La linea della discordia
A che altezza va schierata la linea difensiva sulle punizioni contro dalla trequarti? Tema non casuale visto che si riferisce nello specifico al gol subito da Romagnoli nel derby

(GETTY IMAGES)

Questione di metri, a volte di centimetri, spesso decisiva. Il tema è: a che altezza schiero la linea difensiva sulle punizioni contro dalla trequarti? Tema non casuale visto che si riferisce nello specifico al gol subito da Romagnoli nel derby appena andato in archivio.
Un tema sul quale i tecnici dibattono, si confrontano, sperimentano. Ma sul quale nessuno ha la ricetta perfetta, perché spesso l’esito può dipendere anche da un errore individuale, dalla bravura degli avversari, da una deviazione del tutto casuale.
Dove disporre la linea? Bassa? Alta, Altissima? Tornando al gol preso di domenica sera, la Roma ha scelto una linea alta ma non troppo con marcature a uomo. Scelta non proprio felice visto che, grazie ad una serie di blocchi e allo spazio tra la linea e Svilar, Romagnoli è riuscito a saltare indisturbato per la seconda volta nella partita senza che stavolta Svilar potesse rimediare con l’ennesimo miracolo.
Va detto, prima di tornare ad esaminare il posizionamento della linea, che la Roma di domenica sera in mancanza di un terzo difensore forte di testa (Hummels) prestava il fianco a questa problematica. Mancini, Ndicka e Cristante gli specialisti nel gioco aereo. Gli altri tutti abbastanza carenti. Poco di fronte a una squadra molto abile sullo specifico.
Detto anche che il problema della linea non si pone sui corner (se calciati direttamente non c’è il fuorigioco) va detto anche che si tratta comunque di un problema non facile da risolvere e sul quale tutte le squadre lavorano quotidianamente per trovare l’assetto di partenza migliore.
Negli Anni Settanta l’Olanda propose una soluzione rivoluzionaria: sul traversone dalla trequarti a palla ferma, tutta la linea correva in avanti appena prima del calcio, mettendo in fuorigioco clamoroso ed evidente tutti o quasi tutti gli attaccanti avversari. Il giochino durò poco perché vennero trovate ben presto le contromisure con giocatori che, partendo da dietro, riuscivano ad eludere lo stratagemma tattico per presentarsi da soli in zona gol.
Con la linea altissima (e il portiere molto avanzato) in teoria si tengono gli avversari lontano dalla porta, ma resta tanto spazio nel quale chi usufruisce del tiro da fermo può escogitare schema ad hoc. Nel Milan dello scudetto guidato da Pioli, il tecnico (del quale si parla anche per la panchina giallorossa) dopo aver preso un paio di gol su punizione dalla trequarti, finì per schierare la linea quasi a ridosso del portiere in modo da inibire gli spazi, creando un mischione sul quale soprattutto il portiere, sfruttando braccia e mani, poteva avere quasi sempre la meglio.
© RIPRODUZIONE RISERVATA