AS Roma

Toto-allenatore: i nomi usciti e Mister X

Da Allegri a Farioli, passando per Montella, da Ancelotti a Gasp, passando per Fabregas. Dall’identikit al casting: conoscitore della Serie A e di respiro internazionale. Grattacapo e gossip

(GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Gabriele Fasan
28 Marzo 2025 - 06:00

«Continuate a fare nomi, ma non ne prendete uno». Si diverte Claudio Ranieri in ogni uscita pubblica alla domanda sul nuovo allenatore della Roma. Gioca a dire un sì ma anche un no, conferma e smentisce. Un punto fermo dopo la conferenza stampa di ieri l’abbiamo messo: non sarà Ranieri, perché significherebbe perdere un anno, o anno di (ulteriore) transizione. «Non posso essere il futuro, il nuovo allenatore rappresenterà il futuro della Roma».

Ma facciamo un passo indietro. Tolta qualche discrepanza di indirizzo iniziale, con Ghisolfi e Ranieri che annunciarono e smentirono l’imminenza di un nome (che addirittura avrebbe influenzato gli acquisti di gennaio), la Roma negli ultimi mesi, attraverso il ds e il futuro dirigente, l’identikit del nuovo tecnico l’ha disegnato: conoscitore del campionato italiano e di respiro internazionale. Top manager? Anche questo gli hanno attribuito e può esser sfuggito a mezza bocca agli attori in scena, anche in corrispondenza della semplice affermazione che «il presidente Dan vuole fare grande la Roma». Ma che vuol dire, poi, top? Gasperini è, o era, top? Negli ultimi anni a buona ragione la risposta è affermativa (i più descrivono i Friedkin come folgorati dall’Atalanta di Dublino). 

Da ieri, comunque, l’altro punto fermo, almeno apparentemente, è la smentita categorica su Gasperini. Il Gian Piero dei miracoli a Bergamo, dunque, ultima - forte - suggestione (e qualcosa di più) dei media e di molti addetti ai lavori informati, dovrà trovare un’altra panchina, perché non si siederà su quella giallorossa. Con buona pace di chi lo auspicava e con grande sollievo di chi invece non lo sopporterebbe, visto il suo passato d’antagonista, all’ombra del Colosseo. Che si siano parlati, che siano buoni amici, che siano (stati) anche vicini a un accordo fa parte allora del casting. Che pure c’è stato con Farioli (si registra qualche incontro) che però «è bravo, ma aspetterà». 

Facile nominare e scrivere qua e là i nomi forti su piazza: Allegri prima di tutto, che risponde a diversi criteri sdoganati, ma con il quale tuttavia non ci sarebbe stato niente, ma davvero niente. O Ancelotti, che qualcuno ha indicato come il sogno di Dan Friedkin e che, pur non rispondendo per carta di identità più di tanto al paletto del progetto futuro, ogni tanto ammicca o ammiccano per lui gli ex romanisti, ma che soprattutto sta nell’Olimpo del Bernabeu. 

Con Montella, habitué invece dell’Olimpico, da tifoso, c’era stato calore anche dopo Juric prima di arrivare a Ranieri. Ma il contratto con la federazione turca frenò il tutto. E titoli che tornano, qua e là, anche in questi giorni. Da scartare Terzic, che pure di tanto in tanto - e anche per il dopo Juric - esce prepotentemente, specialmente per la mancata esperienza di Serie A.

Lo stesso Antonio Conte, già papabile nel 2018, quando «non era il momento», e dipinto da qualcuno come non proprio felicissimo all’ombra del Vesuvio pure, è tornato in auge in qualche titoletto. Un altro nome uscito e parecchio, in zona Roma-Como, è quello di Fabregas, pubblicamente elogiato da Ranieri, tra i giovani emergenti ma anche per questo in qualche modo frenato dallo stesso Sir Claudio: «Diventerà un grande allenatore in tre o quattro anni».

Ma se vogliamo davvero cambiare filosofia di gioco veniamo ai meno pubblicizzati Sarri e De Zerbi, che per motivi diversi potrebbero rispondere al criterio del «magari potrebbero non piacere all’inizio, ma poi contano i risultati». Come lo stesso Stefano Pioli, ai margini dell’Al Nassr in una non felice avventura. Come libero è Thiago Motta, troppo fresca però la cacciata da Torino. 

Qualche romanista (buontempone) ricorda in queste ore che non sono stati mai citati, ma magari sognati sì, Pep Guardiola e Jürgen Klopp. Mentre De Rossi, a proposito di fantasie oniriche, ha detto che tornerà «a breve ad allenare», ma non alla Roma, secondo quanto riferito da Ranieri, che ne ha parlato come da comunicato della proprietà al futuro, e off the records.

Due “marziani”, e quindi teoricamente da depennare, non sono ancora stati nominati. Giochiamo a farlo noi, sfruttando anche il biglietto da visita consegnato al San Mamés da Ranieri: Valverde, il primo. Emery, profilo di assoluto respiro europeo, il secondo. E non dimentichiamo tutti quelli con cui realmente, stando alle dichiarazioni, Ranieri ha parlato ma che nessuno ha saputo scovare. Magari la Roma ha già l’allenatore e in stile Friedkin tra qualche giorno verrà postata una nota del club, ma per media e addetti ai lavori la stagione della caccia non è finita.

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