Lazio-Roma: per chiudere in bellezza, ora vogliamo la favola
È l’ultimo derby di Ranieri, bisogna coronare la grande rimonta

Strootman nel 2016 esulta dopo l'ultima vittoria della Roma in casa della Lazio (GETTY IMAGES)
Alla vigilia del derby d’andata fu Manu Koné ad accompagnarci per mano alla sfida. Tremavamo al pensiero di quel che sarebbe successo in caso di sconfitta, con la Lazio già sopra di 15 punti e una classifica che vedeva la Roma impantanata a metà graduatoria, sospesa tra la speranza che Ranieri stava faticosamente restituendo alla gente romana e la consapevolezza di un cammino particolarmente faticoso (prima del derby la Roma era reduce dalla sconfitta di Como, la vittoria col Parma e il pareggio a San Siro col Milan). Intervistammo Koné e la sua tranquillità ci tranquillizzò. Anticipò pure un paio di temi interessanti che avremmo trovato nella partita, dalla serenità con cui la Roma affrontò l’impegno al duello senza risparmio che intraprese con il suo compagno di nazionale Guendozi («in campo non esistono amici, nessuno sconto»). Non ne fece, la Roma vinse bene e lui fu tra i migliori («ha il dono dell’ubiquità e glielo sbatte in faccia», scrisse Pastore nelle pagelle). 98 giorni dopo è tutta un’altra storia. Noi questa settimana non abbiamo intervistato nessuno, ma la classifica è decisamente diversa: con una vittoria la Roma salirebbe in classifica sopra i rivali, completando una rimonta che cominciò proprio quel 5 gennaio, quando due reti ad inizio gara di Pellegrini e Saelemaekers misero subito in chiaro le gerarchie.
La gara di ritorno (stadio Olimpico, ore 20,45, telecronaca esclusiva su Dazn, radiocronaca obbligatoria su Radio Romanista) arriva in un momento della stagione in cui non c’è più margine di errore. Dalla giornata 19 alla 32, in pratica dal giorno del derby d’andata a oggi, la Roma ha fatto più punti di tutti, 33, ben 4 in più del Bologna meraviglia e addirittura 5 in più dell’Inter e con una partita in meno! Un passo da scudetto, cadenzato dal meraviglioso equilibrio di costi e ricavi in cui ci ha accompagnati Ranieri. Eppure il pareggio con la Juventus ha fatto nuovamente calare l’umore di quella parte più volubile del tifo romanista, come se la corsa Champions non fosse stata compromessa da quell’assurdo balletto di allenatori iniziale, ma solo dalla mancata vittoria contro Tudor.
La verità è che a causa delle decisioni avventate che hanno fatto perdere punti nella parte iniziale della stagione, la Roma si è (auto)condannata ad affrontare ogni partita del 2025 come fosse una finale e ha avuto la capacità quasi impossibile da prevedere di vincerle finora quasi tutte e correre così ad una velocità insostenibile per chiunque. Adesso ci vorrebbe la favola, a chiudere in bellezza l’anno, l’ultimo di Ranieri allenatore. Questo significa che è ovviamente anche l’ultimo derby ed è un vero peccato considerando il palmares da record, cinque partite e cinque vittorie fino ad oggi, tanto bello che sarebbe davvero un peccato sporcarlo proprio all’ultimo atto. I bookmakers, che non guardano troppo alle questioni affettive, prevedono un leggerissimo vantaggio per la Roma, nonostante lo score negativo in trasferta (non vinciamo dal 2016, in panchina c’erano Spalletti e Inzaghi): la vittoria della Lazio è pagata mediamente 2,60 volte la posta, quella della Roma 2,80. E chi siamo noi per pensarla in maniera diversa?
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