo è salito a 6 (di cui 3 romanisti e 3 laziali). Per le persone fermate tratte in arresto in flagranza differita, di cui una era stata già colpita dal provvedimento del Daspo, è stato fissato nelle prossime ore il processo per direttissima. Nel frattempo, a chiedere un supplemento d’indagine ci ha pensato anche il Giudice Sportivo, col comunicato firmato dal dottor Mastrandrea e pubblicato ieri pomeriggio, per il ferimento di un agente della Polizia di Stato dentro lo Stadio Olimpico durante la partita. Fatto che, se confermato (la Questura di Roma esclude incidenti gravi all’interno dell’impianto), potrebbe portare anche alla squalifica del campo per la società ritenuta responsabile o la chiusura di un settore. Oltre a questo e al divieto per le prossime trasferte, la decisione presa dalle autorità è di non organizzare più derby (e altre gare considerate a rischio) in notturna.

Pur condannando fermamente ogni forma di violenza, ulteriore precisazione scontata quanto doverosa, rimane il fatto che tali divieti non potranno mai rappresentare la soluzione al problema, soprattutto con ormai un quarto di ventunesimo secolo alle spalle. La colpa di alcuni che ricade su tutti, rei soltanto di tifare la propria squadra, di essere disposti a fare sacrifici per seguirla in ogni stadio d’Italia, condividendo grazie a lei giorni felici con i propri amici, figli, mogli o mariti.
Il proibizionismo non ha mai funzionato a nessuna latitudine e l’amore, perché anche se può sembrare strano a qualcuno di questo sentimento si parla quando di mezzo c’è la Roma, è sempre stato l’unico antidoto efficace contro la violenza. La Sud l’ha gridato al mondo quell’amore in un derby del 23 ottobre ’83 e lo ha ritratto domenica scorsa, in quella mano che Agostino ha portato al cuore, per proteggere lui e lo stemma che naturalmente lo ricopre. Viva la Roma, viva i romanisti.

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