Un campo per Mazzone
Inaugurato, nel giorno in cui avrebbe compiuto 88 anni, il rettangolo verde dedicato all’ex tecnico della Roma. Da Nela a Gualtieri, tante figure di spicco presenti: «Tutti gli siamo riconoscenti»

(MANCINI)
Un campo da calcio in ricordo di chi aveva Roma e la Roma nel cuore. Questo è accaduto ieri pomeriggio, alle 17.08, in via dei Capasso, a Bravetta, è stato inaugurato il nuovo rettangolo di gioco intitolato a Carlo Mazzone. Nel giorno in cui il “Sor Magara” avrebbe compiuto 88 anni.
Un campo rinato
E pensare che l’impianto, di proprietà comunale, era vicino all’abbandono. Ma fortunatamente è stato disposto dal Municipio XII e, attraverso un bando, affidato all’Alba Roma 1907 per la riqualificazione e, finalmente, la celebrazione. Un momento di gioia, a cui hanno preso parte anche diverse figure di spicco di un calcio che non c’è più: basti pensare a Sebino Nela, scudettato in giallorosso nel 1983, che Carletto l’ha solo affrontato. Pur conservando di lui un gran bel ricordo: «Fa piacere oggi che qualcuno abbia pensato di dare il suo nome a un impianto sportivo. È stato un allenatore importante, anche sottostimato, perché molti oggi si sentono scopritori di qualcosa. E lui, ai tempi, aveva già la sua visione di calcio».
Da Nela a Lombardo
Così come tanti altri. Anche Massimo Cappioli, presente all’evento, lo ha ricordato: «Una figura con la sua personalità e il suo carisma manca tantissimo». C’erano anche Fabio Petruzzi e Franco Peccenini, ex calciatori della Roma, il Presidente del Municipio XII Elio Tomassetti, il sindaco di Ascoli Piceno (altra piazza importante nella carriera del tecnico) Marco Fioravanti, il Chief Football Operating Officer romanista Maurizio Lombardo e il sindaco Roberto Gualtieri. Proprio quest’ultimo, in compagnia della famiglia di Mazzone (dalla moglie al pronipote, dalla sorella ai figli e ai nipoti), ha tagliato il nastro che ha poi dato il via alla cerimonia. Un’occasione, anche, per dare il giusto tributo ai presidenti dell’Alba e ai suoi ragazzi. Che d’ora in poi avranno un nuovo campo su cui correre.
Ricordi vividi
«È qui che mio fratello ha iniziato», ha rivelato la sorella Anna. «Io lo accompagnavo al campo, stava sempre col pallone!». L’aneddoto ha poi lasciato spazio alle dichiarazioni del sindaco: «Per me è una gioia enorme essere qui, un risultato straordinario. Vedere questo campo così importante rinascere è bellissimo. Il lavoro del Municipio e dell’Alba Roma è stato straordinario, fa molto piacere pensare ai tanti ragazzi che potranno fare sport in questo campo». Impossibile non rivolgere un pensiero, dal palco, su Carlo Mazzone: «Vedere intitolare a lui questo impianto mi ha commosso. La sua generosità portava la romanità ovunque. Ad Ascoli è stato importantissimo. E a Roma, non solo perché ha lanciato Francesco Totti, gli siamo riconoscenti. Vedere tanti campioni e sportivi qui per lui ci fa tanto piacere. È un momento bellissimo». La presentazione è stata intervallata da video-ricordo, contenenti momenti di vita sportiva (e non) del protagonista di giornata. Fino ad arrivare a Lombardo, che ha riservato alcune sorprese: una maglia simbolica al pronipote di “Sor Carletto” e un’altra destinata ai presidenti dell’Alba, Daniele Gabriele e Alfredo Di Vasta. «Spesso dovremmo fermarci un attimo e guardare al passato. Noi ricordiamo Mazzone nel calcio, ma è ricordato da tutti gli sportivi e dalle persone che hanno avuto la possibilità di apprezzarlo», le parole del CFOO giallorosso. Non ho mai avuto la fortuna di lavorare con lui quando io ho lavorato a Brescia, ma è come se lo conoscessi: tutti ne parlavano benissimo. Ha scritto pagine di storia per la Roma e per tanti altri importantissimi club del nostro Paese».
Le testimonianze più belle
Dopodiché musica, festa e spensieratezza. Ciò a cui questo campo da calcio sarà adibito. E nel frastuono generale, dovuto all’euforia del momento, anche chi ha vissuto intensamente Carlo Mazzone ha voluto lasciare una “testimonianza”. «Nonno non si può racchiudere in un solo ricordo», ha detto la nipote Vanessa, accompagnata da suo figlio. «Lui aveva una lavagna sulla quale preparava gli schemi. Io prendevo i fogli e gli lasciavo dei messaggi, nascondendoglieli in modo tale che poi lui li trovasse». Impossibile anche per Alessio, altro nipote, esimersi dal raccontarlo: «Nonno ha cercato di insegnare i valori dello sport a giocatori, collaboratori... Il ricordo più bello è quando vedevamo le partite a casa sua, dopo la fine della carriera di allenatore». Momenti indelebili, ogni giorno, continueranno a vivere anche in quel campo da calcio.
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