AS Roma

Ranieri: "Al centro del progetto. Ma se non sarò ascoltato, arrivederci e grazie"

Il tecnico ha fatto chiarezza in un'intervista a Il Messaggero: "Dopo una settimana ho pensato che avrei messo a posto la Roma. Nuovo allenatore? Siamo vicini"

(GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA La Redazione
10 Aprile 2025 - 08:18

Nel corso di un'intervista a Il Messaggero, Claudio Ranieri si è espresso su vari argomenti, tra cui il suo futuro ruolo nel club e il prossimo allenatore della Roma. Ecco le sue parole.

Non è proprio possibile vedere Shomurodov e Dovbyk insieme?

"Vero, funzionano e sono molto compatibili perché Eldor è una seconda punta, non è egoista, è un generoso per natura. A volte gli chiedo di tirare in porta più spesso. Il problema è che se li schiero entrambi dall’inizio, poi se devo cambiare la partita… mi attacco. Bisogna valutare tutto e non è detto che non possano giocare insieme".

Dal giorno che ha messo di nuovo piede a Trigoria pensava che dopo tre mesi sarebbe stato dove è adesso?

"Sono sincero, dopo una settimana ho pensato che l’avrei rimessa a posto. Dentro di me lo sapevo ma non ci pensavo. La squadra mi dà tutto. Se non trovo il feeling, non va. È stato facile trovarlo".

Questa rincorsa eccezionale non rischia di trasformarsi in una delusione se la squadra non raggiungerà la Champions?

"Ho capito, ma è bello starci. A me ha fatto molto piacere un signore che ho incrociato per strada e mi ha detto “grazie per averci ridato la dignità”. Non c’è complimento migliore. Abbiamo rimesso la Roma dove doveva stare, dove i Friedkin vogliono che stia, lassù: una volta si lotta per la Champions, una per lo scudetto, questo ha chiesto la proprietà fino a quando ci ho parlato io all’inizio. Poi che possa diventare un boomerang o che abbiamo spinto troppo, ci sta. Ma come vale per noi, vale anche per gli altri. Rimangono 21 punti, vediamo che succede".

Domenica per la prima volta è sembrato che volesse smarcarsi dal ruolo che l’attende in futuro.

"No, no. Io sarò senior advisor, e mo’ traducetelo come ve pare (ride, ndr). So che sarò un punto di riferimento per loro, consiglierò cosa è giusto e cosa non lo è, ma poi a decidere è la proprietà. Credo sia per tutti così".

Ok, però un conto è consigliare, un altro dirigere. Quando le venne fatto il nome di Burdisso da inserire eventualmente in società, rispose un po’ stizzito "E io che ci sto a fare?".

"Scusatemi, ma se arriva un dirigente sopra di me, io che ci sto a fare? I tifosi devono stare tranquilli, io non scappo. Scappo solo se non conto. Non farò il parafulmine di nessuno".

Che vuol dire?

"Che se non decido e non mi sento importante, io non faccio il parafulmine, me ne vado. Oggi mi sento al centro del progetto. Nel momento in cui mi sentissi al lato di questo, arrivederci e grazie".

Scusi, ci sono avvisaglie?

"Ma no. Perché, i tifosi hanno paura che lasci?".

E se invece i Friedkin le chiedessero una presenza quotidiana, accetterebbe?

"Ma sì, non è questo il problema. Non è l’etichetta o la dicitura che mi farà stare qui o meno ma se sarò una persona ascoltata o non ascoltata. Il resto, se sono un diri-gente, un consigliere, non mi interessa molto. Mi interessa invece capire se quando dirò che va fatta una cosa per il bene della Roma, sarò seguito".

Una cosa che le darebbe la sensazione di non essere ascoltato, potrebbe essere quella di puntare su un allenatore non indicato da lei?

"L’allenatore non è scelto da me, non funziona così. Se ho fatto una lista di nomi, con pregi e difetti, sta anche ai Friedkin deciderlo".

Quando si consegna una lista del genere, quanto è lunga?

"Ghisolfi ed io abbiamo seguito il modello inglese. Siamo partiti da 7-8 nomi per arrivare a 3-4".

La lista è stata consegnata?

"Da mo'!".

E i Friedkin hanno scelto?

"Siamo vicini, molto vicini".

È fiducioso che sia un allenatore alla Ranieri?

"Sono convinto che arriverà un buon allenatore".

Perché ha detto che "all’inizio potrebbe non piacere?"

"Perché tante volte a Roma si pensa che arrivi questo o quell’altro e poi i fatti sono diversi. Chiunque arrivi, lasciamolo lavorare. Ora ho detto di prendere un tecnico da Roma e andiamo avanti. Si deve cambiare quando allenatore e squadra non sono più all’unisono. Ma finché c’è il feeling, e queste cose si vedono in campo, si continua insieme. Non esiste sta cosa del 'giocatore X che ha mandato via un tecnico’, non esiste, ve lo assicuro".

Non dice nemmeno qualche bugia a fin di bene? Dobbiamo credere che a Gasperini non abbiate mai pensato?

"Certamente, ho sempre detto che più bugiardi dei calciatori ci sono soltanto gli allenatori ex cal­ciatori (scoppia a ridere, ndr). Torno serio, signori miei andate a chiedere a qualsiasi allenatore se sarebbe felice di allenare la Roma. Chi vi risponderebbe di no".

Un giocatore che prima faceva tanti gol e ora ne fa di meno è Pellegrini.

"È uno dei centrocampisti più forti d’Italia, non ho nessun dubbio e nessuno può smentirmi. Ripartire da lui anche l’anno prossimo? Dipende da Lorenzo. Io lo stimo".

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