Ipotesi due attaccanti, istruzioni per l’uso
Dovbyk con l’aiuto di Shomurodov è sembrato meno isolato in avanti e l’azione del gol dell’ucraino (compartecipata dai due) ne è stata una riprova

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Un attaccante in più e un trequartista in meno? Cambia qualcosa sotto il profilo tattico ma non è proprio una rivoluzione. Dipende anche e soprattutto dalle caratteristiche dei giocatori in campo. Se parliamo della Roma, la questione posta dal secondo tempo di Lecce e stante l’assenza a lungo termine di Dybala e anche di Saelemaekers per quanto riguarda la partita con la Juve, è sicuramente d’attualità. Dovbyk con l’aiuto di Shomurodov è sembrato meno isolato in avanti e l’azione del gol dell’ucraino (compartecipata dai due) ne è stata una riprova.
Assetto da riproporre anche contro la Juve? Sicuramente Ranieri e il suo staff ci stanno pensando. Ma cosa cambia nello sviluppo del gioco di squadra?
Vediamo cosa succede nelle due fasi analizzando per prima quella in possesso di palla. Se la Roma dovesse giocare con due punte è evidente che Shomurodov sarebbe chiamato a muoversi di più negli spazi, svariando da destra a sinistra ma anche a rimorchio di Dovbyk che curerebbe di più l’area di rigore pronto ad intervenire in zona gol. Le due punte ti consentono, in caso di difficoltà di fraseggio a metà campo, di alzare il pallone e andare per vie verticali. L’uzbeko è bravo di testa e le sue spizzate possono favorire Dovbyk o un centrocampista bravo nell’inserimento. Avendo in campo le due punte contemporaneamente risulta anche più facile riempire l’area di rigore in caso di aggiramento e cross dalle fasce, cosa che non sempre riesce alla Roma. Sempre in fase di possesso le due punte ti permettono di proporre una sorta di elastico con i due attaccanti che di volta in volta si dividono i compiti: uno viene incontro per fare la sponda e l’altro attacca lo spazio per favorire un palla-avanti palla-dietro palla-avanti che resta nella sua semplicità (ma in campo ci sono anche gli avversari) uno dei modi più efficaci per liberare l’uomo oltre le linee. Dividendosi lo spazio in diagonale, i due attaccanti ti danno più chance di recuperare palloni in avanti su rinvii affrettati e non proprio mirati dalle retrovie. Non è poi assolutamente vietata la ricerca di un triangolo stretto tra i due favorito anche da un velo del giocatore che va incontro. Schemino reso famoso negli anni Ottanta dalla grande intesa Mancini-Vialli con la maglia della Sampdoria.
In fase di non possesso, in caso di 3-5-2, dipende dalla strategia di gara: pressing alto, i due vanno sulle linee di passaggio tra il portiere e i difensori avversari ovviamente con l’aiuto di tutta la squadra che sale praticamente a uomo sul resto dei giocatori. In caso di attesa più o meno sulla trequarti, invece, i due guardano ugualmente le linee di passaggio facendo un po' da pendolo e dividendosi gli spazi in due orizzontalmente. Naturalmente ci sono altri piccoli accorgimenti da apportare in base anche alle caratteristiche e alle strategie della squadra avversaria. Tra le cose da non fare: pestarsi i piedi finendo per ostacolarsi, restare fermi in attesa di palloni giocabili, non rientrare sotto palla quando il pallone torna in possesso degli avversari.
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