La storia siamo noi
Fin dal primo derby del 1929 abbiamo manifestato la nostra superiorità. Contiamo 18 vittorie in più in gare ufficiali e il record per le tre vittorie con maggiore scarto

(GETTY IMAGES)
«Si può dire obiettivamente che la Lazio ha giocato... in campo avversario»: è quanto scritto dal quotidiano Il Littoriale il 9 dicembre 1929, all’indomani del primo derby della storia. Ce lo aggiudichiamo noi, vincendo 1-0 con gol di Volk allo Stadio della Rondinella: sarebbe casa loro, ma lo è soltanto sulla carta. E la stampa lo ribadisce: «Sapevamo che a Roma la maggioranza del pubblico volge le sue simpatie ai giallorossi; credevamo tuttavia che anche gli azzurri avessero larga messe di simpatie. Ci siamo dovuti ricredere: i nove-decimi dell’immenso pubblico che ha gremito lo stadio agitavano bandiere giallorosse». Fin dal principio, dunque, è stata messa in chiaro la distinzione tra chi porta nome, colori e simbolo di Roma e chi, invece, no.
La supremazia manifestata in quella prima sfida è stata ribadita anche negli anni a venire: lo testimoniano i numeri, che parlano di 69 vittorie romaniste nei 184 precedenti ufficiali tra le due squadre, a fronte di 51 successi degli altri (e 64 pareggi). Ma neppure il +18 nel conteggio delle gioie basta a raccontare questa partita. Sono nostre le vittorie più larghe, a partire dal 5-0 del 1° novembre 1933, quando a Campo Testaccio la tripletta di Tomasi e la doppietta di Bernardini permisero ai tifosi di vivere una giornata memorabile. Altrettanto memorabile è il 4-0 del 13 novembre 1960, con la Roma in testa alla classifica e i biancocelesti ultimi, travolti dalla tripletta di “Piedone” Manfredini e dal gol di Orlando. La stagione si conclude con la loro retrocessione e - un paio di mesi dopo - con il nostro trionfo in Coppa delle Fiere.
Quattro gol di scarto anche il 10 marzo 2002, quando la Roma (con il tricolore sul petto) spazza via quegli altri col poker di Montella e il sigillo a cucchiaio di Totti. Numerosi poi i 4-1 (l’ultimo proprio ad aprile, nel 2016) e i 3-0 (il più recente dei quali risale al 20 marzo 2022). Loro, invece, fino al 2006 non erano mai riusciti a vincere con 3 gol di scarto in campionato: ci hanno messo 77 anni dal primo incrocio.
Successi storici
Ci sono vittorie, poi, il cui significato va persino al di là della supremazia cittadina. Come ad esempio il successo per 1-0 firmato dall’autogol di Paolo Negro il 17 dicembre 2000: tre punti cruciali verso la conquista del terzo Scudetto, con il tricolore scucito dalle loro maglie. Quale maniera più dolce per vincere una sfida combattuta, bloccata e forse destinata allo 0-0? Ma Paolo Negro è il degno erede di Maximiliano Faotto, uruguagio che l’11 gennaio 1942 con un’autorete all’89’ ci regala il 2-1 nel derby: un altro successo fondamentale in ottica Scudetto. Niente da fare per quanto riguarda il tricolore del 1982-83, anche perché loro erano in Serie B. Non vale un titolo, ma l’accesso in Champions League, l’inzuccata di Mapou Yanga-Mbiwa il 25 maggio 2015: il centrale francese firma il 2-1 sotto la Curva Sud, regalandoci l’accesso alla coppa più prestigiosa e costringendo quegli altri ai playoff (dove verranno eliminati dal Bayer Leverkusen).
Da Volk a Saelemaekers, passando per Amadei, Da Costa, Giannini, Pruzzo, Delvecchio, Dzeko e De Sisti - ma anche Cassetti e Julio Baptista, Giovannelli e Mancini (Amantino e Gianluca), Mazzoni e Bortoletto - la storia siamo noi. Qualcuno, se vuole, si senta pure offeso. Del resto, come scrisse la Curva Sud in un’indimenticabile coreografia, basta il nostro nome a sancire la loro eterna sconfitta. I numeri non fanno altro che ribadire la nostra superiorità: quella manifestata anche nella sfida d’andata, nonostante venissimo da un avvio di stagione disastroso; la stessa superiorità che si spera di vedere riconfermata anche domani sera.
© RIPRODUZIONE RISERVATA