Mancini: "Sono pazzo dei tifosi della Roma. A De Rossi non è stato dato tempo"
Il difensore centrale a Cronache di Spogliatoio: "Dovbyk è un ragazzo d'oro, spesso lo carico. Ranieri ha creduto fin da subito nelle nostre capacità"

(GETTY IMAGES)

Protagonista della rimonta in classifica della Roma, Gianluca Mancini è stato ospite nella live di ieri sera di Cronache di Spogliatoio. Queste le parole del vice capitano giallorosso:
Sei il capitano della Roma. Dal derby a -15 al sorpasso. Possiamo chiamarla rincorsa Champions?
"Sono il vice-capitano, il capitano è Lorenzo! (Pellegrini, ndr) Da quel derby a oggi pochi ci credevano. Noi sapevamo quello che stavamo facendo e dall'arrivo di Ranieri, dico la verità, anche noi facevamo fatica a pensarlo. Poi, col lavoro del mister, partita dopo partita ci siamo resi conto che potevamo riprendere quel gruppone. Ora ci siamo, ma ci sono gare veramente toste; pensiamo partita dopo partite".
Quando vi vedevate quattordicesimi, avete pensato di potervi rilassare, vista la presenza nelle coppe, o di poter fare una media di due punti a partita? Vedevate le coppe come un'ancora di salvezza?
"Le coppe, avendo fatto negli ultimi 5 anni tante semifinali e finali, sono tornei a cui tenevamo. Peccato che quest'anno non sia stato così. In campionato faceva troppo male non vederci davanti. Ma negli allenamenti, la voglia di stare bene insieme c'era. Non eravamo super-tranquilli, ma sapevamo che le cose si sarebbero sistemate. Non pensavamo di lasciar andare il campionato, noi ragioniamo partita dopo partita. Ci premeva risalire in classifica, perché vedere la Roma in quelle posizioni faceva male. In coppa abbiamo dato il massimo, poi c'è stata quella decisione che ha cambiato l'esito del match e l'abbiamo buttata via. Ma abbiamo sempre dato il massimo per arrivare in fondo alle competizioni. In campionato ci stiamo riuscendo, ma non abbiamo fatto ancora niente".
Hai parlato di Ranieri. Quando parliamo noi di questi allenatori leggendari, finiamo sempre a dire le stesse cose. Ci racconti una profezia, una battuta che ha fatto Ranieri per dare la carica quando è arrivato?
"Come ho detto varie volte, ha aperto la porta dello spogliatoio e ha trasmesso rilassamento di tensione. Vivevamo male la situazione. Poi il mister ci ha spiegato come lavora, come pretende alcune cose, a livello di campo e atteggiamento. A novembre venivamo da brutti risultati e fin da subito ha detto: 'I cavalli si vedono all'arrivo'. È arrivato in una situazione drammatica, senza conoscerci, e dire una cosa così ci ha fatto pensare che lui ci credeva. Ci siamo detti di lavorare, seguire la sua esperienza per poter arrivare a dove siamo adesso. Ma ora è nulla, manca ancora tanto alla fine e siamo concentrati su queste ultime gare".
Quanti messaggi hai lasciato sulla macchina di Ranieri per dirgli di restare?
"Questo è un tema particolare ma il mister è stato sempre chiaro con noi e nelle ultime due settimane con i giornalisti. Una figura come lui è importante nello spogliatoio, per chi lavora a Trigoria e per chi viene allo stadio. Però lui ci guiderà e ci darà consigli in un altro ruolo. Penso sia una scelta importante per il futuro della Roma".
Nell'ultimo anno ti sei sentito più amato?
"L'amore dei tifosi l'ho sentito fin da subito, anche al primo anno. Giocai alcune partite a centrocampo in totale emergenza e i tifosi romanisti mi diedero la voglia di aiutare la squadra in un ruolo non mio. Capii subito questo amore reciproco, anche io sono pazzo di questa tifoseria, questa città. Sono un po' di cose che si sono unite. In campo a volte mi trasformo, perché l'adrenalina va oltre. Con De Rossi e Ranieri ci abbiamo lavorato maggiormente, sono più tranquillo nelle reazioni ma non viene a mancare l'agonismo, la competizione, non senza il rispetto dell'avversario. Il tifoso vede questa cosa ed è orgoglioso. Ma non sono solo io il beniamino: ce ne sono tantissimi in squadra. La piazza di Roma è calorosa, questo amore si sente sempre".
Se ti dico: 'Devi sfondarli tutti, sei forte'...? Dovrebbe essere quello che hai detto a Dovbyk dopo il gol al Lecce. Che cosa pensi di lui?
"Artem è un ragazzo d'oro, eccezionale. Sappiamo quello che purtroppo la sua famiglia sta vivendo, credo che lo condizioni. In campo, nei 90', bisogna essere bravi a dimenticare. Io lo prendo in giro, a volte lo sprono perché è un armadio a quattro ante e quando vado a contrasto ho quasi paura: se ti prende forte, ti rinvia di quattro metri! A fine primo tempo l'ho caricato in modo particolare, gli ho detto: 'O fai gol, o prendi un giallo. Voglio vederti dare una spallata a un difensore e farlo volare fuori dai cartelloni!'. Guarda caso il gol nasce con una spallata a Baschirotto: sono entrambi grossi, ma Artem ci è andato con quella cattiveria agonistica, ha fatto gol e gli ho detto: 'Sei forte, devi sfondare tutti'. Ma sempre in ambito calcistico!".
Dove sareste adesso se Ranieri fosse arrivato un po' prima?
"Sono la persona sbagliata a cui chiederlo. Io con i se e con i ma non vado d'accordo. Il mister è arrivato a novembre, abbiamo fatto tre cambi in panchina in una stagione, anche se a De Rossi non è stato dato il tempo. La verità è che abbiamo avuto tre allenatori e ci sono state difficoltà iniziali. Anche con lui non abbiamo iniziato benissimo, abbiamo perso alcune partite. Ma c'era qualcosa di diverso, lo sentivamo nell'aria. Questa è stata la stagione: c'erano colpe nostre, perché in campo ci siamo noi. Rispondo così. Questo è, guardo il campo, i punti, le gare vinte. E se a questo punto siamo qui vuol dire che ora meritiamo questo".
Ora il calendario è brutto, però l'obiettivo è tornare in Europa o raggiungere il quarto posto?
"Era brutto anche prima, perché le partite ci hanno dimostrato che non è facile vincere da nessuna parte. Ovunque si va ci sono difficoltà, non è più facile vincere a Lecce, a Parma o a Empoli. Le gare sono sempre brutte. Ora incontreremo squadre con gli stessi nostri punti e che lottano per quelle zone. Siamo tutte a pochi punti, partita dopo partita ragioniamo".
Se la Roma vincesse sorpasserebbe la Juve.
"Sono le partite belle. Si va a giocare con grande spinta, voglia, bisogna prepararsi al meglio. Penseremo alla Juventus, poi alla Lazio, al Verona, all'Inter. Ogni domenica si va in campo e devi pensare che i punti possano fare la differenza".
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