AS Roma

Riaggressione, come, dove, quando

Per non patire brutte sorprese devi avere giocatori molto veloci, forti fisicamente ma anche dal punto di vista tecnico

(GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Rinaldo Boccardelli
09 Aprile 2025 - 07:30

Tra i neologismi degli ultimi anni in ambito calcistico spicca la cosiddetta “riaggressione” che, in una scala di similitudini tattiche va ad aggiungersi al pressing più o meno alto portato dalla squadra in fase di non possesso. Stiamo parlando di due atteggiamenti simili ma non uguali. E ne parliamo perché in Roma-Juve di domenica scorsa, soprattutto nel primo tempo, la squadra bianconera si è distinta non poco sia nell’applicare il pressing alto nei confronti dei giallorossi, sia la riaggressione in zona palla una volta persa la stessa.

Riaggressione, lo dice in qualche modo la parola stessa. Se perdo palla nella trequarti avversaria invece di scappare indietro e rimettermi in ordine con le posizioni, vado immediatamente e con più uomini alla riconquista della stessa. Perché la riconquista abbia successo c’è bisogno di alcuni elementi indispensabili. L’addestramento specifico provato più volte in allenamento, le caratteristiche atletiche e tecniche dei giocatori a disposizione, il coraggio di rischiare una parità numerica (o anche una momentanea inferiorità) nella fase difensiva, a palla lontana.

È quello che ha fatto la Juve all’Olimpico approfittando anche del fatto che dei tre difensori della Roma solo Hummels accorciava a uomo su Vlahovic mentre Mancini e soprattutto Ndicka restavano dietro, consentendo soprattutto a Nico Gonzalez di arretrare liberamente e produrre così superiorità numerica nella trequarti giallorossa. Esattamente il contrario facevano i difensori della Juventus che a turno non solo accorciavano sui trequartisti giallorossi ma, una volta riconquistata palla, si proiettavano in attacco costringendo la linea difensiva della Roma ad abbassarsi ancora di più. Proprio da un’incursione di Kalulu nasce infatti il cross dal fondo sul quale Celik respinge di testa e Locatelli pesca il gran tiro al volo del vantaggio. Al tempo stesso la Juve non si preoccupava troppo di lasciare uno contro uno Veiga su Dovbyk all’altezza del centrocampo, valutando che da solo e a 40-50 metri dalla porta il centravanti ucraino non avrebbe potuto impensierire considerando tra l’altro che la Roma non ha contropiedisti veri e propri. 

Questa situazione è cambiata quando Ranieri in avvio di secondo tempo ha inserito Shomurodov che, gol a parte, è comunque un attaccante veloce e molto mobile. Con un difensore in meno (Hummels) e un attaccante in più i giallorossi hanno avuto modo di spostare il baricentro più in avanti soffrendo molto meno le riaggressioni juventine. La riaggressione immediata a palla persa è una delle tante innovazioni portate da Guardiola, e prima ancora, come idea, da Cruyff nel Barcellona delle meraviglie. Non è però cosa da tutti. Per non patire brutte sorprese devi avere giocatori molto veloci, forti fisicamente ma anche dal punto di vista tecnico.

* Giornalista professionista
Allenatore Uefa B

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