Totti: “De Rossi? È mancata un po’ d’esperienza, ma sarà un allenatore eccezionale”
Direttamente dalla Russia, dove è arrivato ieri per l'International RB Award, lo storico capitano giallorosso ha parlato, tra i vari temi, dell'ex tecnico giallorosso

(GETTY IMAGES)
«Nella sua situazione, penso fosse impossibile per Daniele rifiutare di diventare l’allenatore della Roma. Penso che diventerà un grandissimo allenatore, davvero», firmato Francesco Totti, direzione Daniele De Rossi. Presente in Russia, per il Premio RB 2025, lo storico Capitano giallorosso ha parlato all’emittente televisiva russa ‘Match TV’. Tra i diversi argomenti toccati, anche e soprattutto il pensiero sull’amico e compagno di spogliatoio di una vita, DDR: «La mancanza di esperienza lo ha un po’ frenato, ma non avrebbe mai rifiutato la panchina giallorossa. Non aveva mai pensato di diventare allenatore, poi negli ultimi anni qualcosa è cambiato. Conoscendo le sue straordinarie doti calcistiche, con il tempo e con l’esperienza necessaria può diventare un tecnico eccezionale».
Non poche le polemiche sul viaggio a Mosca - visto il conflitto con l’Ucraina -, ma l’ex 10 giallorosso ha fin da subito messo lo sport al centro di ogni discussione: «Andrò in Russia in quanto uomo di sport, come ho sempre fatto nel corso della mia carriera», aveva dichiarato all’ANSA poche settimane prima del viaggio. Tra le domande più gettonate, non poteva mancare quella sull’addio al calcio e su quello che è stato il post carriera: «Negli ultimi anni le cose sono cambiate nella mia vita. La mia partita d’addio nel 2017 è stata incredibile. Ero felice di avere un’intera giornata dedicata a me, ma allo stesso tempo ansioso per la fine di un intero ciclo di vita. Dopo la fine della mia carriera, sono stato direttore della Roma per due anni. Poi ho fatto altre cose e ora vivo la mia vita a pieno ritmo». Anche se col passare degli anni, l’amore della gente non è mai diminuito: «Quando ero ancora un calciatore, la mia vita privata era quasi inesistente. Ho sempre pensato che una volta terminata la carriera, la mia vita si sarebbe subito tranquillizzata. E invece, in un certo senso, la situazione è anche peggiorata!».
Infine, un consiglio a tutti i giovani: «Mio figlio gioca a calcio con piacere, ma purtroppo deve portare il peso del nostro cognome. Anche se lui la prende con molta calma. Penso che ogni giovane abbia i suoi obiettivi e i suoi sogni. Ma hanno bisogno di aiuto. Date loro una possibilità. Non tutti riusciranno a giocare in Serie A, succede, non è un dramma. Il problema per molti giovani calciatori sono i loro genitori. Mandano il figlio a giocare a calcio senza chiedergli la sua opinione. Il bambino lo sente e gioca con forza. Il calcio deve essere solo divertimento».
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