AS Roma

Parte anche Nelsson

Parla Koné: «Posso giocare sia come 6 sia come 8». Salah-Eddine: «L’Olimpico? Mai vista una cosa così. La Roma è uno dei club più grandi al mondo»

(GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Iacopo Mirabella
19 Marzo 2025 - 06:30

Sono ben 11 i romanisti che hanno lasciato la Capitale per raggiungere le rispettive nazionali. Pisilli e Baldanzi con l’Italia U21, così come anche Salah-Eddine, che ancora punta alla convocazione con la nazionale maggiore dell’Olanda. Ieri Nelsson ha raggiunto il ritiro della Danimarca dopo l’iniziale esclusione. Il centrale prenderà il posto di Roerslev, calciatore del Wolfsburg che ha causa di un infortunio è stato obbligato a lasciare il ritiro. Tra i pilastri giallorossi anche Paredes, Ndicka, Dovbyk e Saelemaekers hanno raggiunto i connazionali. Presente anche Shomurodov con l’Uzbekistan, così come Abdulhamid con l’Arabia Saudita.    

Manu Koné ormai è diventato un punto fermo della Francia e ha rilasciato una lunga intervista a L’Equipe in cui parla della sua avventura alla Roma ma anche di alcune questioni di campo: dal suo ruolo ideale fino al diverbio avuto con Guendouzi al derby: «È stata l’atmosfera del derby a farci esagerare un po’. Ho parlato di questa partita con Mattéo durante tutti gli incontri precedenti. Ridevamo, anche con l’allenatore: ‘Ehi, il derby di Roma sarà duro!’. Poi è successo quello che è successo. Lo accetto con un sorriso. Soprattutto con Mattéo abbiamo spiegato le cose subito dopo. L’ho chiamato e la cosa era risolta». Koné è uno dei giocatori che subisce più falli in Europa: «Ciò significa che proteggo abbastanza bene la palla e questo costringe i miei avversari a commettere errori. Ottenere calci piazzati è molto importante nel calcio moderno». Sulla sua posizione in campo: «Ho sempre ritenuto che un centrocampista debba saper ricoprire tutti i ruoli in questa zona. Ho la capacità di fare sia il 6, sia l’8, ma sono un giocatore a cui piace chiamare, avere la palla e recuperarla. Francamente, se potessimo creare una posizione ‘6-8’, sarebbe l’ideale (sorride). Mi piace essere in entrambe le zone ed è quello che mi chiede mister Ranieri». Contro l’Empoli Koné ha colpito il palo e ha ripensato più volte a quell’errore: «Ad Empoli, ad esempio, ho colpito il palo. Ci ho pensato tutta la notte. Avrei potuto tirare tra le gambe del portiere, avrei potuto fare un pallonetto. Ma ho dribblato il portiere e ho colpito il palo. Poco prima dell’azione, nello spazio di due secondi, mi pongo almeno venti domande. Fortunatamente abbiamo vinto». Il francese in campo ha sempre mostrato grinta e carattere, senza lasciare spazio alla pressione e alle emozioni anche se qualche avversario nel corso della sua carriera ha provato a intimidirlo: «Ne parlavo con Evan Ndicka a Roma. Abbiamo parlato delle nostre prime partite professionistiche e in una delle prime da titolare in Ligue 1 è stata contro il Lione. Ho fatto un errore nei confronti di Memphis Depay; lui si è arrabbiato e ammetto che ero un po’ intimidito. Vedere Memphis Depay che ti urla contro e tutto il resto... Poi tocca al calcio. Niente mi spaventa. Ad esempio, a volte perdo palloni ma questo non mi rallenta. Se non ci provi, finirai la partita con rimpianti». Ranieri gli chiede spesso di migliorare a livello disciplinare: «Onestamente? Già gli arbitri sono un po’ offensivi. Ma quando sei un giocatore che ha voglia, inevitabilmente c’è un po’ di impegno in eccesso. È vero che devo essere più attento perché potrebbe penalizzare la squadra. Ranieri mi chiede di migliorare su questo». La fisicità è sicuramente uno dei punti di forza di Koné: «Appena posso gareggiare in velocità con lui, so che o commetterà un errore oppure passerò io. L’obiettivo è affinare il mio gioco, lasciare la palla nelle migliori condizioni e alimentare gli attaccanti. Sono anche sempre più vigile sul posizionamento dei miei avversari». Sui suoi idoli: «Quando ero piccolo, Yaya Touré e Paul Pogba. Era il sogno essere come loro. Crescendo, vedere cosa ha fatto Yaya Touré in Premier League è scioccante». 

Il terzino olandese

Nella finestra invernale di mercato Salah-Eddine è passato in giallorosso e dal ritiro con l’Olanda U21, ha commentato le sue prime settimane nella Capitale: «Sono riuscito a trovare rapidamente il mio posto e spero di sentirmi ancora più a mio agio nei prossimi mesi, di poter cogliere la mia occasione. Ranieri è un allenatore molto esperto. È bravo nelle tattiche e nell’individualità. Si impara tanto da lui durante l’allenamento. Qui giochi contro tante formazioni diverse. Nei Paesi Bassi giochi spesso contro il 4-3-3, ma qui ti viene chiesto qualcosa di diverso in ogni partita. Ho capito scoperto il calore della piazza dal momento in cui sono salito sull’aereo con il mio agente e la mia famiglia. Quando sono atterrato a Roma, l’aeroporto era vuoto. Non c’erano voli, davvero. C’erano persone che mi aspettavano fuori e quella è stata la mia prima esperienza con l’AS Roma. Quando sono arrivato per la prima volta allo stadio... non ho mai sperimentato niente del genere». Sui compagni di squadra: «Dybala è sicuramente il migliore, Rensch mi ha aiutato. È un gruppo fantastico». Sulla Roma: «L’AS Roma è uno dei club più grandi del mondo. Questo è il quadro completo di tutto ciò che vuoi come calciatore, ma anche e soprattutto come persona».

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