AS Roma

Mancio, Pelle e Cristante: i tre "senatori" chiamati a guidare la Roma

Sono gli unici superstiti dell'ultima vittoria al Via del Mare, il 29 settembre 2019. E, nonostante un rendimento deludente, con l'assenza di Dybala dovranno fare da leader

PUBBLICATO DA Lorenzo Latini
23 Marzo 2025 - 14:33

Pau Lopez; Florenzi, Mancini, Smalling, Kolarov; Diawara, Veretout; Kluivert, Pellegrini, Mkhitaryan; Dzeko. Si tratta dell'undici titolare schierato dalla Roma (all'epoca allenata da Paulo Fonseca) il 29 settembre 2019, in quella che ad oggi è l'ultima vittoria al Via del Mare di Lecce, dove saremo di scena domenica prossima. Finì 1-0 per noi grazie a un gol di Dzeko al 56'. Di quella squadra, a Trigoria sono rimasti Mancini e Pellegrini, oltre a Cristante, che in quella circostanza subentrò nel finale. I tre "senatori" italiani, lasciati a casa da Spalletti per il doppio impegno di Nations League, stanno vivendo la stagione in maniere differenti: Mancini da punto fermo, leader della difesa e - spesso - con la fascia di capitano al braccio; fascia che sta indossando raramente Lorenzo Pellegrini, a causa di un rendimento ben al di sotto delle aspettative e delle sue potenzialità; Cristante, dopo un lungo stop per infortunio, è tornato a giocare con continuità, ma con un rendimento altalenante.

Ora, con Paulo Dybala costretto a operarsi e out fino al termine della stagione, le responsabilità di guida e leadership ricadono (anche) sulle loro spalle: sono i tre calciatori con la più lunga militanza (assieme ad El Shaarawy) in giallorosso, e tra i più esperti della rosa. Mancini è un imprescindibile, già a quota 37 presenze in stagione, e difficilmente Ranieri se ne priva; Cristante può rappresentare una valida alternativa a Paredes e Koné, seppur con caratteristiche diverse - ma all'occorrenza anche una loro spalla come mezzala in un 3-5-2; Pellegrini è quello da cui ci si aspetta una svolta, caratteriale e tecnica, che gli permetta magari di raddrizzare una stagione finora da dimenticare. Lorenzo, in termini di qualità, è tra i più dotati della rosa, e a Empoli aveva ben figurato, ma le scelte di Ranieri prima e un attacco febbrile poi gli hanno impedito di dare continuità a quella prestazione positiva. Le sue caratteristiche gli permetterebbero di agire sia da trequartista nel 3-4-2-1, in coppia con uno tra Soulé e Baldanzi, sia come mezzala "di raccordo" in un 3-5-2: l'importante, al netto di moduli e tattiche, è che il numero 7 torni agli standard a cui ci aveva abituato in passato.

In tutto contano 886 presenze globali con la Roma: comanda proprio Pellegrini, 15° nella classifica all-time della Roma con 312 gare, seguito a stretto giro da Cristante (309); un po' più indietro Mancini, che ne vanta 265 (a -2 da Mexès). Di certo sanno cosa significhi militare in questa squadra: da anni ormai vestono questa casacca, con la quale sono stati protagonisti in Europa; all'occorrenza hanno dovuto fare i conti anche con le critiche, com'è normale in una piazza ambiziosa come Roma. Ma di certo non si sono mai tirati indietro: men che meno potranno farlo ora, in un momento in cui la squadra deve ovviare all'assenza di Dybala e si sta giocando l'accesso all'Europa per l'anno prossimo. La prima delle nove finali va in scena a Lecce, dove hanno vinto l'ultima volta cinque anni e mezzo fa: l'obiettivo è quello di allungare a sette la striscia di vittorie consecutive in campionato.

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