Da Mar del Plata all'Olimpico, la storia di Soulé: il futuro della Roma è al sicuro
I primi passi mossi in Argentina, l'addio controverso con il Velez e il carattere forgiato dopo gli insulti di una tifoseria intera. Il domani passa anche da Matías

(GETTY IMAGES)
Il futuro della Roma è in buoni piedi. Anzi, ottimi. Il nostro domani passa – anche – dal talento, dalle scintille e dal mancino di Matías Soulé. I primi mesi nella Capitale raccontano di un periodo complicato, caotico e di incertezza: l’arrivo a Fiumicino sommerso dai tifosi sembra solo un ricordo lontano quando, a poche settimane dal suo arrivo, Daniele De Rossi viene esonerato. A raccontarlo ora sembrano passati anni, eppure accade tutto nella stessa stagione. I cambi di modulo e la difficoltà nell'essere concreto, nel trovare una posizione in campo, quella per cui era stato acquistato in estate dalla Juventus: da ala, Matías, si ritrova ad occupare più posizioni. Esterno di centrocampo, seconda punta, ma in campo non sembra mai uscir fuori il talento del calciatore di Mar del Plata. Ambientamento, il salto di qualità da Frosinone (dove si è messo in mostra in prestito) e tutte le difficoltà di un ragazzo consapevole ma giovane. Oltre al caos dirigenziale e i cambi in panchina della Roma nella prima, disastrosa, parte di stagione. Pressioni e circostanze che potrebbero influire – e, almeno inizialmente, influiranno - sulla psicologia e sul rendimento dell’argentino. Tuttavia, Mati ha forgiato una speciale armatura sin da giovanissimo: precisamente quando, nel 2019, sceglie di lasciare il settore giovanile del Velez.
Un baby Soulé con la maglia dell'Argentinos del Sud (Fonte: La Capitàl)
Nato calcisticamente nell’Argentinos del Sud, piccolo club di Mar del Plata, a 6 anni si trasferisce al Club Atletico Kimberley. Allo scoccare degli 11 anni arriva il passaggio Velez: sarà il primo passo verso la carriera da calciatore professionista, allontanandosi da casa, direzione Buenos Aires, per la prima volta. Con la maglia del Fortìn, Soulé matura e conosce le prime difficoltà del mondo del calcio. Non avendo ancora compiuto 16 anni, Matías non può firmare il primo contratto da professionista e, stando alla legge argentina, la famiglia detiene l’intero cartellino del calciatore; mentre al club non spetterebbero contributi e/o bonus sulla valorizzazione. Dopo alcune ottime prestazioni in un torneo giocato in Portogallo, che porta ben presto il talento dell’argentino agli occhi di top club europei come Juventus, Monaco e Atletico Madrid, iniziano i primi segnali di congelamento tra il Velez e la famiglia Soulé. Fino ad arrivare alla prima preconvocazione con l’Under 16 dell’Albiceleste. Il club – che vuole tutelarsi non avendo un forte potere contrattuale - proibisce al ragazzo di volare in Francia con la nazionale e, a questo punto, lo scontro è totale. La questione si accende anche e soprattutto a livello mediatico, con i tifosi del Velez che arrivano persino a minacciare pesantemente il ragazzo sui social. Nel 2019, Mati rimane ai margini della rosa a causa della questione contrattuale (anche se, sponda calciatore, giurano di non aver mai ricevuto alcun'offerta da parte della società argentina), fino all’interessamento della Juventus, sempre più concreto verso la fine dell’anno. La famiglia esercita, come pronosticabile, il diritto della patria podestà, concesso dalla legge argentina, e Matías vola verso l’Europa.
Soulé esulta dopo un gol realizzato con il Kimberley (Fonte: Olé)
L’arrivo in Italia coincide con il periodo più difficile e surreale per la storia recente del Paese e del resto del mondo: la pandemia dovuta al Covid-19. La Serie A è costretta a fermarsi a marzo 2020, per poi ripartire a giugno e terminare ad agosto. In questi 6 mesi, Mati studia il calcio italiano e indossa l’elmetto. Tutto in pochi mesi: gli insulti di una tifoseria che lo ha definito “traditore”, il saluto alla propria terra e il trasferimento in un nuovo continente complicato da una pandemia. Soulé comincia a temprare da subito personalità, carattere e forza di volontà: sono le circostanze a richiederlo. Il talento, invece, è innato. E ben presto le difese italiane ne prendono coscienza, a partire dai settori giovanili. Nella prima vera stagione in bianconero (2020-21), l’argentino realizza 5 gol e 5 assist in 30 presenze con la Primavera. Tanto basta per convincere tutti: dalla dirigenza a Massimiliano Allegri. L’annata successiva, Soulé regala spettacolo in Serie C (7 gol e 7 assist), con la maglia della Next Gen bianconera, riuscendo ad ottenere l’esordio in Serie A (sprazzi di partita con Salernitana e Venezia), la prima convocazione in Champions League e la prima di chiamata di Scaloni negli impegni con l’Argentina (senza però scendere in campo). La crescita di Mati prosegue senza sosta: nel 2022 trova spazio stabilmente in prima squadra, disputando 18 partite tra Serie A, Champions ed Europa League. Trova anche il primo gol, in campionato, contro la Sampdoria.
Poi, all’alba dei 20 anni, l’esigenza di spiegare le ali ed essere protagonista. La necessità di giocare con continuità porta Soulé a partire prestito, destinazione Frosinone. Ed è proprio in terra ciociara che El Flaco sprigiona tutta la sua qualità, caricando il peso di una neopromossa sulle proprie spalle, pur non riuscendo nell’impresa di una salvezza che sarebbe stata meritata. È nella scorsa stagione che Matías comincia a diventare grande, assumendo responsabilità importanti in campo e decretando anche qualche record: è l’unico calciatore della storia del Frosinone ad arrivare in doppia cifra in Serie A. La stagione termina con 11 centri (raggiunti in 21 partite) e 3 assist in 39 presenze.
Dal racconto dei primi calci al pallone, passando per i primi problemi, arrivando alla prima vera svolta della sua avventura romanista. La cura Ranieri ha rivitalizzato anche Mati, ora più libero non solo mentalmente, ma anche di esprimersi in più zone del campo. Libero di provare e di sbagliare, di provare e di riuscire. La tanta volontà mostrata fin dai primi minuti in giallorosso ora è accompagnata da più concretezza: già due le vittorie in campionato firmate dal mancino dell’argentino (Parma ed Empoli). Ma il talento è innato, questo era ben noto a chiunque. Un diamante ancora grezzo che Ranieri sa bene come trasformare in brillante: per “Sor”Claudio, Mati sarà al centro della Roma del futuro. Per ora ce lo godiamo e continueremo - se servirà - ad attenderlo, con l’augurio che possa scrivere pagine della nostra storia a suon di gol. Lo scopriremo solo vivendo.
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